Indian Wells, quali: giornataccia Vinci, è fuori. Avanti Berrettini

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Indian Wells, quali: giornataccia Vinci, è fuori. Avanti Berrettini

INDIAN WELLS – Roberta, in difficoltà fisica e di gioco, esce contro Niculescu. Nessuna italiana nel tabellone principale. Non era mai successo da quando sono stati istituiti i Premier mandatory. Matteo elimina Kudla, manca un passo per la qualificazione

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Il Tabellone maschile delle qualificazioni
Il Tabellone femminile delle qualificazioni

da Indian Wells, il nostro inviato

[3] M. Niculescu b. R. Vinci 6-0 6-4

L’equivalente dei Masters 1000 ATP, nel circuito femminile, sono i tornei cosiddetti Premier Mandatory, categoria di gare istituita nel 2009. In questi 9 anni, non era mai successo che nessuna giocatrice italiana fosse presente o si qualificasse per il tabellone principale. Dispiace molto, per Roberta Vinci, che sia lei a decretare questo record negativo, anche perchè non si può certo dire che sia colpa sua. La tarantina è nelle fasi conclusive di una carriera a dire poco splendida, onora gli ultimi impegni mettendocela tutta, e se le capitano prestazioni sottotono, o brutte giornate come oggi, la cosa va semplicemente accettata. Come è in grado di fare perfettamente lei per prima, il sorriso con cui ha risposto all’applauso del pubbilco californiano che la salutava per l’ultima volta all’uscita dal campo è stato bello e commovente.

Poco da dire o da raccontare sul match in sè, l’avversaria, Monica Niculescu (rumena, 30 anni, 71 WTA, ex top-30)  è un cliente rognoso per chiunque, e la versione sbiadita e affaticata di Vinci che abbiamo visto oggi, sul campo dello Stadium 4 del Tennis Garden di Indian Wells, non ha praticamente avuto possibilità. “Mi dà un po’ fastidio il ginocchio, poi nel primo non sentivo proprio la palla, non ero sicuramente nella mia miglior forma, una sconfitta che ci può anche stare“, conferma l’azzurra. Poco brillante con la rapidità di piedi, Roberta si è lasciata irretire dalla ragnatela di tagli e palle senza peso di Monica, ha perso rapidamente il primo set 6-0, è andata sotto di un break anche nel secondo, ha recuperato ed è passata in vantaggio, si è fatta riprendere, e alla fine ha ceduto 6-4. Troppi errori di misura, molti dritti le sono volati via, e anche il suo colpo migliore, il rovescio slice, non è stato incisivo come di consueto, soprattutto in lungolinea, con Niculescu che riusciva a contrastarlo bene con il suo tipico dritto a sua volta tagliato dall’alto verso il basso. Persa la “guerra della salumeria”, con Monica che oggi è stata la migliore affettatrice, per l’azzurra non c’è stato molto altro da fare.

Bello sentire di aver lasciato un segno nel tennis italiano, inizio però ad avere qualche acciacco. Subire una quantità di slice come quelli di Monica? Mi sono sempre chiesta come sarebbe stato giocare contro me stessa, e oggi l’ho provata la sensazione. Stare lì ogni volta a tirare su i back, non è facile, è una palla totalmente diversa dal solito, devo dire la verità, non mi è piaciuto!“.

Rimane negli occhi, come detto, il bell’omaggio del pubblico, e il sorriso di una ragazza che ci ha dato tante, tante soddisfazioni, e che merita di essere applaudita in ogni caso. Il timore, vista la situazione molto precaria del tennis femminile di casa nostra, aggrappato alla sola Camila Giorgi, acciaccata fisicamente, con Sara Errani ancora in rimonta di posizioni nella classifica WTA, e in speranzosa attesa che Deborah Chiesa dia continuità alla bella prestazione mostrata in Fed Cup contro la Spagna, è che la desolante assenza di giocatrici italiane nel tabellone principale di un evento di questa caratura (inedito assoluto dal 2009, quando queste gare sono nate) possa ripetersi in futuro. Forza ragazze, non è facile rimpiazzare, o anche solo non far rimpiangere, le meravigliose “Fab 4” azzurre, ma bisogna provarci con tutte le forze. “Eh, ma vi avevamo abituati troppo bene fino adesso!“, è la simpatica conclusione di Roberta a fine intervista. Ha ragione.

[7] M. Berrettini b. D. Kudla 6-4 7-5

Ormai è sceso il buio sul deserto californiano, e il campo numero 5 è illuminato dai riflettori, quando tocca a Matteo Berrettini giocarsi la rivincita, nel primo turno di qualificazioni maschili, contro Denis Kudla, lo statunitense di 25 anni, numero 162 ATP (ma best ranking 53), della partita persa nelle “quali” a Melbourne dopo aver avuto due match-point a favore nel terzo set. L’azzurro è favorito sulla carta, essendo ormai arrivato alle soglie della top-100, ma l’avversario è tosto, corre e contrattacca, e incide spesso sul rovescio di Matteo, che è il punto debole del giovane romano. Il servizio di Berrettini, invece, va che è una meraviglia, botte a ripetizione con prime palle spesso oltre i 220 kmh, così come il dritto, che è ormai diventato un’arma affidabile anche a questi livelli e oltre. Il primo set, dopo uno scambio di break all’inizio, si risolve nel decimo game, quando Denis perde la battuta con un paio di errori banali, specialmente un dritto fallito a campo aperto. Matteo incassa volentieri il 6-4, e va subito in vantaggio di un break nel secondo parziale, salendo fino al 3-0.

Matteo Berrettini, Indian Wells 2018

Arriva, giustamente, la reazione di Kudla, che pareggia 3-3, e rimane poi attaccato nel punteggio fino al 5-5, quando Berrettini deve anche annullare (gran dritto a sventaglio) una palla break pericolosissima. C’è Roberta Vinci in tribuna a incoraggiare Matteo, così come il neo-presidente del comitato regionale FIT del Lazio Giorgio Di Palermo, seduto accanto a Sergio Palmieri. Nell’angolo del tennista italiano, coach Vincenzo Santopadre incoraggia con convinzione l’allievo, che è bravissimo a trovare l’allungo decisivo, e a chiudere 7-5. Si giocherà domani, terzo match nello “Stadium 4”, l’accesso al tabellone contro il canadese di 29 anni Peter Polansky, 134 ATP, mai nei top-100. Il traguardo è sicuramente alla portata di Berrettini, che se lo meriterebbe senz’altro.

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