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WTA INDIAN WELLS

"Noi crediamo in Melanie Oudin"

Ad Indian Wells Oudin è l'americana con la classifica più alta dopo il consueto boicottaggio delle Williams. Nonostante gli scarsi risultati dall´exploit agli US Open la Virgin Mobile crede in Melanie e la sponsorizza. Sara Cecamore

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Believe”. Credici. Far scrivere il proprio nome sulle scarpe sarebbe stato troppo banale, così – su consiglio del suo ragazzo – Melanie Oudin ha deciso di farci stampare una parola densa di significato e piena di verità. Credici.


Ed è stato anche grazie a queste scarpe “magiche” che la 18enne di Marietta è riuscita a passare in brevissimo tempo da una semisconosciuta teenager ad inizio 2009 che lottava nei tornei di qualificazione per un accesso al tabellone principale alla terza giocatrice statunitense con un best ranking da 41 del mondo. Posizione raggiunta per lo più grazie agli straordinari risultati in due degli Slam dello scorso anno: a Wimbledon in cui raggiunse il quarto turno, ma soprattutto nello Slam di casa dove riuscì ad issarsi fino ai quarti di finale battendo una dopo l’altra Dementieva, Sharapova e Petrova e perdendo solo dalla finalista Wozniacki.
Ma i successi su palcoscenici importanti non le hanno portato solo la migliore posizione in classifica bensì anche una maggiore visibilità ed interesse da parte di partners, come Back Office Associates e Air Tran, che subito dopo la sua performance agli US Open hanno deciso di sponsorizzarla.


Il periodo immediatamente successivo allo Slam americano, in realtà, non è stato particolarmente brillante: da ricordare ci sono solo le buone partite giocate nella finale di Fed Cup contro l’Italia, nella quale era scesa in campo da singolarista di punta della squadra dopo le rinunce delle due sorelle Williams. Per il resto era stata costretta a ritirarsi nei due tornei di fine anno in Quebec per un infortunio alla coscia sinistra ed in Lussemburgo per influenza.


Anche l’inizio del 2010 è stato un po’ avaro di risultati con due uscite al primo turno sia ad Hobart che agli Australian Open ed un altro paio di ritiri ad Acapulco e Monterrey per riposo ed influenza. I due risultati di rilievo sono stati la semifinale raggiunta nel torneo indoor di Parigi, nel quale la futura vincitrice del torneo Dementieva si è presa la rivincita della sconfitta agli US Open, e i quarti nel combined di Memphis dove da testa di serie n.2 ha perso contro la qualificata Arvidsson.


A poche ore dall’ inizio del Premier di Indian Wells, però, si ritrova ad essere l’americana con la classifica (e testa di serie) più alta in tabellone e con un nuovo accordo di sponsorizzazione in tasca. Piuttosto prevedibile la prima, un po’ meno la seconda. Da anni ormai non è più un segreto che le migliori due americane del mondo, le sorelle Williams, boicottino il torneo californiano in seguito ad alcuni spiacevoli episodi definiti razzisti nei confronti del loro clan. Nel lontano 2001, infatti, il pubblico sembrò non gradire molto la decisione di Venus di non scendere in campo per l’incontro di semifinale a causa di una tendinite al ginocchio, regalando quindi di fatto la partita alla sua avversaria, Serena. Il pubblico reagì con fischi ed insulti e da quel momento in poi le due sorelle decisero che non avrebbero mai più messo piede ad Indian Wells.


Oudin però non ci sta ad essere definita solo come “quella che viene dopo le Williams” ed i risultati così come anche la sua personalità e le prospettive future le hanno assicurato una nuova sponsorizzazione con la compagnia di telefonia mobile Virgin Mobile USA. L’americana infatti ha firmato un accordo di 4 anni che le potrebbe permettere di guadagnare fino a 2 milioni di dollari a seconda dei risultati che raggiungerà, ma che gliene garantisce già 500.000 assicurati. Il tutto con un’ ulteriore clausola: dovesse vincere gli US Open a settembre la Virgin Mobile donerà un milione di dollari alle organizzazioni per i giovani senza tetto come parte di un programma di RE*GENERATION.


Non c’è dubbio. A crederci non è solo Melanie. “We believe in MO” lo Slogan della Virgin Mobile: ci credono tanto (troppo??) anche loro… o forse troppo poco?
 

Sara Cecamore

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