La rabbia di Donaldson contro l'arbitro punita con 5.000 euro di multa

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La rabbia di Donaldson contro l’arbitro punita con 5.000 euro di multa

Sanzionata la scenata dell’americano nel suo match d’esordio a Montecarlo con l’arbitro Arnaud Gabas

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È già sotto di un set e un break contro Ramos-Viñolas quando Jared Donaldson si rende pessimo protagonista di un’aggressione verbale nei confronti dell’arbitro di sedia scaturita dalla diversità di vedute riguardo all’ace esterno appena servito dal mancino spagnolo. Il giudice di linea dà la palla buona, l’arbitro chiama subito il punteggio e, su richiesta del giocatore, scende a indicare il punto in cui è caduta pur ammettendo che non si vede il segno sulla linea. Anche se gli assicura che il segno fuori è relativo a un colpo precedente, il giocatore continua a dire “there’s a mark right here”, con il tono che è un crescendo di rabbia mentre si avvicina fino a pochi centimetri da Arnaud Gabas, suo malgrado già protagonista di un altro spiacevole episodio, la pallata da parte di Denis Shapovalov.

Donaldson va a sedersi ripetendo “supervisor” per nove volte e che non ci sta perché è “trattato ingiustamente”. Il supervisor entra in campo e, mentre Gabas gli spiega l’atteggiamento aggressivo del giocatore, questi non trova di meglio che rivolgersi all’arbitro ridacchiando tra lo strafottente e il beffardo con un “oh, mi dispiace: ho ferito i tuoi sentimenti?” e domandando al supervisor cosa ha fatto per meritarsi un warning per comportamento antisportivo. L’incontro finisce con un doppio 6-3 per Ramos e martedì è arrivata la multa di 5.000 euro per il numero 51 ATP, che in marzo aveva anche saputo farsi valere sul campo raggiungendo la semifinale ad Acapulco.

Atteggiamento del giocatore a parte, queste controversie sono argomenti a favore di chi invoca hawk-eye anche sulla terra battuta, come del resto era successo lo scorso anno sempre a Montecarlo quando l’arbitro Cedric Mourier fece un overrule dando buona una palla di Nadal ben oltre la linea di fondo. Mourier scese dalla sedia e, in un abbaglio clamoroso, indicò un segno che non c’entrava nulla provocando la “rottura” di Goffin. Il problema della verifica elettronica sulla terra è stato liquidato dallo stesso Rafa con semplicità: “La mia opinione è che sulla terra rossa l’Occhio di Falco… sarebbe nei guai”. Di sicuro, potrebbe tornare utile quelle rarissime volte in cui l’arbitro non trova il segno giusto; tuttavia, a causa dell’accuratezza ottima ma imperfetta dello strumento, si finirebbe molto più di frequente con un giocatore che perde il punto nonostante abbia sotto gli occhi un evidente spazio tra il segno e la linea. E l’arbitro che allarga le braccia scuotendo la testa impotente solo perché un paio di suoi colleghi non hanno avuto l’umiltà di farsi aiutare dal giudice di linea.

Michelangelo Sottili

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