Coppa Davis: Cilic formato Slam, Croazia in semifinale contro gli Stati Uniti

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Coppa Davis: Cilic formato Slam, Croazia in semifinale contro gli Stati Uniti

VARAZDIN – Il n. 2 del mondo gioca un match perfetto e lascia solo tre game a Kukushkin, riportando la sua nazionale in semifinale per la seconda volta in tre anni. A settembre ospiteranno gli Stati Uniti

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COPPA DAVIS, QUARTI DI FINALE

CROAZIA-KAZAKISTAN 3-1

M. Cilic vs M. Kukushkin 6-1 6-1 6-1 (dal nostro inviato a Varazdin)

Marin Cilic l’aveva detto venerdì in conferenza stampa che quest’anno per lui è un vero piacere giocare in nazionale. E oggi l’ha dimostrato con i fatti sulla terra rossa dell’Arena Varazdin, annichilendo un Mikhail Kukushkin che ha subito la sconfitta più cocente della sua carriera in Davis (mai aveva raccolto un numero così esiguo di game: le peggiori fino ad oggi erano state quelle contro Kuznetsov nel 2016 e del Potro nel 2011, in cui racimolò cinque game). Prestazione sontuosa del n. 3 del mondo (“Probabilmente il più miglior match in Coppa Davis, ho giocato ad un livello veramente alto” dirà dopo il match), che da fondo è stato praticamente perfetto, aggredendo per tutto l’incontro un avversario che, obiettivamente, non aveva e non ha le armi per contrastare Cilic quando il croato si esprime così. Tre set a zero, in due ore di gioco, e la Croazia supera 3-1 il Kazakistan, qualificandosi per la quarta volta nella sua storia alle semifinali di Coppa Davis. Dove affronterà – in casa e “al 99% sulla terra, dobbiamo decidere se all’aperto o indoor” come hanno detto lo stesso Cilic ed il ct Krajan in conferenza stampa – gli Stati Uniti, battuti 3-2 nell’ultima sfida tra le due nazionali, a Portland nel 2016.

Cilic parte subito concentratissimo, la prima di servizio stenta a decollare ma da fondo è solido e aggressivo sin dal primo quindici. Kukushkin è uno bravo a mescolare la carte, variando velocità e tagli, come ha dimostrato anche venerdì facendo andare in confusione Borna Coric nel secondo singolare. Il n. 3 del mondo lo sa bene, dato che in passato ci ha fatto fatica anche lui. Persino nel suo torneo preferito, gli US Open, dove due anni fa ha avuto bisogno di cinque set per domare il kazako. Perciò non lo fa respirare, spingendo per mantenere sempre l’iniziativa. Il 30enne di Volgograd non si aspettava che il suo avversario inserisse il turbo già alla partenza e si ritrova subito sotto di un break. Kukushkin cerca di rimettersi in carreggiata e di applicare il piano tattico studiato a tavolino: giocare profondo sul rovescio del suo avversario per sfruttare a suo svantaggio la fisiologica lentezza laterale dell’1,98 croato e affondare poi sul lato destro. Ma se l’altro ti tira comodini, e anche di pesante legno massiccio, hai poco cosa giocare di fioretto. Il pugnetto verso la panchina per il secondo break del 5-1 dopo un game di 16 punti fa capire che il 29enne di Medjugorje oggi è veramente focused, come confermerà lui stesso nel dopo partita (“La chiave oggi è stata non pensare mai al punteggio, e rimanere sempre focalizzato sul mio gioco”). Subito dopo infatti arriva il 6-1 Croazia e sulle tribune dell’Arena Varazdin (oggi finalmente un po’ più piene) risuona il coro “Marin Cilic, Marin Cilic.

Il n. 92 del mondo è visibilmente scosso dalla piega che ha preso il match e nel secondo set perde nuovamente il servizio alla prima occasione. Primo piccolissimo passaggio a vuoto di Cilic nel game successivo, quando più per demeriti propri che per meriti altrui concede la prima palla break dell’incontro. Ma il croato a colpi di mortaio rimette subito le cose a posto e poi sale ulteriormente di livello. Ora non c’è veramente partita: la pressione da fondo di Cilic, unita alla pesantezza dei suoi fondamentali, è insostenibile per il suo avversario. Altro 6-1 Croazia, in 33 minuti, e dopo 1h e 10′ la squadra di casa è ad un set dalla semifinale.

Toilet break all’inizio del terzo parziale per Kukshkin, probabilmente tattico che più tattico non si può per cercare di far uscire il suo avversario dal “flow”. Ma contro il Cilic di oggi serve ben altro perché quando dopo qualche minuto i due rientrano in campo il tennista di Medjugorje continua a martellare come un ossesso. “Ho fatto del mio meglio, ma oggi Marin era troppo superiore” dirà onestamente in conferenza stampa Kukushkin. Che nel secondo gioco fa appello a tutto il suo orgoglio per annullare quattro palle break, ben sapendo che se perde il servizio è finita. Ma alla quinta Cilic sfonda. “Purtroppo subire i break all’inizio di tutti e tre set ha dato ancora più tranquillità a Cilic” osserverà il ct kazako Doskarayev nel dopo partita. Un piccolo rilassamento del croato lo costringe ad affrontare la seconda palla break dell’incontro. Ma Cilic trova la prima di servizio – salita con l’andare del match: nove ace in totale per lui, di cui  ben otto nell’ultimo parziale – e nonostante l’avversario lo costringa ancora ad un paio di vantaggi, con il terzo ace del game conferma il break e va sul 3-0. La partita di fatto finisce qui, anche se quando già stanno per scorrere i titoli di coda, Kukushkin si ricorda di essere quello che in Davis non molla mai e prima di capitolare annulla sette match point. I primi tre, consecutivi, sulla sua battuta nel sesto game, evitando così l’onta del bagel. E poi altri quattro (in uno in realtà ci mette del suo Cilic, con il primo e unico doppio fallo dell’incontro) nel gioco successivo, dove si procura addirittura due palle break. Ma il croato non si fa irretire dai colpi di coda del suo avversario (“Non volevo far durare troppo poco il match” scherzerà con i giornalisti croati in conferenza stampa, per poi aggiungere più seriamente “No, in realtà è stato bravo lui a tirare fuori qualche colpo veramente notevole”) e alla fine con un altro paio di bordate da fondo (31 vincenti per lui a fronte di soli 16 errori non forzati) chiude anche il terzo set. 6-1 Croazia e quarti di finale superati.

Cilic eguaglia così Ljubicic (“Una soddisfazione, lo ammetto”) per numero assoluto di vittorie in Coppa Davis con la maglia croata. Per superarlo dovrà aspettare settembre e magari la rivincita di Miami con Isner. “Isner è il giocatore capace di infilare una-due settimane durante l’anno in cui gioca in maniera perfetta. A Miami è andata cosi. Inoltre le condizioni erano particolari. C’era molto vento e questo qualche volta può  favorirti, altre no. A lui è andato tutto bene” ha precisato il campione croato rispondendo ad una domanda proprio su quel match e dando la sensazione che quella sconfitta non gli sia andata proprio giù. Insomma, Croazia-Usa è già iniziata. “Loro sono una bella squadra, hanno degli ottimi singolaristi. Ma noi abbiamo tutto per vincere. Sarà un match spettacolare” ha detto in conclusione il n. 3 del mondo. Appuntamento a settembre, dunque.

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