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Più forte a rete: Rafter o Edberg?

Una risposta di Ubaldo di qualche tempo fa ad un lettore. Ubaldo Scanagatta

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Bella, straordinaria lotta davvero fra due giocatori dalle caratteristiche piuttosto simili. Di gioco, di vita, di comportamento. In termini di risultati Stefan stravince: n.1 per 72 settimane (contro due…), e campione in 6 Slam contro 2. Ma ci sono parecchi ma. Anche se correvano quasi sette anni di differenza fra lo svedese nato nel gennaio ‘66 e l’australiano del dicembre ’72, c’è stata una decade a separare le loro vite agonistiche.
Anche perché mentre Edberg quando ha vinto il suo primo torneo a Milano (nell’84 battendo Wilander) aveva appena 18 anni, Rafter fino ai 21-22 spesso si ritrovava (con il coetaneo Bjorkman) a giocare le qualificazioni. Ciò comporta che Edberg ha avuto una carriera molto più lunga, ergo ha anche avuto modo di vincere di più. Ma questo della diversa precocità è forse il fattore meno significativo.

Più importante un’altra osservazione: in quel frattempo _ fra il 1988 quando Edberg vinse il suo primo Wimbledon e il 1997 quando Rafter trionfò nel primo di due US Open consecutivi _ era cambiata assai la tecnologia, le racchette soprattutto. E non si giocava quasi più sull’erba. Ed era mutato fortemente anche lo stile di gioco: ai tempi di Edberg ancora c’era qualche attaccante, qualche esponente del serve&volley e anche chi non lo era, come il suo rivale per antonomasia, Boris Becker, veniva però molto spesso a rete. Ai tempi di Rafter gli attaccanti puri _ come oggi _ erano già praticamente estinti. Quasi il cinquanta per cento dei giocatori erano passati al rovescio a due mani. Erano quindi in possesso di risposte più anticipate e possenti. Uno che avesse servito la celebrata seconda palla kick di Edberg (ai suoi tempi considerata la miglior “seconda” del circuito, viaggiava sui 165 km orari…oggi si direbbe soltanto!) ai tempi di Rafter sarebbe stato _ dirò probabilmente…solo perché manca la controprova _ assai più spesso inesorabilmente infilato dai ribattitori “bimani” d.o.c. tipo Agassi, Hewitt e Safin.
Inoltre Rafter ha avuto una sfortuna che a Edberg non è toccata: quella di misurarsi con i migliori anni di Pete Sampras, praticamente imbattibile sull’erba, e durissimo da battere anche sul cemento, come dimostrano i suoi 14 Slam consecutivi. Anche Edberg ha avuto rivali fortissimi, ma se di Sampras si parla come di un possibile n.1 di tutti i tempi un motivo ci sarà per considerare la sua presenza come…una jattura per i suoi avversari.

Forse, dando un’occhiata agli altri colpi, Edberg aveva un rovescio migliore di Rafter (che pure, come lui, lo aveva migliore del dritto), ma Rafter era un atleta superiore, paragonabile per agilità, doti di elevazione e acrobazia a Yannick Noah e pochi altri fenomeni. Per rispondere alla domanda…forse a rete Rafter, più debole nella volee di rovescio bassa, era più forte anche dalla parte destra, la volee di dritto oltre che nella dorsale alta di rovescio con le spalle alla rete (lui tirava giù quasi uno smash di rovescio). Ma, insomma, ho amato talmente tutti e due questi giocatori che permettimi di inventare _ per il tennis _ un bel pareggio, senza vinti e vincitori. Come tennisti, e come uomini, nessuno dei due, né Stefan né Pat, mister fair-play e mister disponibilità, avrebbe mai meritato di perdere. E lo dico senza fare commenti di tipo estetico…A quelli è meglio che ci pensino le lettrici di Ubitennis.

Ubaldo Scanagatta

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