Federer: “Niente terra, neanche Parigi”. Kokki: “In campo per vincere”

Interviste

Federer: “Niente terra, neanche Parigi”. Kokki: “In campo per vincere”

Roger salterà la stagione sulla terra, Roland Garros compreso. “Merito di aver perso il n.1”. Kokk è il settimo australiano a batterlo. Ma non chiedetegli chi sono gli altri sei

Pubblicato

il

 

Dopo la bruciante sconfitta nella finale di Indian Wells contro Juan Martin del Potro, Roger Federer ha perso ancora all’esordio a Miami, ancora al tiebreak del terzo set, ancora contro un tennista deve pareggiare il conto con la cattiva sorte. Questa volta a sorprendere il maestro di Basilea al fotofinish è stato il 21enne australiano Thanasi Kokkinakis, che nell’anno e mezzo in cui era stato costretto ai box dagli infortuni aveva addirittura pensato di ritirarsi dal tennis.

Comprensibile che gli umori in conferenza stampa dei due tennisti siano ben diversi. Federer non ci gira troppo attorno. “È stata una delusione. Non so perché non ho giocato ad un livello soddisfacente oggi. A volte ti capitano questo tipo di incontri. A volte riesci a venirne fuori e oggi non ci sono riuscito”, ha affermato sommessamente il 20 volte campione Slam. Questa sconfitta gli è costata la vetta del ranking ATP, in favore del suo rivale di sempre Rafa Nadal. “Me lo merito”, commenta con forse eccessiva autocritica il fenomeno elvetico. Qualcuno gli domanda se non abbia giocato in Florida solo per mantenere il primato. Lui nega assolutamente. Poi l’annuncio, che abbiamo già anticipato nella cronaca: “Ho già deciso di non giocare sulla terra”. “Nemmeno il Roland Garros?”, gli chiede un giornalista speranzoso di rivederlo calcare il Philippe Chatrier, dal quale manca ormai dal 2015. “No, nemmeno quello”, risponde convinto. Arrivederci dunque sulla tua amata erba Roger.

Ma nella sua conferenza stampa c’è spazio anche per un’analisi delle sue sensazioni durante il match. “Onestamente nel terzo sarebbe potuto succedere di tutto”, sottolinea Federer. “Non avevo buone sensazioni. Non riuscivo a sentire bene la palla. Gli spostamenti non erano buoni”. La partita è girata all’inizio del secondo parziale. “È cominciato tutto all’inizio del secondo set quando ho avuto delle palle break nel primo gioco, lui me l’ha quasi regalato e io non sono riuscito a prendermelo”, commenta il maestro di Basilea. “Dopodiché ho giocato male, più o meno per dieci minuti, il che mi è costato il secondo set e forse la partita”. E poi, come si sa, il parziale decisivo è una lotteria. “Sentivo che il terzo set sarebbe potuto essere pericoloso”, prosegue Roger. “Sentivo che ogni volta che avevo delle opportunità le cose andavano male per me: io prendevo delle cattive decisioni e lui delle buone. Sentivo che avrei potuto pagare il prezzo per le chance mancate”.

Kokkinakis è invece giubilante per questa vittoria, nella quale ha creduto ancora prima di entrare in campo. “Il mio obiettivo per questo match non era vincere qualche gioco o essere competitivo”, afferma con una certa spavalderia il tennista di Adelaide. “Mi sono dato una possibilità di vincere per davvero. Dovevo solo fare il mio gioco. All’inizio avevo un po’ fretta. Lui ti mette un sacco di pressione, ha un gioco diverso da tutti gli altri tennisti. Mi è servito un po’ di tempo per abituarmi. Ma quando il gioco si è rallentato ho cominciato a fare quello che dovevo. Penso di essere stato in controllo della maggior parte degli scambi da fondo campo”. Nonostante non lo avesse mai affrontato in un match ufficiale, Kokkinakis conosceva molto bene il gioco di Roger. I due infatti si sono allenati insieme in off-season a Dubai. “Forse mi ha aiutato a sapere quello che gli piace fare”, dice Kokk che poi ammette di essere stato “tutto orecchie” quando il maestro di Basilea gli dava consigli tra un palleggio e l’altro. E forse ora Federer rimpiange di essere stato tanto generoso e solidale contro questa giovane promessa del tennis down under, perseguitata dalla sfortuna.

Kokkinakis è il settimo australiano ad aver mai battuto il campione rossocrociato. Gli altri in ordine cronologico sono: Pat Rafter, Lleyton Hewitt, Richard Fromberg, James Sekulov, Mark Philippoussis e Nick Kyrgios. Un giornalista glielo fa notare. “Sono sorpreso, pensavo fossero meno”, scherza Thanasi che poi ammette di non avere idea di chi siano Fromberg e Sekulov. Mentre il secondo in effetti non era proprio un nome di primo piano, Fromberg è stato perfino n.24 nel 1990. Ora però starà a lui fare in modo di essere ricordato nel futuro, ripartendo da questa straordinaria affermazione.

Continua a leggere
Commenti
Advertisement

⚠️ Warning, la newsletter di Ubitennis

Iscriviti a WARNING ⚠️

La nostra newsletter, divertente, arriva ogni venerdì ed è scritta con tanta competenza ed ironia. Privacy Policy.

 

Advertisement
Advertisement
Advertisement