ATP FINALS

E' Davydenko il Maestro

Il russo in forma straripante si aggiudica le Finals, 63 64 contro un Del Potro spento. E' il primo russo a vincere il Masters: "Ho sorpreso me stesso". Ha battuto tutti i vincitori di Slam di quest'anno. da Londra, Ubaldo Scanagatta

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Ha battuto via via tutti i vincitori degli Slam quest’anno, il campione dell’Australian Open Nadal, il campione del Roland Garros e di Wimbledon Federer, e in finale 6-3,6-4 in un’ora e 24 minuti il campione dell’US Open Del Potro.

Più di così, per legittimare il suo trionfo, e il più importante dei 19 tornei vinti in carriera, Nikolay Davydenko, n.7 del mondo alla vigilia del Masters _ ma da oggi n.6 _ non poteva fare. Merita di essere il primo russo “Maestro dei Maestri”, dopo che Kafelnikov, ultimo finalista del suo Paese, non c’era riuscito nel ’97 (perse da Sampras).

Forse trascinato dall’effetto Federer _ il solo top-ten che fino a ieri Davydenko non era mai riuscito a battere _ Nikolay si è concesso il primo errore gratuito d’una finale quasi perfetta soltanto all’inizio del sesto gioco, un dritto in rete, quando era però già avanti di un break, 4-1, contro l’argentino che alla 02 ha vinto soltanto all’applausometro: la maggior parte dei 17.500 presenti erano con lui.

L’argentino era molto più lento e falloso del solito, non aveva chiaramente recuperato le 2h e 11 di lotta della sera prima con Soderling, ma come dice anche Guillermo Salatino: “Davydenko oggi ha giocato benissimo, non sbagliava mai, non gli ha dato chances di rientrare in partita”.

E Del Potro, che per solito non è troppo spiritoso, ne ha detta una non male: “Lui è velocissimo, gioca come …la Play Station”.

Già, sul 6-3,5-4 30-15 c’è stato chi _ Enzo Cherici…_ ha ripensato alla finale dell’ultimo US open, quando su quell’identico punteggio Juan Martin Del Potro cominciò la sua straordinaria rimonta contro Roger Federer.

Solo che a settembre a New York Federer si deconcentrò un attimo, regalò qualcosa, mentre ieri Davydenko non si è fatto distrarre. 30-15, 40-15 con il settimo ace della sua partita, per costringere Del Potro all’errore finale di dritto.

Che Davydenko fosse…sotto l’effetto Federer Nikolay l’ha mostrato anche quando ha giocato, e con successo, tre rovesci slice…

Nikolay è così il primo russo ad aver vinto a Londra. Alex Metreveli, nel Wimbledon 1973 boicottato da 77 giocatori, perse da Kodes. Si era qualificato all’ultimo tuffo, e alla vigilia del torneo il nostro Egidio Pinno aveva scovato nelle quote dei bookmakers che una vittoria di Davydenko era pagato soltanto a 12.

Ha vinto un milione e mezzo di dollari, ma a sentir lui “non mi basterà per comprarmi quell’appartamento a Mosca che ancora non ho…”. Beh, ma che razza di appartamento va cercando? Un palazzo sulla piazza Rossa?

Il solo momento in cui il russo che assomiglia tanto ad Agassi _ rispetto al quale…non ha solo più capelli (vedi l’altro mio pezzo in cui sottolineo somiglianze e diversità fra i due) e meno testa (la leggerezza….russa contro la …pesantezza americana…) ma soprattutto ha la capacità di uscire bene fuori anche da una situazione difensiva…Andre invece se riuscivi a metterlo in difesa non si salvava, era meno rapido e meno bravo nell’arginare gli attacchi altrui _ è stato in difficoltà in finale soltanto a metà del secondo set.

Aveva appena mancato due palle break sul 2 pari che parevano due mini-matchpoints (ma Del Potro le ha salvate con due servizi vincenti) e _ come spesso accade _ proprio nel game successivo ha dovuto invece fronteggiare lui due breakpoint: il primo lo ha annullato con l’ace n.6, il secondo facendo addirittura serve&volley. Ancora effetto “esaltazione post-Federer”?

Superato quell’unico momento critico _ nel primo set Davydenko aveva tenuto tre servizi a zero, uno a 15 e soltanto sul 4-2 per lui aveva concesso una palla break a seguito del suo primo doppio fallo, ma l’aveva cancellata con un superbo dritto vincente: sui suoi cinque turni di servizio, dunque aveva perso appena 5 punti contro i 12 di Del Potro: 34 punti a 21 la differenza, buon testimone del divario visto in campo _ Davydenko avrebbe fatto addirittura a 0 il break a Del Potro sul 4 pari e negli ultimi tre games avrebbe conquistato quindi 12 punti cedendone soltanto due.

In tutto, riassumendo, Del Potro è riuscito a conquistare soltanto tre palle break. Quasi che Davydenko avesse il servizio di un Karlovic, di un Isner, di un Roddick, dello stesso Del Potro.

Può essere che il suo successo sia in paret dovuto anche al forzato riposo cui è stato costretto dai suoi infortuni all’inizio della stagione: lui, il grande stakanovista, è arrivato per una volta più fresco degli altri a fine stagione. Certo è che la sua vittoria ridà speranza anche a tutti i brevilinei che temevano che a tennis potessero ormai vincere soltanto i giganti sopra al metro e 90. Kolya non è Rochus, ma è …per restare al mio confronto a distanza _ più minuto di Agassi.

Davydenko b.Del Potro 6-3,6-4

Doppio: Bryan-Bryan b.Mirnyi-Ram 7-6,6-3

Quel che hanno detto i protagonisti della finale nelle interviste lo leggerete sia in lingua originale, sia nelle traduzioni, sia nel resume di Enrico Riva che con Sara Cecamore e Enzo Cherici (più il soprascritto) ha coperto questo Masters da Londra.

  Atp Finals

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Nella foto sono riconoscibili Ubaldo e Sara. A voi stabilire chi sono gli altri due...

 

Ubaldo Scanagatta

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