Tsitsipas scalda Dubai. Avanzano i favoriti. Martedì con Fabbiano

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Tsitsipas scalda Dubai. Avanzano i favoriti. Martedì con Fabbiano

Prima giornata senza sorprese. Il giovane greco supera Kukushkin in tre set. Buon esordio per Kohlschreiber e Bautista Agut. Martedì alle 13 Fabbiano-Krajinovic

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dal nostro inviato a Dubai

In una Dubai nuovamente baciata dal sole – ieri, come accade molto raramente da queste parti, la pioggia era caduta per un paio d’ore, ritardando la fine dell’ultimo turno delle quali – si è disputata la giornata inaugurale del Dubai Duty Free Tennis Championships. Erano programmati sei incontri, che vedevano come protagonisti solo due teste di serie, la terza (Bautista Agut, 23 ATP) e la sesta (Kohlschreiber, 33 ATP) di un tabellone quanto mai povero rispetto alle prestigiose abitudini di questo ricco torneo, che si fregia di avere un albo d’oro pieno zeppo di tennisti vincitori di Slam, se non ex numeri 1 al mondo. Basti pensare che per trovare l’ultimo vincitore negli Emirati a non aver quantomeno conquistato un Major, bisogna tornare indietro al 2002, quando Santoro sconfisse in finale El Aynaoui. Questa volta, complice l’assenza – inusuale da queste parti – di Federer (vincitore qui sette volte) e la crescita esponenziale nel gradimento dei giocatori del torneo di Acapulco, le cose sono andate decisamente peggio per l’ATP 500 arabo, che in questa edizione annovera appena un top ten, Dimitrov, e nessun vincitore di Majors.

Come da consuetudine dei tornei professionistici, prima dell’inizio delle gare è stato organizzato un evento dedicato ad avvicinare le nuove generazioni al tennis, il JP Morgan Kids, dal nome dello sponsor della manifestazione. Solitamente viene fatto il giorno prima, qui a Dubai hanno invece scelto di programmarlo prima dell’inizio delle gare, ma durante il primo giorno. L’entusiasmo dei bambini che hanno partecipato all’iniziativa era proprio quello che occorreva per dare un po’ di adrenalina in questo inizio sonnacchioso di torneo: più di 1200 bambini provenienti da 25 scuole degli Emirati Arabi, hanno prima partecipato a un tennis clinic con dei maestri della locale Academy, poi, verso le ore 12, hanno riempito parte delle tribune, travolgendo di affetto i tennisti che hanno partecipato (Struff, Donskoy – l’anno scorso qui vincitore su Federer – e la coppia di doppio numero 2 in tabellone, composta da Rojer e Tecau). I giocatori hanno fatto qualche scambio con alcuni, fortunati ragazzi, nonché assecondato la loro grande fame di foto e autografi. Una iniziativa lodevole, che ha permesso a tanti bimbi di conoscere da vicino il grande tennis e di entusiasmarsi al nostro sport, almeno credendo agli schiamazzi che arrivavano sino alla sala stampa, che si affaccia direttamente sul campo Centrale.

Venendo alle gare, il programma sul centrale è stato aperto alle ore 14 locali da Philipp Kohlschreiber che l’anno scorso sprecò sette match point su questo campo contro Murray, in una delle due volte (su otto partecipazioni) nelle quali è arrivato ai quarti. Il termometro, quando i giocatori sono entrati in campo, indicava i 24°, una temperatura più che accettabile per giocare al tennis: davanti a uno sparuto pubblico, il 34enne tedesco non ha trovato difficoltà nello sconfiggere il classe 89 francese di origine uzbeka, Gleb Sakharov, 159 ATP: dopo una fase di studio durata quattro giochi, Philip ha preso il largo, chiudendo in appena 73 minuti col punteggio di 6-4 6-1.

Contemporaneamente, si svolgeva sul campo numero 1 quello che per tanti aspetti era, nonostante la classifica modesta dei due contendenti, il match più interessante del programma, l’incontro tra Stefanos Tsitsipas, 82 ATP, e Mikhail Kukushkin, 88 ATP. Il 19enne greco, omaggiato di una wild card dagli organizzatori, era reduce da tre eliminazioni al primo turno consecutive, che avevano oscurato i suoi buoni risultati di inizio 2018 (i quarti raggiunti a Doha e la semifinale nel challenger di Quimper). Il suo indubbio talento era chiamato a dare una dimostrazione di concretezza contro un avversario scorbutico ed esperto come l’uzbeko, tennista che serve bene e capace all’occorrenza di colpi istrionici. Dopo un primo set vinto con relativa facilità per 6-2 in 37 minuti, Stefanos ha dovuto gestire anche la probabile chiamata strategica del medical time-out da parte di Kukushkin. Il secondo parziale ha seguito senza sussulti l’andamento dei servizi sino all’ottavo gioco, nel quale il greco ha sprecato sette pesanti palle break, dando quelli che sino a quel momento erano i suoi primi segnali di insofferenza e nervosismo. In questi attimi abbiamo notato nelle tribune semivuote – saranno all’incirca un centinaio (scarso) gli spettatori di quello che è stato un buon match – il padre e coach Apostolos, che cercava di calmare e indirizzare il figlio, tramite un curiosissimo misto di frasi pronunciate, in alternanza, ora in lingua inglese, ora in lingua greca. All’incirca quando è iniziato il tie-break, si sono sentite in lontananza le autoparlanti diffondere per la strada le preghiere che da precetto i musulmani devono fare: è stato uno dei pochi momenti nei quali ci siamo accorti di essere in un paese islamico, visto che il 90% del pubblico e della (eccellente) macchina organizzativa, almeno quella passata sotto i nostri occhi in questo primo giorno, è occidentale.

Tornando all’incontro, Stefanos ha giocato il tie-break davvero male, sprecando un vantaggio di 3-1 e perdendo la testa. Abbiamo sentito il padre consigliargli: “Dai Stefanos, è solo un punto, resta concentrato!“. A poco è servito: il gioco decisivo è stato dell’uzbeko. Nel terzo set, Kukushkin annulla una palla break nel quinto gioco, ma Tsitsipas ha ancora energia e voglia e, con colpi spettacolari, specie col dritto e con belle volée, strappa nel settimo e nono game il servizio all’avversario, giungendo, dopo due ore e quindici minuti, al secondo turno. Efficace prova al servizio per il giovane greco (16 ace e 1 solo doppio fallo, non ha mai perso la battuta): ora affronterà, in una bella sfida tra rovesci a una sola mano, Kohlschreiber, col quale non ci sono precedenti.

Con il calare della temperatura, anche il pubblico si è fatto più numeroso e sul centrale, gli spettatori hanno assistito alla vittoria senza patemi di Bautista Agut, che ha liquidato in 1 ora e 18 minuti, col punteggio di 6-3 6-4, Florian Mayer, 70 ATP, mostratosi, al di là di qualche anticipo degno del suo repertorio e di qualche colpo di classe, troppo falloso e debole con la seconda (33% di punti vinti quando non gli è entrata la pima) per potersi opporre alla consueta grande solidità dello spagnolo. Contemporaneamente allo spagnolo, sul secondo campo per importanza di quello che era il Club dell’Aviazione (e che ora si chiama “Dubai Duty Free Tennis Centre“), Robin Haase, 43 ATP, ha anch’egli fatto valere i favori del pronostico, sconfiggendo il 21enne qualificato francese Quentin Haylys, 115 ATP. Lo ha fatto non senza penare: in vantaggio di un set, si è ritrovato sotto di un break nel terzo, prima di rimettere a posto le cose e chiudere col punteggio di 7-5 2-6 6-4 in 2 ore e 17 minuti. Curioso l’episodio accaduto a fine match, quando l’olandese è andato a servire per il match nel decimo game: uno spettatore, attardatosi nell’uscire dal campo, ritardava il ritorno al gioco e protestava con gli addetti alla sicurezza, non volendosi sedere. Robin ha perso le staffe e ha urlato con tutto se stesso: “Go, please go!”. Uno scatto di nervi, in un insolito dialogo tra giocatori e pubblico, che lo ha penalizzato, portandolo sullo 0-30, prima di, come detto, riuscire a guadagnare l’accesso agli ottavi in quello stesso gioco.

Sul centrale, il programma serale ha visto Baghdatis, 117 ATP, omaggiato di una wild card dagli organizzatori (è stato finalista qui nel 2016), infilare, sul 5 pari contro Troicki, 66 ATP, un filotto di sei giochi consecutivi che gli hanno garantito gli ottavi, ottenuti col punteggio di 7-5 6-2, in 1 ora e 47 minuti di partita. Bocciato il serbo, autore di una prova in alcuni tratti inguardabile; promosso il cipriota, anche per le belle dichiarazioni ruffiane fatte al pubblico durante l’intervista post match. “Non vi è un posto al mondo dove amo giocare più di questo“. In chiusura di programma, Benoit Paire, 46ATP, non ha tradito la tendenza del giorno, rispettando il pronostico favorevole (in tutti e sei i match hanno vinto i tennisti con la migliore classifica) con la vittoria su Yoshihito Nishioka, 179 ATP, entrato grazie al ranking protetto (quando si infortunò a Miami lo scorso marzo era 58 del mondo; il giapponese è rientrato nel circuito a gennaio). Il talentuoso ma incostante transalpino si è distratto perdendo il servizio per la prima volta nell’undicesimo gioco del primo parziale. Poteva lasciarsi andare e uscire dalla partita, ma Benoit aveva voglia di rimanere nel torneo: la maggiore classe è venuta fuori a fine secondo set, quando ha staccato il nipponico. Nel terzo la partita è stata un assolo francese: Paire ha vinto con il punteggio di 5-7 6-4 6-1, in 1 ora e 45 minuti di gioco.

Domani esordiscono le sei teste di serie rimanenti: spiccano per interesse e livello tecnico, le sfide tra Coric e Gasquet e tra Pouille e Gulbis, ma non va nemmeno dimenticato l’esordio dell’unico azzurro in gara, Thomas Fabbiano, opposto a Krajinovic.

Risultati:

R. Haase b. [Q] Q. Halys 7-5 2-6 6-4
[WC] S. Tsitsipas b. M. Kukushkin 6-2 6-7(5) 6-3
[6] P. Kohlschreiber b. [Q] G. Sakharov 6-4 6-2
[3] R. Bautista Agut b. F. Mayer 6-3 6-4
B. Paire b. Y. Nishioka 5-7 6-4 6-1
[WC] M. Baghdatis b. V. Troicki 7-5 6-2

Il tabellone completo

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