Sebastian Korda a Long Island, sulle orme del padre

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Sebastian Korda a Long Island, sulle orme del padre

Il tennis del figlio di Petr Korda batte bandiera statunitense. E ha appena fatto il suo esordio nel tour ATP, vent’anni dopo l’unico Slam di papà

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A differenza di tanti altri sport, il tennis non è ricco di veri e propri figli d’arte. Sebbene sia un’arte e un mestiere che richiede una dedizione costante, quasi congenita, la presenza (spesso eccessiva) dei genitori nell’approccio dei figli alla pallina gialla quasi mai si traduce in un semplice travaso di talento. Tanto è vero che i due tour mancano di discendenti di campioni Slam ma sono pieni di giovani, nati da coppie di ex professionisti, già in grado di superare grandemente i risultati di mamma e papà: basti pensare ad Alexander Zverev Senior, best ranking di numero 175, e Junior, attuale numero 4 del mondo e alfiere della ATP NextGen che ha seminato poco dopo la sua istituzione.

Il compito di “uccidere il padre” si prospetta assai più arduo per un altro nuovo nome del circuito maschile, il diciassettenne Sebastian Korda. Classe 2000 (sarà maggiorenne in luglio), il ragazzo è il terzogenito dell’ex vincitore degli Australian Open Petr Korda e della sua assai meno nota collega Regina Rajchrtova. Nato e allevato a Bradenton, Florida, forse il posto migliore sul globo per crescere un campione di tennis fin dall’infanzia, Sebastian non condivide con il padre la nazionalità ceca né il mancinismo, e sfoggia un più contemporaneo rovescio bimane. Le impronte su cui muove i primi passi sotto i riflettori però sono le stesse: in gennaio ha conquistato l’Australian Open Junior, a vent’anni esatti dal successo di suo padre nel tabellone adulto, e poche ore fa ha fatto il suo esordio in un torneo ATP chiudendo la night session inaugurale del risorto Open di Long Island, sul cui albo d’oro figura il cognome Korda all’anno 1992.

Sul legno nero del 250 newyorkese la prestazione è andata meglio del risultato, 4-6 6-4 6-2 in favore di Frances Tiafoe. Tra gli spalti sgombri della prima giornata Korda ha messo in campo tutto il suo tennis aggressivo, fatto di grandi servizi, ricerca del lungolinea e traiettorie potenti e tese; non ha mollato fino all’ultimo, neppure quando, dopo aver salvato bene più di una palla break, ha concesso il doppio servizio di vantaggio finale al’avversario con un doppio fallo. Come prima volta, niente male: adesso ci sarà da tornare a tornei ITF e Challenger, sperando che l’albero genealogico gli valga qualche altra wild card in giro, magari per le qualificazioni degli eventi ATP più piccoli. C’è un ranking di numero 873 che va avvicinato a quello di numero uno Junior, anche perché l’obiettivo dichiarato è quello di rilanciare “più uno” sui successi paterni. Che contano appunto un torneo dello Slam, e la seconda posizione della classifica mondiale.

Strappato all’hockey da un colpo di fulmine per il tennis di Radek Stepanek, ammirato dal vivo agli US Open 2009 al seguito di suo padre che ne era coach, Sebastian Korda è forse un predestinato nel senso più vero del termine. I genitori non lo hanno mai spinto verso lo sport che è stato il loro lavoro (le due sorelle maggiori sono golfiste professioniste), tanto che ancora oggi il padre lo allena senza esagerare, delegando il ruolo di traveling coach all’ex di Roddick Dean Goldfine. È stato il dio del tennis, o chi per lui, a volere ancora una volta un Korda con la racchetta in pugno. Se sarà in grado di affermarsi, sarà una piacevole novità.

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