Miami, spunti tecnici: Shapovalov, il dritto per diventare grande

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Miami, spunti tecnici: Shapovalov, il dritto per diventare grande

MIAMI – Del fantastico rovescio di Denis si è parlato pure troppo. Ma nel tennis moderno, senza il dritto, non si fa strada. Il canadese lo sta migliorando a vista d’occhio e ci lavora ogni giorno

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Come di consueto, innanzitutto, benritrovati a bordocampo, stavolta dal Crandon Park Tennis Center di Key Biskayne, Miami. Luogo che definire un piccolo paradiso naturalistico (almeno tanto quanto Indian Wells lo è del tennis in senso stretto) è riduttivo, siamo su un’isola ricoperta di vegetazione lussureggiante, nel mezzo ci sono i campi da tennis e lo stadio, basta attraversare il parcheggio, sono non più di 200 metri di passeggiata, e sei in spiaggia. Ma spiaggia seria, di quelle con la sabbia candida, le palme, l’oceano, e tutti gli annessi e connessi. Il fatto che a livello di strutture vere e proprie, e di servizi per gli addetti ai lavori, si possa rilevare qualche mancanza rispetto ad altri eventi sportivi, viene quindi abbondantemente compensato dall’ambiente da favola tropicale che ci circonda. E a parte qualche giornata di particolare afa o umidità, le temperature sono assolutamente gradevoli, l’ideale per godersi lo sport all’aria aperta.

In una bella mattinata di sole, sono passato al campo 1, un’oretta prima dell’inizio dei match programmati. E ho trovato il giovane canadese rampante Denis Shapovalov, impegnato in un allenamento molto specifico e mirato, sulle esecuzioni del dritto aggressivo in spinta da varie posizioni, ben diretto dall’ottimo coach Martin Laurendeau. Super-rovescio a una mano a parte, era da un bel po’ che seguivo l’evoluzione in positivo del dritto di Denis, che ormai sta diventando un’arma importantissima nel già ricco e brillante repertorio di “El Shapo”, come lo hanno soprannominato i p.r. di Tennis Canada. Devo dire, per quello che ho visto, e anche per quello che Denis ha saputo implementare in partita finora, che il lavoro fatto sta pagando eccome. Andiamo a vedercelo per bene. Come sempre quando ce lo permettono, tutti i video e le foto sono esclusivi e originali.



Qui sopra, fasi di preparazione e impatto di un dritto in open stance tirato diagonale, l’esercizio prevedeva due accelerazioni consecutive, una in cross per aprirsi il campo, e una successiva in avanzamento verso la rete a chiudere il punto, o quantomeno a mettere in estrema difficoltà il difensore per poi giocare una volée semplice. Vediamo, dall’alto, che Denis ormai ha sviluppato una ottima ovalizzazione, la testa della racchetta scorre bella fluida verso la palla, l’appoggio del piede esterno (il sinistro nel suo caso) è ben caricato, ma non “piantato giù” in modo eccessivamente statico.


Vediamo bene qui sopra perchè è necessario che l’appoggio esterno in open stance si mantenga mobile e non troppo avvitato al terreno: contemporaneamente allo sviluppo del finale windshield-wiper (a tergicristallo), che ci fa capire la direzione del colpo guardando la rotazione busto-spalle, e anche lo sguardo dello stesso giocatore, il piede sinistro, che sta scaricando la spinta verso l’alto-avanti, va in rotazione interna di 90° buoni, portando in modo automatico Denis in una postura perfetta per il successivo split-step frontale, e il movimento in avanzamento a seguire la traiettoria appena sferrata, per chiudere gli spazi e trovare la palla difensiva in arrivo dentro il campo.



Vediamo qui sopra le fasi di preparazione del dritto conclusivo, effettuate insieme a uno splendido spostamento in avanti, che parte da un passo lungo del piede destro, seguito da una bellissima dimostrazione di indipendenza e controllo tra la parta alta e bassa del corpo. La racchetta, infatti, viene portata alla distensione posteriore, mentre la gamba sinistra, dallo stesso lato, fa il passo in dinamica in direzione esattamente opposta. Quando va giù il piede sinistro (la palla è entrata nell’inquadratura), vediamo Denis che pur al temine di uno spostamento estremamente rapido, sta scatenando lo swing a colpire in equilibrio verticale perfetto. Impattare una palla in avanzamento in questo modo è di difficoltà estrema, basta sbagliare il ritmo della preparazione di una frazione di secondo, o mettere giù l’appoggio conclusivo dieci centimetri troppo avanti o indietro, e sei fortunato se la trovi col piatto corde, l’errore o la steccata diventano inevitabili.


Come vediamo qui sopra, l’amico Denis la palla la prende in pieno sweet spot, che più pieno non si può, ne esce un tracciante imprendibile, la conclusione del colpo è ottima per dinamica e fluidità, non si arresta la corsa in avanti, nel caso in cui l’avversario fosse stato in grado di ribattere Shapovalov era già pronto con lo split-step oltre la metà campo per poi andare a giocare al volo. Sequenza di alta scuola tecnica, vedendolo dal vivo e da vicino sembra di una facilità imbarazzante, ma è lui che la fa sembrare tale per la naturalezza con cui esegue una serie di movimenti di simile complessità. Che bravo.


Qui sopra, apprezziamo quella che è una delle qualità migliori di Denis, a prescindere dal colpo che esegue, ovvero la grandissima elasticità e reattività di gambe. Il canadese è uno di quelli che sul campo rimbalzano come molle, e volano in sospensione dinamica praticamente su ogni palla. Nell’allungo in recupero laterale che vediamo qui, è molto bello il modo in cui “El Shapo”, mentre esegue lo swing, lascia andare l’inerzia delle gambe verso l’esterno, trovando così gli appoggi a fine esecuzione già spostati per permettergli di avere il peso istantaneamente proiettato verso il rientro al centro del campo. Come uno sciatore che chiude la curva nello slalom.

Qui sopra, per concludere la carrellata sul bel dritto che ha ormai Shapovalov, un video in slow motion che ci fa apprezzare, come già evidenziato dalle immagini precedenti, la grande esplosività di gambe del canadese, ma soprattutto l’impeccabile lavoro degli appoggi per arrivare alla postura di caricamento ottimale. Denis qui parte con un doppio saltello laterale, di fianco, arrivando a mettere giù i piedi e allo stesso tempo ruotare il corpo di 90° con l’ultimo step, venendo così a trovarsi in posizione perfettamente frontale rispetto al campo e alla palla in arrivo. Se osserviamo la riga di fondo, e dove piazza le zampe Shapo, lo vediamo chiaramente. Da lì, si scatena la torsione del busto-spalle, con potenza moltiplicata dall’ingresso dell’anca, che è l’enorme vantaggio dell’esecuzione in open stance. Che botta, sono palle che non tornano.

In conclusione, non serve dirlo, lo so da solo: un pezzo tecnico su Denis senza che si veda il suo fantastico rovescio è inaccettabile. Per finire in bellezza, ma bellezza vera, eccolo qui, prima in foto, poi in un altro video al rallentatore.

Qui sopra, due momenti dell’allenamento in risposta. A sinistra il caricamento, guardate quanto apre il piatto corde Shapo per poter poi trovare la legnata semipiatta, a destra l’impatto, come sempre in piena sospensione e slancio laterale. Poco da aggiungere, roba di livello altissimo.


Qui sopra, a sinistra, il finale di una botta da dentro il campo talmente violenta da far finire il giocatore in semi-rotazione (senza però mai perdere il controllo dell’asse di equilibrio, che come vedete è assolutamente centrale). Guardate dove finiscono le braccia di Denis, soprattutto il sinistro, più di così si disarticola la spalla. A destra, la sempre ammirevole compostezza di un rovescio tirato, come di consueto, in volo con entrambi i piedi che staccano dal terreno per facilitare l’azione del piatto-corde, che così sale meglio sopra al top-spin appena respinto.

Qui sopra, infine, un video in alta definizione e rallentato che mostra la perfezione del caricamento, del gioco di gambe, e dello swing a colpire di Denis quando spinge il rovescio a chiudere da relativamente comodo, senza spostamenti precedenti. Si capisce bene perché farlo impattare da fermo è una cosa da evitare per tutti, gli partono fiondate come quella appena vista che lasciano chiunque a metri dalla palla. Uno spettacolo, ma questo si sapeva da un paio d’anni. Il lavoro sul dritto documentato più su, invece, ha portato a miglioramenti enormi, ben visibili, che non erano affatto scontati, e che testimoniano della serietà e dell’impegno del ragazzo per raggiungere il proprio massimo potenziale.

Non so se sarà in questo torneo, o quest’anno, o il prossimo, ma una molla umana che spinge i colpi in questo modo prima o poi il risultato che dà una svolta alla carriera lo farà. Propenderei per il prima. Vamos, “El Shapo”, facci divertire.

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