Djokovic: "Gli ultimi mesi sono stati duri. Murray meriterebbe di essere numero uno"

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Djokovic: “Gli ultimi mesi sono stati duri. Murray meriterebbe di essere numero uno”

Conferenza pre-torneo di Djokovic: la lotta con Murray per la testa della classifica e attuali condizioni fisiche e mentali

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Dopo un’ora e mezza dall’orario previsto per la conferenza stampa, Djokovic si presenta, più magro che mai, e i giornalisti locali entrano subito nella questione familiare e domandano al serbo come mai sia venuto qui in Francia senza la compagnia di sua moglie e dei suoi due coach principali. Lui ci tiene a sottolineare che: “ho un team molto grande e anche le persone che sono con me in questo momento fanno parte della mia squadra; l’ultima volta dove Boris e Vajda non erano con me è stata Miami dunque non molto tempo fa.”
Il discorso poi si sposta ovviamente sulle sue attuali condizioni. “Fisicamente mi sento alla grande. Gli ultimi mesi per via dell’infortunio e del risultato di Rio, non sono stati facili. Poi c’è stata la finale degli US Open ed è stato un risultato positivo. Mentalmente devo ricalibrare i miei obiettivi perché tante cose stanno accadendo dentro e fuori dal campo, e quando mi reco in un posto devo essere sicuro di poter giocare al meglio. Trovo eccitante scendere in campo e lottare per ogni punto perché c’è sempre qualcosa di nuovo, i trofei, il ranking, ecc.”
Considerando la fresca vittoria dello scozzese, l’interesse dei giornalisti non poteva che spostarsi sul ranking e parlando di Murray, Novak ha ovviamente parole di grande rispetto per lui, e forse in certi momenti va anche oltre, ribadendo come la posizione in testa alla classifica mondiale non è una delle sue priorità. “Bisogna dargli credito di quello che ha fatto quest’anno: ha vinto molti match, ha vinto un paio di tornei consecutivi, e sta giocando forse il miglior tennis della sua carriera. E si merita sicuramente di essere… di essere nella posizione in cui si trova ora, cioè lottare per essere numero 1 alla fine dell’anno. Se la cosa accadrà o meno non dipende solo da lui e certamente noi non possiamo prevedere quello che accadrà nelle prossime tre settimane. Però penso di poter parlare anche per lui quando dico che noi ci concentriamo un giorno alla volta, ed entrambi cerchiamo di arrivare sempre il più lontano possibile.  Sono già stato in una posizione simile, quindi so cosa fare: devo semplicemente fare le cose nella maniera più semplice possibile.”
E quando gli viene chiesto quale dei due tornei parigini preferisce, ci fa sapere di tutti i miglioramenti che sono stati apportati al torneo di Bercy: “entrambi sono gestiti dalla Federazione Francese quindi non dovrebbero offendersi se scelgo l’uno o l’altro. Qui mi diverto sempre e negli ultimi anni hanno rinnovato l’arena, hanno aggiunto dei campi di allenamento e la palestra è stata migliorata. Questo è un buon segno e significa che l’organizzazione ci tiene alla cosa.”  Parigi ha ovviamente molto da offrire e per lui è una gioia ritornare nella città dove quest’anno ho passato dei momenti bellissimi vincendo il Roland Garros. La cosa mi fa provare grandi emozioni e sento le farfalle nello stomaco. Vincere qui quest’anno mi ha fatto provare una grande gioia, ma dall’altra parte mi ha fatto sentire completamente esausto, e anche un po’ meno motivato. Ora devo riuscire a trovare quel tipo di sensazioni. Una volta che diventi padre ti rendi conto che non ruota tutto intorno a te.”

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