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08/12/2010 22:25 CEST - IL LIBRO DI AGASSI

1997 tra rimpianto e strana euforia

TENNIS - Ricevo una telefonata. È un medico che lavora con l’Associazione Tennis Professionistico. C’è un tono di condanna nella sua voce, come se mi stesse per dire che sto morendo. Ed è esattamente quello che mi dice. Il suo lavoro era di fare il test sui miei campioni di urina in un recente torneo. È mio dovere, dice, informarla che ha mancato lo standard ATP per i test sulle droghe. Nel campione di urina da lei fornito, sono state trovate tracce di cristalli di metilene. 11 Commenti Traduzione a cura di Giulia Vai

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In un certo senso, questo è "IL" capitolo dell'autobiografia di Agassi. Chi ha avuto la pazienza di leggere tutto il libro sa che ci sono passaggi ancora migliori, ma la notizia-bomba della positività ad un test antidoping nel 1997 è quanto di più clamoroso sia uscito da "Open: an autobiography". Dalla serata di sballo con "Slim" alla chiamata dell'ATP, passando per gli effetti immediati dello sballo. In fondo i link alle puntate precedenti.

Sono nella mia casa di Las Vegas, sto guardando la tv con Slim, il mio assistente. Sono di cattivo umore. La figlia dodicenne di Gil, Kacey, che si è rotta il collo in un incidente in montagna, non sta molto bene dopo l’operazione. Nel frattempo, il mio matrimonio con Brooke Shields incombe. Continuo a pensare di posticiparlo o di annullarlo, ma non so come.
Anche Slim è stressato. Era a letto con la sua ragazza recentemente, dice, e il preservativo si è rotto. Ora, lei ha un ritardo. Afferma che ci sia solo una cosa da fare. Sballarsi.
Dice, Vuoi sballarti con me?
Con che cosa?
Gack.
Che cavolo è il gack?
Metafetamine.

Perché lo chiamano gack?
Perché è il suono che fai quando sballi. La tua mente va così veloce, e tutto quello che riesci a dire è gack, gack, gack.
Questo è già come mi sento sempre. Che senso ha?
Farti sentire come Superman.
Come se uscissero dalla bocca di qualcun altro, sento queste parole: Sai cosa ti dico? F****o. Sì, sballiamoci.
Slim mette sul tavolino una piccola quantità di polvere. La taglia e la aspira. La taglia ancora. Ne aspiro un po’. Mi rilasso un attimo sul divano e rifletto sul Rubicone che ho appena attraversato. [...]

Si è discusso all'infinito su questo episodio. A 27 anni, in piena crisi esistenziale, sono cose che possono accadere. Ma non sono mai giustificabili. Piuttosto: perchè nessuno si è mai attivato per scoprire chi fosse Slim e ascoltare la sua versione dei fatti? Sarebbe uno scoop giornalistico.

Sono impadronito da un disperato bisogno di pulire. Inizio correre all’impazzata per casa mia, pulendola da cima a fondo. Spolvero i mobili. Pulisco la vasca. Faccio i letti. Spazzo i pavimenti. Quando non c’è più niente da pulire, faccio il bucato. Tutto il bucato. Piego ogni maglione e maglietta e non ho ancora intaccato le mie energie. Non voglio sedermi. Se avessi un tavolo d’argento, lo pulirei con i prodotti per l’argento. Dico a Slim che potrei fare qualunque cosa ora come ora, qualunque c*** di cosa. Potrei guidare fino a Palm Springs e giocare 18 buche, dopo ritornare a casa, preparare il pranzo e andare a fare una nuotata.
Non dormo per due giorni. Quando alla fine ci riesco, è il sonno dei morti e degli innocenti.
Mi ritiro dai French Open per un polso dolorante, vado a Londra per Wimbledon ma non riesco ad allenarmi. Dico al mio allenatore, Brad Gilbert, che mi ritiro dal torneo. Sono in un “vapour lock” (Formazione di bolle di vapore nell’impianto di alimentazione di motori alle alte temperature NdT).
Brad dice, che cavolo vuol dire “Vapour lock”?
Ho giocato a tennis per molte ragioni, dico, e sembra che mai nessuna sia stata mia.
Dopo una sconfitta a Washington a luglio, decido di smettere per il resto dell’estate. Sebbene ci siamo sposati ad Aprile, Brooke è a Los Angeles, ma io passo la maggior parte dell’estate a Las Vegas. Slim c’è, e ci sballiamo parecchio. Mi sento di nuovo ispirato, anche se l’ispirazione è indotta chimicamente. Sto sveglio tutta la notte, rimanendo in silenzio. Nessuno mi disturba. Nient’altro da fare se non danzare per la casa, piegare il bucato e pensare.
A parte per l’emozione dello sballarsi, sento una soddisfazione innegabile nel farmi del male e nell’accorciarmi la carriera. Ma le conseguenze fisiche sono orribili. Dopo due giorni di sballo, di non riposo, sono un alieno. Ho l’audacia di chiedermi perché mi senta così marcio. Sono un atleta, il mio corpo dovrebbe essere in grado di reggere questo.
In autunno, sto camminando nell’aeroporto LaGuardia, quando ricevo una telefonata. È un medico che lavora con l’Associazione Tennis Professionistico. C’è un tono di condanna nella sua voce, come se mi stesse per dire che sto morendo. Ed è esattamente quello che mi dice.
Il suo lavoro era di fare il test sui miei campioni di urina in un recente torneo. È mio dovere, dice, informarla che ha mancato lo standard ATP per i test sulle droghe. Nel campione di urina da lei fornito, sono state trovate tracce di cristalli di metilene.
Mi sono seduto in una sedia nell’area di ritiro bagagli.
Signor Agassi?
Sì, sono qui. Quindi ora?
Be’, ora ci sarà un processo. Dovrà scrivere una lettera all’ATP, ammettendo la sua colpa o dichiarando la sua innocenza.
Ah.
Sapeva che ci sarebbe potuta essere questa sostanza nel suo organismo?
Sì, sì, lo sapevo.
In questo caso, dovrà spiegare nella sua lettera come questa sostanza ci sia finita.
E poi?
La sua lettera sarà valutata da una commissione.
E poi?
Se lei volontariamente ha ingerito la droga – se si dichiara colpevole – sarà punito.
Come?
Mi ricorda che il tennis ha tre classi di violazione in materia di droghe. Sostanze per migliorare le prestazioni, ovviamente, costituiscono la classe 1, dice, che porterebbero ad una sospensione di due anni. Comunque, aggiunge, cristalli di metilene sembrano essere un chiaro caso di classe 2. Sostanze per divertimento.
Dico, ossia?
Sospensione di tre mesi.
Il mio nome, la mia carriera, ora tutto è a rischio. Tutto quello che ho raggiunto, tutto quello per cui ho lavorato, presto potranno non valere più nulla. Una ragione del mio malessere con il tennis, e sempre stato il fastidioso senso che fosse tutto insignificante. Mi sia di lezione.
Giorni dopo, mi siedo in una sedia dallo schienale rigido, un blocco sulle mie ginocchia, e scrivo la lettera all’ATP. È piena di menzogne intrecciate a mezze verità. Riconosco che la sostanza era nel mio corpo – ma assicuro che non l’ho mai presa coscientemente. Dico che Slim, che è stato nel frattempo licenziato, è un consumatore abituale di droghe, e che spesso corregge la soda con anfetamine – che è vero.
Quindi giungo alla bugia centrale della lettera. Dico che recentemente ho bevuto per sbaglio una soda corretta di Slim, senza pensare di ingerire così le sue droghe. Chiedo comprensione e clemenza e in fretta firmo: Sinceramente.
Mi vergogno, ovviamente. Prometto a me stesso che questa bugia sarà la fine di questa storia.

Il seguente aprile sono a Roma, sdraiato nel letto di un hotel, a riposare dopo un incontro. Il telefono suona. Sono i miei avvocati, sono al vivavoce. Andre? Ci senti? Andre?
Sì, vi sento. Ditemi.
L’ATP ha attentamente esaminato la tua sincera confessione di innocenza. Siamo lieti di dire che la tua spiegazione è stata accettata. Il tuo test fallito è stato scartato.
Ho riappeso e ho fissato il vuoto, pensando e ripensando: Nuova Vita.

E' il capitolo del libro che più ha fatto discutere. Se Agassi è stato sincero, non lo si può certamente definire un dopato. Semmai ha messo a nudo l'omertà di allora in tema di controlli antidoping, quando gli stessi erano gestiti dall'associazione giocatori. Un paradosso. Ogni storia straordinaria ha il suo momento scuro. E' esattamente quanto successo ad Agassi nel 1997, l'anno in cui ha giocato peggio ed è sceso al numero 141 ATP. Qualcuno ha scritto che una confessione così tardiva fosse da vigliacchi. Forse hanno ragione, ma avrebbe anche potuto tacere. Invece non l'ha fatto.

WIMBLEDON 1992 (Traduzione di Vanni Gibertini)

LUI HA 9 ANNI. TI SFIDERA' PER SOLDI (Traduzione di Giulia Vai)

MIO PADRE (Traduzione di Roberto Paterlini)

1977 - CAPITANO BRUTTE COSE QUANDO MIO PADRE E' TURBATO (Trad. di A. Mastroluca)

PROLOGO (Traduzione di Veronica Villa)

Redazione

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