ATP Buenos Aires: Fognini non c'è, Leo Mayer lo surclassa

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ATP Buenos Aires: Fognini non c’è, Leo Mayer lo surclassa

Fabio oppone poca resistenza all’argentino. Carreño (battuto da Garcia-Lopez) rischia di colpire uno spettatore con la racchetta. Ai quarti anche Monfils e Delbonis

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Incuranti dell’interesse per il passo “2 di 3” verso la vetta del ranking in quel di Rotterdam, a Buenos Aires vanno in scena i restanti quattro incontri degli ottavi di finale con gli esordi di Fabio Fognini (tds n. 4) e Pablo Carreño Busta (n. 2) che, a sorpresa, vengono eliminati rispettivamente da Leonardo Mayer, sempre sconfitto da Fabio nei tre precedenti, e da Guillermo Garcia-Lopez, classe 1983, che torna a battere un top ten dopo Roma 2015 (Marin Cilic). Pessima reazione alla sconfitta di Carreño che lancia pericolosamente la racchetta verso la tribuna alle spalle dell’arbitro. Vincono anche Monfils, in un match non esaltante contro Lajovic, e Delbonis dopo una durissima lotta contro il lucky loser Elias.

TROPPO MAYER – Per la prima volta in otto partecipazioni a Buenos Aires, Leonardo Mayer supera il secondo turno e lo fa a spese di Fabio Fognini. L’azzurro ha fatto finale qua nel 2014 (perse da Ferrer), ma da allora non vince un incontro. Inizia bene Fabio che brekka al quinto gioco appena Mayer concede un po’ di respiro in battuta, ma poi manca della necessaria determinazione nel turno di servizio successivo e l’argentino rientra subito in partita conquistando quattro giochi consecutivi e il set. Con la fiducia alla stelle e un rendimento della battuta nettamente superiore a quello dell’avversario sia come punti diretti sia per aprirsi il campo, Mayer approfitta di tre errori di Fabio in uscita del servizio per brekkare al terzo gioco; annulla con un ace e una combinazione servizio-dritto due opportunità del 3 pari e va a prendersi anche il secondo set.

BYE BYE, BAIRES – Al tie-break del terzo set, dopo due ore e tre quarti, il n. 69 ATP Guillermo Garcia-Lopez sfodera una prestazione con picchi eccellenti per superare Pablo Carreño Busta, top ten, numero 2 del seeding e di otto anni più giovane. Perché Guillermo è nato quando i Police cantavano Every breath you take e Carreño, che corre tanto e sbaglia poco, ti mette pressione proprio come uno stalker. Ma non ha paura il trentaquattrenne della provincia di Albacete che, controcorrente, sceglie di iniziare con il servizio, alla faccia di tutti quelli che si rifugiano nella risposta come suggerisce il prudente Brad Gilbert. Incamerato il primo parziale al tie-break trasformando il quarto set point con l’avversario che lo costringe a quello che sarebbe il classico colpo in più se non fossero almeno tre in più, “Guille” si prende una pausa dalla quale il numero 10 del mondo sembra non farlo più uscire; il secondo set scivola via veloce e indolore e Carreño Busta va a servire per il match sul 5-4. Ma Roger e Kohli dal campo di Rotterdam dicono che è l’ora dei rovesci a una mano e Garcia-Lopez ne lascia partire uno lungolinea di naturalezza e violenza tali che il controbreak a zero è inevitabile. I match point, tutti per Guille, arrivano già dall’ultimo turno di battuta di Carreño Busta, ma è il quinto, dopo il secondo cambio campo del tie-break, quello buono. Pablo scaraventa la racchetta in tribuna (per fortuna, un attento giovane uomo la prende al volo e non in testa, ma la multa è sicura) e saluta la capitale argentina al primo incontro rinunciando al doppio per un dolore all’anca destra, mentre Guillermo torna ai quarti nel Tour dopo Amburgo 2016.

GLI ALTRI MATCH – Per la maggior parte del tempo, Gael Monfils si limita a rimandare la palla confidando che Dusan Lajovic non si metterà all’improvviso a fare i buchi per terra neanche con il suo bel rovescio e, anzi, regalerà più del necessario con colpi fuori equilibrio. Suo malgrado, il serbo, sotto gli occhi di coach Perlas, non tradisce la fiducia di Gael che si guadagna gli applausi con un colpo in mezzo alle gambe, forse non richiesto dalla situazione di gioco, ma che il pubblico ha pagato per vedere. Non ci può credere Gastao Elias: vantava un perentorio (e un po’ sorprendente) 4-0 nei precedenti contro Federico Delbonis e ci va a perdere proprio la prima volta che si incontrano nel circuito maggiore. L’equilibrio è devastante e, nel primo set, è rotto solo dal nastro che allunga in corridoio un dritto incrociato di Elias dando a Delbonis il mini-break decisivo. Nel secondo tie-break, al terzo match point, l’argentino si affida ancora alla sorte tentando la smorzata di dritto che, pochi punti prima, gli era rimasta sulle corde: questa volta è vincente.

IL PROGRAMMA DI VENERDÌ – Giornata dedicata ai quarti finale a partire dalle 18 italiane con un argentino in ogni incontro: Garcia-Lopez e Delbonis che oggi hanno speso tantissimo; Diego Schwartzman cercherà la prima vittoria contro Aljaz Bedene; Monfils e Mayer si ritroveranno dopo quasi otto anni; Dominic Thiem tirerà palle pesantissime per portare sul 2-2 i confronti con Guido Pella. Thiem e Schwartzman, a cui il solo torneo di singolare sta evidentemente stretto, saranno in semifinale sabato almeno in doppio.

Risultati:

G. Garcia-Lopez b. [2] P. Carreño Busta 7-6(5) 1-6 7-6(6)
L. Mayer b. [4] F. Fognini 6-3 6-3
F. Delbonis b. [LL] G. Elias 7-6(5) 7-6(6)
G. Monfils b. D. Lajovic 6-4 6-3

Michelangelo Sottili

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