Deborah Chiesa, una nuova speranza. "Non voglio fermarmi"

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Deborah Chiesa, una nuova speranza. “Non voglio fermarmi”

Intervista a Deborah Chiesa, protagonista dell’exploit che nel week end di Fed Cup ha consegnato i playoff all’Italia. Obiettivi, emozioni e progetti: un ritratto a tutto campo

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Alla prima convocazione in Fed Cup, Deborah Chiesa ha vinto il match che si è rivelato decisivo. Ventunenne di trento, la bionda tutta sorrisi non vuole saperne di fermarsi. Ora testa al resto della stagione, ma la speranza è quella di aver trovato una futura leader del movimento azzurro femminile.

La tua prima settimana da azzurra si è conclusa da un paio di giorni, come ti senti?
Sono contenta e orgogliosa di quello che ho fatto, ma chiaramente stanca, soprattutto emotivamente. È stata una settimana di allenamenti per la federazione ed era la mia prima convocazione… ti alleni tutti i giorni, ma farlo per la tua bandiera rende tutto più duro da gestire, perché vuoi fare bene e vuoi dimostrare che ti senti pronta e che non sei lì per caso! Anche la presenza di Sara Errani si è rivelata indispensabile, è una grande giocatrice, ha molta esperienza e mi ha aiutato a gestire questa situazione.

Credi ora di esserti guadagnata un posto nel singolare? Ad aprile incontrerete il Belgio. Ti allenerai anche per questo obiettivo?
Ora mi sto godendo il momento, ma chiaramente penso al mio futuro e spero di essere chiamata per giocare di nuovo con la nazionale. Sarà terra rossa, in aprile all’aperto e spero davvero di poter esserci.

Quindi dici che ti allenerai anche in vista della Fed Cup?
Mmm, se sapessi di essere convocata prima, cercherei di gestirmi al meglio, ma questa è stata solo la prima volta, non posso essere più felice. Devo anche guardare al prosieguo della stagione. Per meritare un’altra chiamata devo cercare di migliorare, crescere e maturare personalmente. Ora penso al prossimo torneo ad Acapulco e ho ripreso gli allenamenti in vista di questo impegno. Se il capitano dovesse richiamarmi per aprile sarò contentissima, sarà una nuova sfida.

Come ti senti nei confronti di Jasmine Paolini? La consideri una rivale?
C’è ovviamente competizione, ma non la considero una mia rivale. Abbiamo la stessa età. Stiamo ancora crescendo e pensiamo alla nostra programmazione, alle partite. Io ovviamente sono soddisfatta di come ho giocato e voglio continuare così.

A fine gennaio, a San Pietroburgo, hai giocato contro Jana Fett. Veniva da un grande risultato all’Open d’Australia, quando al terzo turno era avanti 5 a 1 e 40-15 contro Wozniacki, futura vincitrice del torneo nonché numero uno al mondo… cosa hai pensato?
Beh, con Jana prima di essere rivali siamo amiche, abbiamo la stessa età e ci conosciamo bene visto che già da junior abbiamo giocato grandi match. Quando lei lo scorso anno ha ottenuto risultati come la top 100, non mi sono stupita visto ha sempre giocato un gran tennis. Ho visto il match alla tele e a fine partita le ho subito scritto che ero molto contenta per lei congratulandomi. Quando però ho visto che avremmo giocato contro a San Pietroburgo ho pensato ok non è il massimo… Però anche io ero in fiducia dopo aver vinto al primo turno con Flipkens, top 100 su quei campi… ho pensato davvero che avrei potuto fare bene. Poi sai, lei aveva giocato con Wozniacki sul centrale in Australia e in quel caso se ti senti bene, non hai nulla da perdere e non giochi a braccio sciolto, di più. A San Pietroburgo invece probabilmente ha sentito un po’ la tensione visto che nel ranking è più avanti di me e che veniva da una grande partita con Wozniacki, sentiva di dover dimostrare qualcosa. Ero io a non aver nulla da perdere. Sono entrata in campo per dare il massimo, per vedere a che punto stavo rispetto a lei, ho sentito che il livello non era molto distante e me la sono giocata bene direi!

Parlando di tensione e pressione, da trentina senti il peso di alcuni tuoi colleghi più illustri come Seppi e Knapp, ad esempio?
In realtà non avverto questo tipo di tensione, anzi è qualcosa che mi aiuta. Siamo molto orgogliosi delle nostre origini, ad esempio io vengo proprio dalla cima del lago di Garda vicino a Trento. Dove sono nata, dove mi sono allenata per le prime volte… tutto questo per me è importante. Settimana scorsa con noi c’era anche Santangelo (Mara Santangelo è stata la prima italiana a vincere uno slam -in doppio al Roland Garros 2007- è nata a Latina e vive in Val di Fiemme, in Trentino). C’è unione e voglia di dimostrare da dove si viene.

Puoi dirmi qualcosa di te? Ad esempio, i tuoi genitori di cosa si occupano?
La mia famiglia ha un hotel proprio sulla cima del Lago di Garda, è casa mia. Appena posso ci torno, è il posto che adoro di più. Viviamo nell’albergo, è un’attività di famiglia da sempre, fin da quando mio padre era adolescente. È molto bello svegliarsi con una vista lago! Appena posso torno a casa e poi è così un bel posto di villeggiatura che devo sponsorizzarlo il più possibile! Vale la pena passarci qualche giorno. Quella che non vedo quasi mai è mia sorella…siamo molto legate, abbiamo iniziato a giocare a tennis insieme, lei ha due anni in più di me e ora studia e lavora a Dublino, ci sentiamo spesso, ma vedersi è tutta un’altra cosa.

Non vorrei essere troppo indiscreto, ma come vanno le cose con Gianluigi Quinzi?
Eh, con Gianluigi non stiamo più insieme. Sai l’altro giorno ho letto da qualche parte un articolo che ci dava ancora come coppia e non è né simpatico né carino leggere cose non vere sulla tua vita privata. Io ovviamente non ho sbandierato il fatto che ci fossimo lasciati, ma è sempre un bene informarsi prima… almeno tu me lo hai chiesto!

Mi dai per favore un voto ai tuoi colpi?
Sì dai! Il mio colpo migliore è il rovescio, mi sento molto sicura… ma vuoi davvero un voto? Allora mi do 10 perché lo sento mio, quando magari sono in difficoltà, mi concentro bene con il rovescio… ora passiamo al servizio… è uno dei miei colpi migliori, ma sento che mi manca continuità quindi facciamo 7 e mezzo 8 e… con il dritto su cui sto lavorando ma è molto in progress mi do…. anzi facciamo che al servizio diamo 9 e al dritto 7!.

È molto decisa e conosce i suoi punti di forza. Dopo l’intervista, il saluto con la speranza di vederla giocare ai playoff di aprile.

Cesare Novazzi

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