Federer vince in 47'. Seppi, colpo con Zverev (Cocchi). Intervista a Deborah Chiesa: "Io salirò fino al Main Draw!" (Bertellino)

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Federer vince in 47′. Seppi, colpo con Zverev (Cocchi). Intervista a Deborah Chiesa: “Io salirò fino al Main Draw!” (Bertellino)

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Federer vince in 47′. Seppi, colpo con Zverev (Federica Cocchi, Gazzetta dello Sport 15/02/2018)

Meno di un allenamento. La rincorsa di Roger Federer al trono del tennis mondiale parte col piede giusto. Lo svizzero, al ritorno a Rotterdam dopo 5 anni, ha annichilito il belga Bemelmans in due set e 47 minuti di gioco. Praticamente non ha dovuto nemmeno sudare il Magnifico, che incontrava per la prima volta il 30enne numero 116 al mondo. L’obiettivo di Roger, per tornare numero 1 al mondo a 36 anni, è raggiungere la semifinale del torneo olandese che ha vinto già due volte. Ora sulla sua strada c’è una vecchia conoscenza: il tedesco Kohlschreiber, numero 36 ATP, sempre battuto nei 12 precedenti incroci, l’ultimo in ordine di tempo agli US Open dello scorso anno. I punti che lo separano dall’attuale numero 1 Rafa Nadal sono appena 155 e se dovesse superare Kohlschreiber, Federer non si troverebbe più nemmeno il «pericolo» Wawrinka, uscito al primo turno per mano della wild card olandese Tallon Griekspoor, e il suo ultimo ostacolo potrebbe essere quest’ultimo oppure Robin Ilaase. Grande prestazione di Andreas Seppi al secondo turno contro il numero 4 al mondo e vincitore degli Internazionali Sascha Zverev. L’altoatesino, attualmente al numero 81 del mondo, e ripescato come lucky loser ha tenuto in mano il match dall’inizio alla fine piegando il talento di Amburgo in due set sotto gli occhi di un Boris Becker piuttosto corrucciato. Il 20enne tedesco, vincitore nel 2017 di quattro titoli tra cui due Masters 1000, conterà a fine partita 30 gratuiti contro i 20 di Seppi e appena 10 vincenti a fronte dei 14 del l’altoatesino. Al prossimo turno Seppi affronterà il vincente tra il francese Herbert e il giovane Daniil Medvedev… [SEGUE].

Intervista a Deborah Chiesa: “Io salirò fino al Main Draw!” (Roberto Bertellino, Tuttosport 15/02/2018)

A Chieti, nel match di primo turno del World Group II di Fed Cup, la protagonista assoluta è risultata al termine la trentina Deborah Chiesa, autrice della vittoria decisiva contro la spagnola Lara Arrabuarrena, 25 anni e numero 82 WTA.

Come rivive la magia di quelle ore la giocatrice azzurra che ha risposto alla sua prima convocazione in Fed Cup in terra abruzzese?
La giornata – ricorda ormai a emozioni di gara ormai sfumate – è stata intensa sia fisicamente sia sotto il profilo mentale. Il 2-1 con il quale Sara Errani mi ha passato il testimone mi ha dato la carica giusta per affrontare il mio match e l’esordio in Fed Cup. L’arena era un coacervo di umori e rumori ma non mi sono fatta impressionare. Dentro ero nervosa ma nel nostro sport devi cercare di non far trasparire questa condizione, soprattutto quando il linguaggio del corpo può essere fondamentale. Ci sono riuscita entrando subito in partita. Sono stata brava a fare ciò che mi ero ripromessa e che mi avevano suggerito, ovvero cancellare il contesto ed esprimere il mio gioco. Così il primo set è andato via liscio, grazie alla giusta aggressività messa in campo e tenuta costantemente. Poi ho avuto un calo, fisico e mentale, nel secondo set e all’inizio del terzo. Sull’1-4 la situazione si era fatta difficile.

Cosa è capitato a quel punto, quando la situazione sembrava ormai girare in favore della rivale iberica?
Ho pensato a quanto mi avevano detto i miei allenatori e Tathiana Garbin, cioè giocare punto dopo punto perché le pressioni sarebbero state avvertite da entrambe le parti. L’importante era rimanere incollata al match. Così ho fatto e sono salita prima sul 2-4 poi sul 4-4. Al tie-break ero avanti 5-1, mi sono un po’ seduta ma ancora una volta sono riuscita a riprendermi e chiudere in modo vincente dopo aver annullato un match point.

Poi la festa, con tutti condivisa. Cosa le è rimasto di quei momenti?
Grandi sensazioni, con la squadra tutta unita che gioiva, la corsa verso di me di Sara. Lei ha vinto tutto eppure ho letto nei suoi occhi e nelle sue lacrime che teneva tantissimo a questa vittoria. Stava andando in scena una sorta di film che solo nei sogni avrei potuto immaginarmi.

Quali sono i suoi nello specifico?
Ho disputato le qualificazioni agli Australian Open. Vorrei fare altrettanto negli altri tornei dello Slam e riuscire ad entrare in un tabellone principale dei prossimi. Quindi giocare i tornei WTA e salire in classifica (senza pormi obiettivi numerici) cercando di accedere direttamente nei main draw. Al momento devo scegliere i tornei perché il ranking ancora non mi permette di farlo. La prossima settimana sarò ad Acapulco, poi vedrò se riuscirò ad entrare nelle qualificazioni di Indian Wells, quindi dovrei fare due 60.000 in Cina.

Quando ha saputo che sarebbe scesa in campo contro la Spagna?
Me lo ha comunicato la capitana, Tathiana Garbin, il sabato sera prematch. Ho pensato che avrei dovuto dare il massimo ma non ho provato particolari timori anche se le mie compagne, amichevolmente, hanno iniziato a prendermi in giro dicendomi che avrei dovuto prepararmi psicologicamente ad una lotta aspra.

Su quali aspetti del gioco ritiene di poter e dover ancora migliorare?
Il diritto è il colpo sul quale devo ancora lavorare. Quando sono in difficoltà a volte lo gioco un po’ contratta. Poi devo aumentare l’intensità, fattore fondamentale da mettere in campo quando sale il livello delle avversarie. La capacità di giocare il colpo in più può veramente fare la differenza. Per il resto posso contare su buoni fondamentali, servizio in primis, e su più soluzioni, anche quando mi porto nei pressi della rete.

 

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