Coric e Chung aria nuova. Murray torna ad aprile? (ri.cr.). Semeraro racconta il mito di Re Roger (Pellerano). Alex Zverev (Stefenelli)

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Coric e Chung aria nuova. Murray torna ad aprile? (ri.cr.). Semeraro racconta il mito di Re Roger (Pellerano). Alex Zverev (Stefenelli)

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Coric e Chung aria nuova. Murray torna ad aprile? (ri.cr., Gazzetta dello Sport 15/03/2018)

Sottotraccia, come ormai è sua consuetudine. Ma di certo dovremo abituarci a vedere l’occhialuto Chung nei turni caldi di ogni torneo. Semifinalista in Australia, quarti a Delray Beach e Acapulco, primi quarti in un Masters 1000 a Indian Wells ridicolizzando Cuevas con la solidità di un muro. Bene anche Coric, che vince la sfida del futuro contro Taylor Fritz e conferma la bontà della scelta di Riccardo Piatti come coach (e Ljubicic come manager): “Non c’è un vero e proprio capo allenatore, ma mi confronto molto con loro. Però mi serviranno tre anni per stare con costanza nei top ten”. E mentre la California esalta la Next Gen (ma c’è sempre sua maestà Federer a vigilare), l’ex numero uno Andy Murray potrebbe anticipare i tempi del rientro e ripresentarsi ad aprile. Muzza, in convalescenza dopo l’operazione all’anca destra di gennaio, secondo il sito della Bbc potrebbe iscriversi a uno dei due nuovi challenger indoor in programma in Gran Bretagna a Glasgow (quindi in casa) il 28 aprile e a Loughborough il 19 maggio. Murray ha già annunciato che comunque salterà tutta la stagione sulla terra e quindi gli restano poche opzioni prima della stagione sull’erba che invece dovrebbe rappresentare il suo rientro sul circuito… [SEGUE].


Semeraro racconta il mito di Re Roger (Fernando Pellerano, Corriere di Bologna 15/03/2018)

Tutto il meraviglioso mondo di Roger affidato al racconto di una penna bolognese, quella di Stefano Semeraro. Da quasi tre decenni cronista attento e scrittore raffinato del circuito tennistico internazionale (dal 1992 alla Stampa), ha dato ora alle stampe con la concittadina Pendragon l’opera più completa e intima riguardante l’attuale numero uno al mondo della racchetta: “Il Codice Federer”, 333 pagine su tutto quello che avreste voluto sapere sul talento di Basilea. Cronache, aneddoti, storie, ritratti e una marea impressionante di statistiche curate da Luca Mariantoni. Prefazione regale di Gianni Clerici… [SEGUE].

Semeraro, come va letta questa biografia?
Come un romanzo, costruito pian piano in parallelo alla sua carriera. Tante vittorie, ma anche gli inciampi o i passi falsi che gli sono serviti per diventare quello che è diventato.

Talento immenso, ma anche tanto lavoro.
Lui l’ha sempre detto: ha capito molto in fretta come allenarsi, come programmarsi. Ha trovato l’alchimia con il suo preparatore Pierre Paganini, il segreto della sua longevità. A differenza di Nadal, doveva solo seguire le necessità del suo fisico.

Ha 37 anni: fino a quando giocherà?
Non ha fissato una data, credo che lo farà quando inizierà a perdere con troppa gente, fra un paio d’anni.

Straordinarie pagine sul bambino di ieri: a due anni pianse per un Becker sconfitto a Wimbledon e iniziò subito a giocare con la pallina da tennis. Da adolescente se sconfitto piangeva.
Vocazione innata, ma da piccolo aveva un caratterino bizzarro. I suoi coach e la moglie hanno tirato fuori il Federer vincente, è stato un processo. I tennisti si arrabbiano, come diceva Mc Enroe “quelli normali vogliono vincere, i numeri uno non vogliono perdere”. Lui sapeva di essere il più forte, aveva una percezione istintiva e non sopportava di sbagliare.

[…]

Tanti incroci con l’Italia.
Che ama. Ci viene in vacanza, va pazzo per la mozzarella di bufala, da giovane ha vinto tanto, gli mancano giusto gli Internazionali di Roma. Sono diversi gli italiani che all’inizio della carriera l’hanno battuto, ma ricordiamo anche un Volandri nel 2007.

Umanamente com’è?
Amichevole e disponibile. Da ex ball boy è gentilissimo con i raccattapalle. Ha il culto dell’amicizia, ma ti mette alla prova per capire se sei quello giusto. Se gli piaci ti ripaga. Si emoziona ancora a giocare.

[…]

In giro sempre con la moglie e i quattro figli. Anche questo un bel numero.
Vita nomade ma familiare grazie alla moglie Mirka, brava a organizzare le trasferte e fare filtro con la stampa. Pensa a tutto. Da ex tennista è in grado anche di palleggiare con Roger.

Dove sta nella Top 5 di tutti i tempi?
In cima. Ecco qua: Federer, Laver, Nadal, Tilden e Borg.


Intervista ad Alexander Zverev (Nina Stefenelli, Panorama Extraurban 15/03/2018)

Alexander Zverev è nato per essere un tennista… [SEGUE]. Per questo Peugeot, che dagli anni ’70 porta il Leone sui campi da gioco sponsorizzando alcuni tra i tornei più prestigiosi, lo ha scelto tra gli ambassador del progetto “New Generation, New Sensations”, a supporto di una nuova generazione di talenti nel tennis internazionale.

Che cosa significa rappresentare lo stesso brand con alcuni del tuoi rivali e quali valori condividete?
La cosa più bella del tennis è che in campo siamo uno contro l’altro. Ognuno di noi vuole vincere e vivere appieno il proprio sogno, ma quando posiamo la racchetta andiamo tutti d’accordo. Peugeot ha riunito un ottimo gruppo di tennisti e i loro risultati parlano da sé.

[…]

Peugeot ha una storia lunga e vincente nel Motorsport, non ultima la vittoria alla Dakar 2018. Spesso gli sportivi di altre discipline si cimentano anche al volante. Ci hai mai pensato?
Ho preso la patente soltanto un paio di anni fa, inoltre la mia vita è già bella piena con il tennis. Sarebbe difficile guidare a quei livelli, ma sicuramente altrettanto eccitante. La competizione attira qualsiasi atleta. È quello che amiamo fare: sfidarci. E vincere, ovviamente.

Al Roland-Garros 2017 Peugeot ha aggiunto alla sua flotta una vettura a guida autonoma del programma PSA Groupe AVA (Autonomous Vehicle for All). 
Peugeot è sempre ai passo con i nuovi progetti ed è stupefacente quello che una vettura può fare con questa nuova tecnologia. Voglio dire, si guida da sola!

Sei cresciuto circondato dal tennis. Hai mai pensato di fare qualcosa di diverso?
Sono cresciuto in una famiglia di giocatori: mia madre e mio padre erano entrambi professionisti e mio fratello Mischa ha occupato la top 25 nella classifica ATP; la mia vita ha sempre ruotato intorno a questo sport e ne sono felice. Alla mia età la maggior parte dei ragazzi è all’università e presto dovrà pensare a cercare un lavoro, mentre io ho la fortuna di girare il mondo praticando lo sport che amo.

Nel corso della tua breve quanto sfavillante carriera hai già battuto alcune leggende del tennis. Qual è stata la tua vittoria più emozionante?
Battere Novak Djokovic a Roma e Roger Federer a Montréal sono stati i punti più alti della mia carriera fino a questo momento. Entrambi hanno dominato da quando io ho memoria di questo sport; sono molto orgoglioso di averli battuti nelle finali dei due Master 1000, ma non voglio fermarmi qui.

Al momento sei al quinto posto nella classifica ATP. Nadal e Federer occupano ancora le posizioni di punta dopo oltre dieci anni. Come può un giocatore rimanere al top per tutto questo tempo?
Forse riuscirò a rispondere nel modo giusto a questa domanda tra 10 o 15 anni. Ho appena cominciato e mi rendo conto di persona quanto è duro essere un tennista professionista. Vedere quello che Rafa e Roger hanno fatto, e continuano a fare, è pazzesco.

[…]

Il 2017 è stato un ottimo anno sia per te che per Mischa. Cosa significa condividere la tua più grande passione con tuo fratello e cosa vi differenzia come giocatori?
lo e mio fratello abbiamo due stili di gioco completamente diversi. Per prima cosa lui è mancino, io no. Lui ha un ottimo serve&volley, mentre io sono più un giocatore a tutto tondo. Entrambi abbiamo avuto come istruttori i nostri genitori. Vincere con lui il doppio a Montpellier nell’ATP 250 lo scorso anno è stato bellissimo, così come averlo accanto quando ho agguantato il titolo nel singolo.

Cosa ti piace di più e di meno nel tennis, e dove vuoi arrivare?
Il tennis fa parte della mia famiglia. Persino mia nonna giocava! Amo tutto di questo sport: richiede tantissimo lavoro e anche se non so quanto lontano arriverò, so per certo che darò tutto me stesso.

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