Miami: Halep di un soffio. Infortunio Keys, avanti Azarenka

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Miami: Halep di un soffio. Infortunio Keys, avanti Azarenka

MIAMI – Si ritira dopo un set Keys contro Azarenka, Halep si salva contro la francese Dodin. Fuori Garcia e Suarez Navarro, tutto facile per le altre favorite

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[WC] V. Azarenka b. [14] M. Keys 7-6(5) 2-0 rit. (da Miami, Vanni Gibertini)

Match clou della terza giornata del tabellone femminile al Miami Open è il secondo turno tra la testa di serie n.14 Madison Keys e la rientrante mamma Victoria Azarenka, al primo torneo al di fuori della California dal Wimbledon scorso, quando aveva avuto inizio il calvario della causa di affidamento di suo figlio Leo. Match sorprendentemente inedito, tra due protagoniste dei piani alti fino ad una-due stagioni fa, che mette di fronte tenniste dalle caratteristiche tutto sommato simili: grande spinta da fondo, più potente Madison, più abile nell’anticipo e nelle traiettorie Victoria.

Purtroppo la partita è durata un set, vinto da Azarenka in 64 minuti con un tie-break da montagne russe, e poi si è dovuta interrompere a causa di un infortunio di Madison Keys alla coscia sinistra, probabilmente all’adduttore, che le ha impedito di continuare a giocare. Davvero un peccato perché il primo parziale aveva avuto tutti gli elementi della grande partita: lunghi scambi, bei vincenti, tennis “a tutto campo” (per quanto possa essere a tutto campo il tennis moderno) e punteggio altalenante. Quasi tutti i game sono stati combattuti, con le risposte spesso e volentieri ad avere la meglio sui servizi, raramente decisivi. Dal 3-1 Azarenka si è passati sul 5-3 Keys, dopo che l’americana si era salvata da una palla dell’1-4 pesante. Come spesso capita, però, la macchina da colpi di Madison si è inceppata sul più bello, cedendo il servizio malamente sul 5-3. Sul successivo 5-5 si è giocato il game più lungo del match (16 punti) durante il quale Azarenka ha dovuto salvarsi da due set point a sfavore, entrambi svaniti per errori non forzati di Keys.

Si è arrivati quindi al tie-break, iniziato di peste da Madison, che è andata subito sotto per 5-0, annullando due set point sul 6-3 ma arrivando alla fine poi per cedere 7-5. Al cambio di campo la statunitense ha chiesto l’intervento del fisioterapista, che le ha fasciato in maniera molto vistosa la coscia sinistra, ma senza riuscire a migliorare la situazione per Keys, che ha resistito solo due game prima di alzare bandiera bianca. “Credo di aver iniziato molto bene, dominando gli scambi – ha detto Azarenka dopo la partita –. Poi ho completamente perso la testa facendola rientrare in partita, lasciandola comandare i punti. Un paio di errori dove non avrei dovuto ed il primo set stava volando via. Quando lei è andata in vantaggio sono rimasta concentrata, giocando un punto alla volta e sfruttando le mie occasioni. Cercavo di essere aggressiva senza aspettare i suoi errori, perché sapevo che non ne sarebbero arrivati tanti. Ho dovuto davvero sudarmelo il primo set”.

Una abbacchiata Madison Keys, invece, ha spiegato così il suo infortunio: “Ho sentito il mio adduttore irrigidirsi a metà primo set, ed alla fine del parziale ho avvertito un netto peggioramento. Ho giocato i primi due game del secondo set senza alcun miglioramento e non volevo peggiorare ulteriormente la situazione”. Azarenka approda quindi al terzo turno dove affronterà la testa di serie n.20, la lettone Anastasija Sevastova, vincitrice in due set su Alizé Cornet.

ANGIE EASY – Non c’è stata e mai ci sarà – almeno finché le condizioni di entrambe saranno quelle attuali – partita tra Angelique Kerber e Johanna Larsson. La svedese sa far tutto meno bene di quanto faccia la ex numero uno del mondo, che con Wim Fissette, col quale collabora da dicembre, sta provando ad aggiungere qualcosa al suo gioco, a diventare un pelo più aggressiva. Questo basta a spiegare il risultato finale, un doppio 6-2 incassato dalla Larrson in un’ora e cinque minuti di lunghi scambi con una sola vincitrice. Kerber non è la prima testa di serie in ordine di tempo ad approdare al terzo turno. La notizia ha più di ventiquattro ore: Amanda Anisimova, la sedicenne che ha incantato a Indian Wells superando due istituzioni del tennis femminile, Anastasjia Pavlyuchenkova e Petra Kvitova, è uscita malconcia dal match di primo turno vinto contro la cinese Wang, la più forte delle nove che abitano il ranking WTA. Il sorriso nella foto che ha mostrato attraverso il suo profilo Instagram pareggia il timore che possa esserle accaduto qualcosa di più brutto di ciò che quel gesso e le stampelle possono far pensare. Garbine le ha augurato una pronta guarigione e nel frattempo potrà trascorrere un po’ di ore sul campo per preparare la prossima partita. Affronterà Christina McHale, americana cresciuta ad Hong Kong capace di exploit simili a quello odierno. Non ha avuto scampo l’ottima Strycova, che sin dal prime battute è apparsa smarrita, disorientata e non è più riuscita a rientrare dal 5-0 iniziale. McHale rompe così l’incantesimo che l’ha vista per sei volte nelle sei edizioni dal 2012 ad oggi fermarsi al secondo turno.

LA MAGA E KAROLINA – È stata partita vera tra Agnieszka Radwanska e Alison Van Uytvanck, e il due a zero ottenuto dalla polacca riconsegna qualche speranza ai suoi fan ormai afflitti. L’appellativo di Maga potrà riguadagnarselo già sabato, quando probabilmente troverà dall’altra parte della rete la numero uno del mondo Simona Halep. Sarà necessario rivedere le percentuali sulla prima di servizio, oggi sotto il 50%. Buona la prova della belga, che sarà presumibilmente la numero due della squadra di Fed Cup, avversaria dell’Italia. Ragazza ancora giovane (è nata nel 1994) piena di talento e dal rendimento irregolare: può essere un fattore nel weekend del 21 e 22 aprile. Per ambo le squadre. Karolina Pliskova è costretta agli straordinari da Ekaterina Makarova che si arrende dopo 1h50 di battaglia in cui la russa è stata avanti di un break in ciascuno dei due set, persi entrambi per 7-5. Nel secondo set Makarova ha avuto anche la possibilità di servire per portare al match al terzo sul 5-4. Occasione sprecata cedendo il servizio a 15. La quinta testa di serie se la vedrà al terzo turno con la numero 61 del ranking Su-Wei Hsieh.

RISCHIO HALEP – “Mentre su Miami calavano le prime ombre della sera…”, si direbbe se fosse un caso del celebre Nick Carter, la romena Halep (1 WTA, tds 1) combatteva e batteva la fortunata perdente francese Oceane Dodin (98 WTA) sul cemento lento dello Stadium. E non lo faceva solo contro l’avversaria, ma anche con un fastidioso dolore alla parte destra del collo che forse in parte le è costato il primo set. Un medical time out alla pausa e un altro intervento del fisioterapista poco dopo rimettono un poco in sesto Simona che con un ace restituisce il 6-3 patito nel set d’avvio. La numero uno però non sta bene e si vede. Nervosa, all’inizio del terzo set spacca la racchetta mentre Dodin strappa forte andando per due volte avanti di un break, e solo i continui doppi falli non le consentono di confermare e staccarsi definitivamente. Halep gioca con coraggio cercando di spingere per prima e quando riaggancia sul 4 pari sembra fatta. La giovane Dodin invece tira fuori il miglior game al servizio del match e lo vince di carattere ai vantaggi con una gran prima esterna dopo aver sprecato un 40-15. La francese resiste ma il sedicesimo doppio fallo con cui apre il suo turno seguente e un drittaccio scentrato la inguaiano, la risposta vincente di Halep la condanna perché Simona difende il servizio a zero e vince con un ace centrale. È stata brava a sopravvivere in condizioni difficili ma serpeggiante rimane la sensazione che al suo stile di gioco manchi sempre quel pizzico di potenza e creatività per ottenere i massimi traguardi. Soprattutto oggi che nuove mani pesanti si affacciano nel circuito femminile. Per lei prossimo turno contro Radwanska, poi Azarenka o Sevastova agli ottavi.

MONICA AFFILATA – Una piccola sorpresa si era avuto poco prima sul court 9 quando i tagli di Monica Niculescu (70 WTA) hanno lasciato sanguinante al suolo Magdalena Rybarikova (18 WTA, tds 17). Il gioco della romena andrebbe salvaguardato dall’ONU per la sua unicità e la slovacca ha mostrato ancora di non capirci nulla perdendo il sesto confronto su nove in due set senza storia. Vedremo come se la caverà Sloane Stephens (12 WTA, tds 13), avversaria di Monica al prossimo turno, a picchiare su quelle traiettorie bassissime. La regina degli US Open 2017 ha disposto in tutta tranquillità della wild card australiana Ajla Tomljanovic (90 WTA), sconfitta per la quarta volta su quattro in carriera. È ancora presto per intuire cosa avrà voglia di fare l’imprevedibile statunitense nel torneo, si profila un ottavo di finale a tutto braccio contro Garbiñe Muguruza e quel giorno sapremo.

CARO FLY DOWN – Anche sul court 2 fischiavano proiettili, ma al contrario di quanto si potesse credere, erano quelli scagliati da Alison Riske (104 WTA) contro la francese Caroline Garcia (7 WTA, tds 7). La statunitense è riuscita a ripetere il successo ottenuto a Wimbledon 2012, quando Caroline non aveva ancora 19 anni. Per lei Wang al prossimo turno e forse pié veloce Kerber agli ottavi. L’ultima testa di serie di un certo peso era impegnata sul poco nobile court 8 in un teutonico scontro fratricida. E ci ha rimesso lei pure le penne. Julia Goerges (13 ATP, tds 12) ha perso al terzo una vera battaglia con la connazionale Carina Witthoeft (57 ATP). Per Julia la vita tennistica è ricominciata a 29 anni suonati ma Witthoeft aveva vinto il solo precedente un anno fa sulla terra di Norimberga e nell’incontro odierno la superficie ha detto la sua. Si tratta di cemento, certo, ma di una lentezza esasperante… Gli ultimi incontri di giornata coinvolgevano “color che son sospese” ovvero teste di serie e non, senza enormi differenze di classifica. Nel più sorprendente di questi la ventitreenne cinese Wang (125 WTA) ha asfaltato la spagnola Carla Suarez Navarro (23 WTA, tds 27) in meno di un’ora. Da segnalare poi le facili, troppo facili, vittorie di Zarina Diyas (56 WTA) contro quel che resta di Svetlana Kuznetsova (27 WTA, tds 18) e della giocatrice di Taipei Hsieh (61 WTA) sulla romena Sorana Cirstea (33 WTA, tds 32).

A cura di Marco Lauria e Raffaello Esposito

Risultati:

[3] G. Muguruza b. [WC] A. Anisimova W/O
[30] A. Radwanska b. A. Van Uytvanck 6-3 7-6(4)
[20] A. Sevastova b. A. Cornet 7-5 6-4
[10] A. Kerber b. J. Larsson 6-2 6-2
C. McHale b. [25] B. Strycova 6-1 6-4
[23] A. Pavlyuchenkova b. A. Sasnovich 6-2 3-6 6-2
[5] Ka. Pliskova b. E. Makarova 7-5 7-5
C. Witthoeft b. [12] J. Goerges 7-6(2) 4-6 6-4
[Q] M. Niculescu b.[17] M. Rybarikova 6-3 6-3
[1] S. Halep b. [LL] O. Dodin 3-6 6-3 7-5
[Q] A. Riske b. [7] C. Garcia 6-3 6-1
[Q] Y. Wang b. [27] C. Suarez Navarro 7-5 6-3
S.W. Hsieh b. [32] S. Cirstea 7-5 6-2
Z. Diyas b. [18] S. Kuznetsova 6-1 6-3
[13] S. Stephens b. [WC] A. Tomljanovic 6-1 6-3
[WC] V. Azarenka b. [14] M. Keys 7-6(5) 2-0 rit.

Il tabellone completo

Il podcast del DAY 3: Sunshine Drive 16 – Sfida all’ultimo toilet break

 

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