ATP New York: Mannarino vola in semifinale con i favoriti

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ATP New York: Mannarino vola in semifinale con i favoriti

NEW YORK – In semifinale vanno le prime due teste di serie Anderson (di un soffio su Tiafoe) e Querrey. Più Nishikori e l’outsider di lusso Mannarino

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dal nostro inviato a New York

Nelle immagini che vengono mostrate in apertura di collegamento e durante i cambi di campo, Tennis Channel mostra una vista da lontano della skyline di Manhattan con la silhouette dell’Empire State Building che si staglia nella nebbia. Ma i rumori e le luci della “città che non dorme mai” sono davvero lontane dal Nassau Veterans Memorial Coliseum di Long Island, dove davanti ad un pubblico moderatamente entusiasta ma smodatamente sparuto si sono disputati i quarti di finale di questa prima edizione del New York Open. Nemmeno il venerdì precedente il weekend lungo (solo per alcuni però, perché la festa federale del President’s Day viene osservata quasi esclusivamente da chi lavora oppure ha a che fare con il Governo Federale) ha aiutato l’affluenza della sessione diurna.

Prima dell’inizio della giornata l’ATP ha diramato un comunicato a proposito dell’incidente avvenuto qui a New York nel match di primo turno tra Ryan Harrison e Donald Young, durante il quale Harrison si sarebbe rivolto al suo avversario con degli epiteti dispregiativi di natura razziale. “L’ATP ha condotto una completa investigazione su quanto accaduto, sono state acquisite tutte le prove a disposizione compresa la registrazione del match e le testimonianze degli ufficiali di gara e di tutte le persone dell’organizzazione che si trovavano vicine ai giocatori al momento dell’incidente. Sfortunatamente, l’audio della registrazione del match non ha catturato lo scambio verbale tra i giocatori, e di conseguenza non esistono prove al momento per sostenere l’accusa di offese a sfondo razziale nei confronti di Ryan Harrison”. L’ATP ha dunque dichiarato il non luogo a procedere per insufficienza di prove, una decisione che sicuramente lascerà l’amaro in bocca a chi caldeggiava una presa di posizione dura dell’associazione giocatori nei confronti di atteggiamenti razzisti. Le accuse di Donald Young non sono state corroborate da alcuna prova o da alcuna testimonianza, e quindi non sarà dato alcun seguito alla questione.

Il primo quarto di finale, disputato mentre tutto il mondo del tennis (ivi compresa tutta la sala stampa a New York) stava guardando il ritorno in vetta al ranking di Roger Federer, ha visto Adrian Mannarino avere la meglio del suo omonimo spagnolo Adrian Menendez-Maceiras in un match durato oltre due ore e che, al contrario delle battaglie di servizi del giorno precedente, ha visto ben otto break, 21 palle break ed una notevole quantità di lunghi scambi da fondocampo. “La superficie qui è molto lenta – ha detto Mannarino dopo il match – ed è quindi piuttosto complicato decidere se attaccare o meno. Giocavamo tutti e due ad aspettarci e questo ha fatto diventare la partita lunga e faticosa. Alla fine credo di averla spuntata per una migliore condizione atletica che mi ha favorito nel finale”. Il mancino francese è ancora alla ricerca della sua prima vittoria in un torneo ATP, e questa settimana a New York sta provando l’ennesimo assalto al primo titolo con le due sole racchette che usa dall’inizio dell’anno. Dopo aver giocato una parte della scorsa stagione con una sola racchetta, Mannarino ha iniziato il 2018 con due fusti, ma dovrebbe riuscire a risolvere la questione per il torneo di Indian Wells: “Sono riuscito a comprare un po’ di racchette, ma il manico è di una misura inferiore a quello che uso io, per cui al momento questi fusti sono stati affidati ad un professionista che cambierà la dimensione del manico e dovrei avere più racchette in tempo per Indian Wells”.

Tutt’altra musica nell’altro match della sessione pomeridiana, quella fra i “granatieri” Sam Querrey ed Ivo Karlovic (entrambi sopra i due metri). Due tie-break, come da copione quando gioca il gigante croato, ma soprattutto zero break, due sole palle break a favore di Querrey che non ha ceduto che sei “quindici” sul suo servizio. “Prima del match avevo detto che avrei dovuto prendermi cura dei miei turni di battuta – ha dichiarato il californiano alla fine dell’incontro – e non credo che avrei potuto farlo meglio di così. Ho avuto anche un paio di chance per il break nel primo set, ma in ogni caso sono contento del risultato e di come ho giocato”. La sua rincorsa alla vittoria finale e ad un posto nei Top 10 (che raggiungerebbe in caso di trionfo in questo torneo e di mancata finale per Kevin Anderson) ora trova l’ostacolo Mannarino, contro cui non ha mai vinto. “Ci ho perso cinque volte su cinque… come dici? Abbiamo giocato solo tre volte? Beh, sembravano cinque….

La sessione serale che ha inaugurato il weekend conclusivo ha visto finalmente un discreto pubblico nel Coliseum per vedere il match di Kei Nishikori contro il giustiziere di Isner Radu Albot. I tifosi con le bandane e le bandiere inneggianti a Kei-san hanno però dovuto attendere quasi un’ora per vedere il loro beniamino ad un livello degno del suo livello e delle sue ambizioni: troppi alti e bassi nel primo parziale, troppi errori sugli scambi ad alto ritmo da fondocampo, che dovrebbero essere il terreno preferito per Nishikori e che invece hanno visto Albot tenere quasi sempre in mano il pallino del gioco e costringere il nipponico a recuperi impacciati ed inefficaci. “Il primo set è stato molto difficile – ha spiegato Kei dopo la fine del match – lui era molto aggressivo ed io ero troppo difensivo agevolando il suo gioco. Dal secondo set in poi però sono riuscito a giocare meglio la partita è girata a mio favore. Credo di aver ormai raggiunto il mio livello abituale dopo il rientro in campo quest’anno, sicuramente i miei primi due match qui sono stati i migliori, ed anche oggi ho giocato due buoni set”.

In chiusura di serata, la testa di serie n.1 Kevin Anderson ha dovuto sudare le proverbiali sette camice per avere ragione di Frances Tiafoe, piegato solamente per 6-4 al terzo set dopo un match durato oltre due ore e terminato oltre la mezzanotte. Dopo un primo set di ordinaria amministrazione ed una chance di break mancata all’inizio del secondo, il sudafricano ha iniziato a fare parecchia fatica a giocare sui turni di battuta di Tiafoe, che sul 5-6 ha indovinato tre diritti vincenti che lo hanno portato al terzo set. “A volte nei match indoor è così – ha spiegato Anderson al termine della partita e dopo aver firmato dozzine di autografi nonostante l’ora tarda – basta poco e la partita gira completamente. Anche nel terzo set ho dovuto cavarmi d’impaccio in diversi game di servizio, poi per fortuna ho giocato un buon game sul 4-4 e sono riuscito a portare a casa la partita”.

Risultati:

[4] A. Mannarino b. [Q] A. Menendez-Maceiras 7-5 2-6 6-3
[2] S. Querrey b. I. Karlovic 7-6(5) 7-6(4)
[5] K. Nishikori b. R. Albot 4-6 6-3 6-1
[1] K. Anderson b. F. Tiafoe 6-3 5-7 6-4

Il tabellone del New York Open

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