Fognini torna in alto. Becker coach di Zverev? (Cocchi). Chung. Quegli occhi deboli salvati da palline e campi da tennis (Crivelli). Genova raddoppia: anche la Fed (C.P.)

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Fognini torna in alto. Becker coach di Zverev? (Cocchi). Chung. Quegli occhi deboli salvati da palline e campi da tennis (Crivelli). Genova raddoppia: anche la Fed (C.P.)

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Fognini torna in alto. Becker coach di Zverev? (Federica Cocchi, Gazzetta dello Sport 24/02/2018)

Non è mancato il solito momento di pazzia a Fabio Fognini nel secondo turno del torneo di Rio de Janeiro vinto contro Tennys Sandgren. L’arbitro Bernardes è stato oggetto dell’invettiva: “Ma dove ti hanno preso? Ti giuro su mio figlio che è l’ultima volta che stai con me in campo. Altro che Nadal”. Nonostante la sfuriata Fabio è riuscito a domare il rivale in tre set. Fognini ha salvato un match point nel tiebreak decisivo, sul 6 a 5 per l’americano, prima di chiudere 4-6 6-4 7-6(6) e approdare ai quarti. Con questa vittoria Fognini rientra da lunedì tra i primi venti del mondo… [SEGUE]. E a proposito di nuove generazioni, l’esponente più di spicco Sascha Zverev, reduce da un inizio di stagione piuttosto sconfortante, ha deciso di interrompere la collaborazione con Juan Carlos Ferrero che da sei mesi lavorava con lui. Sembra che l’ex numero uno volesse intervenire sulla professionalità del tedesco anche fuori dal campo. Zverev avrebbe però preferito continuare a gestire in autonomia il suo tempo libero da ventenne creando così una frattura insanabile con il coach. Nel box di Sascha sarebbe però già pronta l’alternativa. Da qualche tempo infatti si vede Boris becker al seguito del talento di Amburgo. Becker, dopo l’addio con Djokovic non ha più seguito un giocatore salvo l’impegno di coordinatore delle nazionali tedesche. A giorni potrebbe essere annunciato l’accordo… [SEGUE].

Chung. Quegli occhi deboli salvati da palline e campi da tennis (Riccardo Crivelli, Gazzetta dello Sport 24/02/2018)

Quando aveva sette anni, tutti i medici consultati dai genitori erano arrivati alla stessa conclusione: per curare quella grave forma di miopia congenita, il piccolo Hyeon avrebbe dovuto fissare oggetti in movimento e sfondi di colore giallo o verde. E così in quel momento la grande passione della famiglia Chung, il tennis, con il padre Seok-Jin che è stato giocatore e poi apprezzato allenatore in patria e il fratello maggiore Hong già indirizzato verso una carriera professionistica diventa al tempo stesso ancora di salvezza e rampa di lancio per il futuro. Gialle sono le palline da colpire, verdi sono di solito i campi in cemento in giro per il mondo: Hyeon Chung all’improvviso si ritrova come a casa e dalle sfide in cortile con il fratello a imitare Federer e Nadal (“In tv guardavamo le loro partite, ma il mio preferito era Djokovic per l’applicazione e la forza mentale”) passa ai tornei giovanili internazionali, con un importante intermezzo, dai 13 ai 15 anni, alla celebre IMG Academy di Bradenton, in Florida. Ad accompagnarlo, gli inseparabili occhiali che gli danno un’aria da scolaretto perennemente perso tra libri e nuvole, ma i suoi progressi tecnici sono enormi anno dopo anno. Noi italiani impariamo a conoscerlo nel 2013, quando perde la finale di Wimbledon juniores contro Quinzi e ci immaginiamo che i loro duelli possano segnare il tennis degli anni a venire. Previsione non rispettata, ma non per colpa del coreano: perché da quel pomeriggio di luglio il ragazzo di Suwon spiccherà il volo. Le gambe di caucciù, la resistenza, la capacità di coprire il campo e di trasformare la difesa in offesa con recuperi straordinari sono da sempre il marchio di fabbrica, lui crescendo ci mette grandi miglioramenti al servizio e nella gestione dei match. Adesso, con i suoi occhiali, sembra un nerd della Silicon Valley, ma gli avversari cominciano a tastarne il valore. Fino a quando l’Italia, ancora l’Italia, lo metterà definitivamente sulla mappa dei possibili padroni del circuito in un futuro nemmeno troppo lontano. Entrato alle Next Gen Finals di Milano, in pratica il Masters Under 21, da settimo dell’apposito ranking, ne uscirà da trionfatore vincendo tutte le partite e conquistando così il primo trofeo in carriera nella stessa città che tenne a battesimo, così per dire, il primo torneo messo in bacheca da un certo Roger Federer. Ed è solo l’inizio… [SEGUE].

Genova raddoppia: anche la Fed Cup (C.P., Secolo XIX 24/02/2018)

Una doppietta senza precedenti. Neanche il tempo di esultare per l’assegnazione a Genova della Coppa Davis (6-8 aprile), ed ecco che il campo di Valletta Cambiaso raddoppia: due settimane dopo ospiterà le tenniste della Fed Cup. Due sfide bellissime: Fognini e compagni contro la Francia, che già si annuncia ricca di tifosi-turisti al seguito, per un posto in semifinale nel World Group; Errani e compagne contro il Belgio nel playoff per risalire nel primo gruppo di merito. Il pubblico dello stadio Beppe Croce, che a settembre fa segnare il tutto esaurito per l’Aon Challenger, potrà ammirare giocatori e giocatrici di livello decisamente superiore: da una parte Fognini, Seppi, Lorenzi, Bolelli, dall’altra Gasquet, Tsonga, Pouille, Herbert. Da una parte Sara Errani e un manipolo di ragazze in crescita, dall’altra la stellina Elise Mertens, numero 20 del mondo, e compagne insidiose come Van Uytvanck, Flipkens, forse Wickmayer. In entrambi i casi si prevede equilibrio. A spostarlo verso le maglie azzurre dovrà provvedere, come spesso accade in queste sfide a squadre, proprio il pubblico. “Già era un sogno poter riportare la Davis a Genova dopo il 2009 con una sfida prestigiosa come quella in arrivo contro i campioni del mondo della Francia – gongola Andrea Fossati, presidente del Comitato ligure della Federtennis – ora è accaduto qualcosa che era quasi impossibile immaginare. La fortuna aiuta gli audaci”. È in effetti la prima volta nella storia che la Federazione Italiana Tennis concede a una città l’assegnazione di due eventi straordinari nel giro di due settimane… [SEGUE]. Nessuna notizia invece, per ora, sul fronte dei biglietti. Chissà che non sia allo studio un doppio abbonamento per chi non vorrà perdersi neppure un “quindici” delle due sfide. Di sicuro il weekend del 21-22 aprile metterà alla prova Genova, perché sara anche quello di apertura di Euroflora (mentre a Ponente andrà in scena la Liguria Marathon da Loano a Savona). Ma anche la Davis dovrà convivere nientemeno che col derby Sampdoria-Genoa, in programma l’8 aprile salvo anticipi o posticipi. Che forse sarebbero auspicabili per evitare sovrapposizioni.

Intervista a Tathiana Garbin: “In maglia azzurra riusciamo a dare di più” (Claudio Paglieri, Secolo XIX 24/02/2018)

Tathiana Garbin, 40 anni, veneziana, ex numero 22 del mondo, è da un anno e mezzo la capitana della squadra di Fed Cup. Succedendo a Corado Barazzutti si è assunta un compito ingrato: reinventare una Nazionale che ha vinto quattro volte la Davis femminile fra il 2006 e il 20013 ma che nel giro di pochissimo tempo ha perso Flavia Pennetta per ritiro e ha visto l’inevitabile declino delle pur combattive Schiavone e Vinci. Aggiungete la crisi di Sara Errani, incappata nel pasticcio del tortellino dopato, e la querelle mai ricomposta tra la Federazione e Camila Giorgi e il quadro è completo.

[…]

Il Belgio sembra un avversario abbordabile, anche più della Spagna che avete appena battuto.
Sarà sicuramente una partita difficile, ma contro la Spagna le ragazze hanno dimostrato che quando indossano la maglia azzurra riescono a dare quel qualcosa in più, quel valore aggiunto che ci ha portato alla vittoria. La motivazione sarà la nostra arma in più.

Squadra che vince non si cambia?
Dipende. In realtà io quando faccio le convocazioni non mi baso sulla classifica, ma sullo stato di forma delle ragazze. Perciò vedrò come si comportano nei tornei, fino all’ultima settimana utile per le convocazioni. E poi considero anche le caratteristiche delle giocatrici che possono esserci utili rispetto alle caratteristiche delle avversarie.

Sara Errani è il punto di riferimento per le ragazze più giovani.
Sara con la Spagna è stata fantastica, ci teneva tantissimo. Vedere una che ha vinto così tanto, commuoversi in quel modo a fine partita è la cosa più bella per un ct.

Deborah Chiesa, la rivelazione contro la Spagna, come si sta preparando?
Deborah si sta allenando bene, purtroppo non ha la classifica per fare i grandi tornei americani, andrà in Cina a giocare tornei da 60 mila dollari.

[…]

Ci sono alternative che stanno crescendo?
Sì, abbiamo tante ragazze nella rosa, tutte con una classifica più o meno simile; in Liguria per esempio c’è Cristiana Ferrando; tutte tengono moltissimo alla Nazionale, sta a loro mettersi in luce nei tornei da qui ad aprile.

Quando tornerà Karin Knapp?
Karin purtroppo ha faticato a risolvere il problema al ginocchio, forse ora c’è ha trovato una strada, sarebbe molto bello averla a disposizione ma non credo che sarà prestissimo.

E Camila Giorgi, la nostra numero 1?
Purtroppo finché non termina la diatriba con la Federazione non posso convocarla.

L’ultima volta Genova vide l’Italia di Fed Cup sconfitta dalla Francia, sul veloce indoor. Il precedente la preoccupa?
Mano, è cambiato tutto da allora. Sia le giocatrici sia le condizioni. Giocheremo all’aperto sulla terra rossa, abbiamo voluto così perché è la nostra superficie preferita e la meno preferita dalle belghe.

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