Doppio disastro, il peggiore in 21 anni. Ma vedo Fognini e Seppi favoriti se...

Editoriali del Direttore

Doppio disastro, il peggiore in 21 anni. Ma vedo Fognini e Seppi favoriti se…

Si teme per la schiena di Fabio. I tre break subiti ieri sono dipesi da quella? Ma è più terraiolo lui di Pouille. Idem Seppi con Chardy. Sarà l’ultima Davis per chi?

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Sembrava che me lo sentissi quando ho scritto nell’editoriale di ieri che anche in caso di sconfitta nel doppio la squadra che lo avesse perso sarebbe stata ugualmente in lizza per la vittoria finale. Ovvio che servirebbe una piccola grande impresa con un handicap da rimontare. Certo dover vincere due singolari, pur equilibrati sulla carta, non è come doverne vincere uno solo. Ma Fognini, se sta bene, è più terraiolo di Pouille e Seppi lo è più di Chardy, se anche lui non sta male come è stato per un mesetto. Alla fatica di Fognini per 5 ore di tennis, non credo, anche se lui ha detto di essere stanco. In doppio francamente si è stancato poco o nulla. Il problema semmai è la schiena, se davvero gli fa male sul serio.

Quel che non avevo proprio previsto era che Fognini e Bolelli giocassero cosi male, uno peggio dell’altro e per tutta la partita, come ha fatto notare anche Barazzutti. Tuttavia è quasi da record negativo perdere in meno di due ore e collezionare appena 8 games dopo un primo set perso malamente per un ultimo sciagurato game, quello ceduto sul servizio di Bolelli sul 5 a 4, con due doppi falli consecutivi dopo che Fognini aveva ciccato uno smash facilissimo mandandolo alle stelle. “Non avevo mai fatto due doppi falli di fila” avrebbe detto Bolelli in una conferenza stampa in cui Fognini ha preferito non aprire letteralmente bocca, tanto è sembrato demoralizzato. Il sospetto, come dicevo, è che non stia bene. Dopo aver infatti accennato in alcune interviste televisive alla propria stanchezza si è lasciato sfuggire un “e poi ho un po’ mal di schiena… ora farò alcuni trattamenti”. Mi chiedo se quei tre break subiti al servizio, nei quali ha fatto due soli punti contro 12 dei francesi, non possa essere stato in parte provocato da quel mal di schiena su cui peraltro è stata sparsa una coltre di mistero.

Sarebbe un vero peccato se non potesse difendere le sue chances contro Pouille, un giocatore che esprime il suo miglior tennis sui campi veloci. Vero che il francese è giovane, e che è n.11 del mondo dopo aver fatto irruzione fra i top-ten (il sogno di Fognini) ma in carriera ha vinto un solo torneo sulla terra rossa. E Fognini sei.
Anche secondo i colleghi francesi dell’Equipe Fognini dovrebbe essere considerato favorito. Speriamo che non si sbaglino, perché secondo me Seppi, seppure non sia in grandissimo spolvero, ha il 51% di chances di battere un Chardy che non mi è parso per nulla irresistibile, tantomeno trascendentale. Come ho scritto ieri Chardy, n.80 del mondo, mi è parso anche in condizioni atletiche non straordinarie. Vedremo. Frank Ramella, vecchio amico dell’Equipe che venerdì scorso mi aveva replicato con spirito – quando gli avevo chiesto a fine del primo set fra Pouille e Seppi che non avevo visto “Ti sembra veloce questo campo?” – “no Ubaldo, mi sembra lento Seppi!mi ha escluso che il mancino Mannarino possa subentrare a sorpresa a Chardy e mi fido. Anche se so che Yannick Noah è capace di inventarsi qualunque cosa.

Il doppio perso dagli azzurri con appena 8 games in tre set, 64 63 61, 1 h 51 m, è la peggior prestazione di una coppia italiana in coppa Davis dal ’97 quando Camporese-Nargiso persero 61 61 62 dagli svedesi Bjorkman-Kulti a Norkoepping. In doppio notoriamente i break al servizio sono per solito pochissimi. Gli azzurri ne hanno subiti sette.

Se l’Italia dovesse perdere – ma il discorso potrebbe valere anche per la Francia – questa potrebbe essere l’ultima gara della storia per la vecchia Coppa Davis datata 1900 e creata da Dwight Davis. A Genova ho avuto occasione di parlare, proprio questo sabato, con il presidente della Federazione Internazionale David Haggerty che mi ha detto: “Tutto il board ITF è unanimemente deciso a cambiarne la formula e a farla giocare in unica sede nell’arco di una settimana”. E quando gli ho chiesto se pensasse di avere più del 30 o del 40% di spuntarla con la sua rivoluzione, mi ha detto: “Guarda che contiamo di partire da più del 50%”.

Io sono scettico e così mi sono parsi anche i colleghi francesi, che però sanno bene come il loro presidente espresso dalla Corsica, Bernard Giudicelli, vicepresidente ITF, la pensi come Haggerty. Alle mie perplessità legate anche al discorso logistico – ci vogliono tre campi-stadio con almeno 6.000 posti per ospitare 18 squadre in una settimana, e costruire stadi per una settimana da buttare giù l’indomani non è uno scherzo anche a disporre di un mega impianto fieristico –Giudicelli mi ha risposto giovedì: “Il problema non è logistico, in certi posti i 3 stadi ci sono già (al che io ho fatto presente che salvo che in Australia tre campi coperti di quelle grandezze non mi venivano in mente), ma è semmai un problema di calendario, di stagionalità”. Io personalmente dubito che il progetto rivoluzionario vada in porto, però i politici spesso sanno fare molto bene i conti sui voti, sulle lobbies. Altrimenti Francesco Ricci Bitti non sarebbe riuscito a restare in sella alla presidenza della federazione internazionale per una durata record di 16 anni.
Intanto i capitani di Francia e Italia, Noah e Barazzutti, e tutti i giocatori qui presenti, sono però contrari.

Il doppio è stato equilibrato solo nel primo set. Per una trentina di minuti insomma. Cioè, come dicevo, fino a che sul 5-4 ha servito Bolelli. Prima uno smash facilissimo sciaguratamente buttato in tribuna da Fognini, poi due doppi falli di Bolelli: break e primo set ai francesi. Poi Fognini ci ha messo del suo, 3 turni di servizio persi, nel secondo e nel sesto game del secondo set (0-2 e 1-5) e poi nel primo del terzo, raccogliendo la miseria di 3 punti contro 12! “Di solito uno dei due poteva giocare male e l’altro lo tirava su. Oggi hanno sempre giocato male entrambi allo stesso tempo” è stato il commento di Barazzutti: “Succede nel tennis…Ma non abbiamo ancora perso”.
Yannick Noah ha un po’ ironizzato sul break chiesto dagli italiani a fine secondo set, prima la pipì di Bolelli, poi il fisio intervenuto a “curargli” il braccio. “Ho giocato per 20 anni e non ho mai avuto bisogno di fare pipì…probabilmente hanno cercato – e il regolamento lo consente – di spezzarci un po’ il ritmo”.

Poi Barazzutti si è soffermato sul tifo dei francesi, ben più entusiasta di quello degli italiani (ma oggi c’era poco da entusiasmarsi) che si sono invece sfogati a fischiare e insultare i fans transalpini. “Invece di insultare gli altri, senza capire che chi affronta una lunga trasferta per sostenere la propria squadra non può non farlo con grande calore e partecipazione, gli italiani farebbero bene a fare come i francesi…”. Mi trovo ancora d’accordo con Barazzutti, ed è già la seconda volta in questo weekend. Mi devo preoccupare? Intanto la Germania è avanti 2-1 con la Spagna di Nadal. Chi vincerà oggi di quelle due nazione dovrà affrontare in trasferta o la Francia o l’Italia a settembre.

Un’ultimo dato statistico prima di chiudere: l’Italia ha rimontato un handicap di 2-1 in Coppa Davis soltanto tre volte dacchè esiste il World Group dal 1981. Nell’84 a Telford (l’eroe fu Ocleppo) con la Gran Bretagna, nel ’99 a Sassari con la Finlandia, nel 2014 a Napoli con la Gran Bretagna. Altre due risalgono alla preistoria: nel 1928 con la Cecoslovacchia e nel 1932 con il Giappone. Non ci resta che sognare la sesta rimonta. Yes we can, avrebbe detto Barack Obama. Proviamo a dirlo, molto più modestamente, anche noi. Con questa spina nel cuore: il mal di schiena di Fognini è cosa vera e temibile?

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