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Sloane Stephens: una storia vera

La giovane promessa americana ha stabilito il record di giocatrice con più bassa classifica di sempre a vincere un match di tabellone principale a Indian Wells. Ma è la sua storia personale a colpire. Claudio Gilardelli

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Chissà se il pensiero di Sloane Stephens, dopo la sua prima vittoria da professionista in un torneo importante, è andato al padre. Afro-americana, diciassette anni tra pochi giorni, si è messa in luce ad Indian Wells in questi giorni: grazie alla vittoria su Lucie Hradecka con il punteggio di 7-6 7-6, ha stabilito il record di giocatrice con più bassa classifica di sempre (è attualmente numero 747 del ranking WTA) a vincere un match di tabellone principale al torneo californiano. Ma la storia di Sloane, che forse qualcuno di voi conosce già, colpisce (per ora) più per le vicende personali che per le imprese atletiche. Che vale la pena raccontare di nuovo.
Ma facciamo un passo indietro. Fort Lauderdale, Florida, 20 marzo 1993. Sybil Smith dà alla luce una bimba, la piccola Sloane. Il padre è John Stephens, giocatore di football americano ed ex star dei New England Patriots, squadra con cui aveva debuttato nel 1988, rivelandosi il miglior esordiente della stagione. La felicità della coppia dura poco. John si separa presto dalla moglie, quando Sloane è ancora piccola e, dopo una carriera non all’altezza delle aspettative terminata tra alti e bassi in giro per gli Stati Uniti, torna a vivere in Lousiana, lontano dalla figlia.
Sloane cresce praticamente senza avere alcun legame con il padre. I punti di riferimento sono, oltre alla madre, i nonni e gli zii, con i quali ha un legame molto stretto. Il tennis è la sua passione, e dimostra fin da subito grande attitudine per questo sport, ispirandosi a due altre grandissime campionesse afro-americane, Venus e Serena Williams, ma anche a Kim Clijsters.
Nel 2006, all’età di 13 anni, fa il suo esordio partecipando ai primi, importanti, tornei juniores e si fa subito notare come una delle giovani americane più promettenti.
Gioca l’USTA ITF Junior Circuit a Lexington, dove vince la prima partita per poi fermarsi al secondo turno contro la testa di serie n°14. Arriva poi nei quarti sia all’Eddie Herr International Junior Tennis Championships sia all’Orange Bowl, in Florida.
È proprio nel 2006 che John Stephens, dopo anni di silenzio, tenta di riallacciare un rapporto con Sloane e, così, la chiama al telefono. La spinta a ricontattare la figlia è una diagnosi terribile: una malattia degenerativa alle ossa, incurabile. Per Sloane, la gioia di ritrovare il padre è smorzata da questa crudele notizia. Ma con lucidità e un equilibrio straordinario per una teenager dirà, qualche anno dopo “Stava morendo e voleva conoscermi. Sono felice abbia deciso di fare quella telefonata. Conoscerlo è stato importante”.
Nel frattempo Sloane continua a raccogliere successi: nel 2007, raggiunge i quarti all’Aegon Teen Tennis a Bolton e all’ITF Spring Circuit di Waco, Texas, poi giunge in semifinale al Kentucky International Junior Tennis Derby e in finale al National Clay Court Championships di Virginia Beach. Partecipa anche ai due tornei ITF di Itu e Serra Negra in Brasile, dove riesce ad arrivare al secondo turno. Un ottimo risultato per un'esordiente a questi livelli.
Intanto i rapporti col genitore diventano sempre più solidi: alla prima chiamata dell’anno prima ne seguono altre e padre e figlia cominciano a recuperare, lentamente, un dialogo. Nasce così un'amicizia sempre più forte col passare del tempo, un legame forgiato al fuoco di due personalità carismatiche molto simili e di una grande passione in comune, quella per lo sport.
John segue infatti la carriera della figlia ritrovata come può, informandosi sui suoi risultati, soprattutto su internet. Riesce anche ad andarla a vedere giocare, ma una sola volta.
Sloane intensifica la sua attività nel circuito ITF, partecipando a ben nove tornei nel 2008. Raggiunge le semifinali a Sumter e i quarti a Wichita e Landsville, tutti sul cemento. Gioca anche per la prima volta le qualificazioni a Miami, ma esce subito, battuta da Bychkova 61 75. Ci riprova agli US Open, dove gli organizzatori le riservano una WC: Sloane dimostra di aver imparato a gestire anche questi incontri e sconfigge al primo turno del torneo di qualificazione la quotata Czink 63 75 per poi perdere nettamente da Voegele nel match successivo. A fine anno è semifinalista al Dunlop Orange Bowl International Tennis Championships.
Nel 2009 arrivano finalmente le prime vittorie, ai tornei USTA International Spring Championships e Trofeo Bonfiglio. Ma quest’anno sarà ricordato dalla piccola Sloane per ben altre ragioni.
Gioca di nuovo le qualificazioni a Miami, perdendo al primo turno da Amanmuradova 63 62. Partecipa, a livello juniores, al Roland Garros e a Wimbledon dove esce rispettivamente in semifinale e nei quarti, sconfitta in entrambi i casi da Mladenovic che vincerà il torneo parigino e si fermerà in finale a Londra. A Los Angeles riprova a qualificarsi per il main draw. Stavolta vince la partita d’esordio contro Wienerova ma è superata da Rodionova al secondo turno. Siamo agli inizi di agosto, e Sloane è la numero 5 del ranking mondiale juniores. A fine mese si presenta agli US Open, dove esce subito alle qualificazioni, battuta dalla portoghese Neuza Silva. Ma è nel torneo under 18 che l’americana è tra le favorite. Proprio mentre è impegnata in questo torneo, le giunge la telefonata da una sorellastra della Louisiana: il padre è stato vittima di un incidente stradale, sul camion della ditta di trasporti per cui ora lavorava. Secondo le ricostruzioni il furgone ha colpito alcuni alberi ad alta velocità su una strada in una zona rurale vicino a Shreveport. Per John Stephens non c’è più nulla da fare e muore, a soli 43 anni, il 1° settembre 2009.
Per Sloane è un colpo durissimo e reagisce dimostrando tutta la fragilità da ragazzina, unita però a una caparbietà e una forza d’animo rare. "Subito dopo aver appreso la notizia ha pianto per circa un'ora e mezzo," confessa la madre di Sloane, Sybil Smith, al New York Times. "Dopo di che, ha annunciato di voler andare a colpire qualche palla sul campo da tennis, e per un paio d'ore è stato quello che ha fatto".
Qualità che sono messa a dura prova non solo dal lutto. Nel tentativo di ricostruire la vita del padre, Sloane fa su internet una scoperta shock: John Stephens è stato arrestato nel Missouri nel 1994 con l'accusa di stupro, reato per il quale si è dichiarato colpevole ed è stato posto in libertà vigilata.
Possiamo solo immaginare il mix di emozioni: la rabbia ma anche l’amore e soprattutto il dolore per il padre ritrovato e già perduto. E la confusione. Alla domanda (legittima) di Sloane ”Mamma, perché non me l'hai detto?" Sybil non sa rispondere altro che "Volevo che fossi orgogliosa di lui”, svelandole anche che “tuo padre era un uomo molto buono, anche se con problemi di tossicodipendenza”.
Sloane è combattuta: vorrebbe partecipare al funerale del padre, ma ciò significherebbe sicuramente dover rinunciare al torneo. La United States Tennis Association, allora, decide di aiutarla, modificando il calendario degli incontri in modo da lasciarla libera di andare in Lousiana per la cerimonia funebre e di tornare a New York in tempo per giocare il match di terzo turno contro Jana Cepelova. Ma sono soprattutto le parole di Brian DeVilliers, allenatore di Melanie Oudin, a convincerla a salire sull’aereo. De Villiers chiama la madre di Stephens per raccontarle la perdita del padre quando era molto giovane, e della sua decisione di non partecipare al funerale. “Mi ha detto che è qualcosa di cui porta rimpianto tutt'ora, a 15 anni di distanza. Mi sono convinta ad andare.” ha raccontato Sloane.
Ma, di ritorno, contro Cepelova, Stephens paga le conseguenze di questa situazione. Contro la testa di serie numero 14, lei che è numero 4 del seeding, riesce a vincere il primo set 64 per poi crollare letteralmente, perdendo i successivi set 60 61.
"Ho cercato di trovare la giusta concentrazione e di fare le cose che avrei dovuto per vincere, ma mentalmente non ero lì", dirà a fine partita. E come biasimarla.
A ottobre, alle porte del suo primo anno da professionista, Sloane firma un contratto con BEST (Blue Entertainment Sports Television) Tennis.
Il 2010 si apre con risultati interlocutori. Poi la bella vittoria a Indian Wells contro Hradecka e la sconfitta di misura contro Zvonareva sono fatti recentissimi che sembrano indicare che peggio è alle spalle dell’americana. Se ora le si chiede del padre, Sloane risponde “gli voglio un gran bene e sono solo felice di aver avuto la possibilità di conoscerlo”.
Infine una curiosità: Sloane indossa un ciondolo a forma di cuore, regalatole dal nonno, che reca l'iscrizione "nella tranquillità e nella fiducia". Lei dice che suo nonno non aveva in mente il tennis quando le donò il gioiello ma che comunque riassume piuttosto bene le qualità del suo gioco.
Noi speriamo sia un felice augurio per questa giovane, per certi versi sfortunata, ma talentuosa ragazza.

Claudio Gilardelli