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Indian Wells

Impresa Ljubicic Ora c'è Roddick

Il croato ha superato 3-6 6-4 7-6 Rafa Nadal, campione in carica, dominando il tiebreak decisivo. In finale affronta l'americano, che ha battuto Soderling 6-4 3-6 6-3. Roddick in vantaggio 7-3 nei precedenti.  Giorni e Mastroluca

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I precedenti dicono 7-3 a favore dell'americano, con l'ultimo incontro vinto proprio sul cemento di Indian Wells nei quarti del 2007, partita decisa solo con due tiebreak serratissimi.

Per entrambi sarà la prima finale nel Master 1000 californiano. é certo dunque che nell'albo d'oro del torneo ci sarà un nuovo vincitore, comunque vada la finale. L'ultimo americano a vincere il titolo ad Indian Wells è stato Andre Agassi nel 2001 mentre invece Ljubicic è il primo croato a raggiungere la finale nella storia di questo torneo (dal 1976).

Non c'è  dubbio che sia Roddick quello con maggiore esperienza in match di questo tipo potendo vantare un bilancio di 4-3 nelle finali dei tornei Master 1000 mentre invece Ljubicic ha un record negativo di 0-3. 

L'americano cercherà di diventare il terzo giocatore ad aver vinto due titoli ATP in questi primi mesi del 2010 unendosi quindi a Marin Cilic e Juan Carlos Ferrero. Ljubicic invece  (9-12 il suo bilancio nelle finali ATP) è alla caccia del primo titolo negli Stati Uniti dopo la finale a Miami nel 2006. A 31 appena compiuti cercherà di diventare anche il secondo giocatore più vecchio,dopo Jimmy Connors, a vincere il torneo.

(7) Andy Roddick (USA) vs. (20) Ivan Ljubicic Roddick Leads 7-3 (5-2 on Hard)
02 Australian Open (Australia) Hard R64 Ivan Ljubicic 7-6(11) 3-2 ret
02 ATP Masters Series Paris (France) Carpet R32 Andy Roddick 7-6(4) 7-6(3)
03 ATP Masters Series Hamburg Clay R64 Andy Roddick 6-4 6-4
03 ATP Masters Series Cincinnati Hard R32 Andy Roddick 6-1 6-4
03 US Open (U.S.A.) Hard R64 Andy Roddick 6-3 6-7(4) 6-3 7-6(8)
04 Indianapolis (U.S.A.) Hard SF Andy Roddick 1-6 7-6(10) 7-6(3)
05 USA v. CRO WG 1st RD (U.S.) Hard RR Ivan Ljubicic 4-6 6-3 7-6(11) 6-7(7) 6-2
05 ATP Masters Series Paris (France) Carpet SF Ivan Ljubicic 6-3 7-5
06 Tennis Masters Cup (China) Hard RR Andy Roddick 6-4 6-7(9) 6-1
07 ATP Masters Series Indian Wells Hard QF Andy Roddick 7-6(7) 7-6(8)

 

E’ stata la giornata delle rivincite. Ivan Ljubicic aveva perso gli ultimi cinque match contro Rafael Nadal; a sua volta, Andy Roddick era uscito sconfitto dagli unici due confronti con Robin Soderling. Entrambi si sono vendicati delle loro bestie nere e si sfideranno in finale per incidere per la prima volta il proprio nome sull’albo d’oro di Indian Wells. Dieci i precedenti: conduce l'americano 7-3. Fa sensazione la sconfitta di Nadal, che era apparso in forma nei match precedenti e aveva dominato il primo set anche contro Ljubo. Ma al momento della verità, il tiebreak del terzo set, lo spagnolo ha deluso ed è costretto a rinviare ancora una volta l’appuntamento con il successo in un torneo, che manca dagli Internazionali d’Italia dello scorso anno.

 

Ljubicic b. Nadal 3-6 6-4 7-6 (1) (Alessandro Mastroluca)

D'orgoglio, di cuore, di voglia. L'esultanza di Ivan Ljubicic per la prima finale della carriera a Indian Wells, la gioia sincera di Riccardo Piatti e di Aida, moglie dell'ex numero 3 del mondo, raccontano un'impresa difficile da sperare dopo la prima mezz'ora di gioco. Il croato, perso il primo set 6-3 ha saputo alzare il livello di gioco, ridurre gli errori gratuiti e mantenere un invidiabile 81% di punti con la prima di servizio per completare una rimonta che solo gli ottimisti incalliti potevano a un certo punto immaginare: ha chiuso 3-6 6-4 7-6 in due ore e 34 con un finale in crescendo e un tiebreak dominato in cui ha lasciato solo un punto, il primo, al campione maiorchino, con cui non vinceva dal primo confronto diretto, nei quarti di Doha del 2005.

Eppure l'inizio pareva preludere a ben altro racconto, a ben altro finale. Pronti via e doppio fallo del croato per il 15-15; apertura balbettante, che si trasforma in un break potenzialmente letale dopo un errore col dritto in avanzamento. All'appannamento iniziale servono turni di battuta più autoritari per il croato. Nadal, intanto, nel quarto gioco si ritrova 0-30, ma con quattro servizi vincenti riemerge. Ljubo fatica a leggere le traiettorie mancine di Rafa, che insiste a servirgli sul dritto, colpo con il quale il croato fatica a carburare, e che inizia a risultare efficace solo dall'inizio del secondo set. Ljubo chiude il set esattamente come l'aveva aperto: malissimo. Una serie di errori da fondo portano Nadal 0-40 e il successivo lob corto è un invito per lo smash e per il break che vale il set.

Il neo-31enne, che ha ritrovato, ha detto, la tranquillità di gioco di inizio carriera, ha pagato un 18% di punti conquistati con la seconda nel set (dato che si commenta da solo), ma ha avuto la capacità di pensare positivo. Si fa gradualmente più aggressivo, anche da fondo, prende la rete più spesso, riesce a far muovere di più lo spagnolo, che pure mostra un invidiabile movimento di piedi. Nel terzo gioco Ljubo sfodera un dritto lungolinea anticipato su una sventagliata di dritto inside-out da sinistra: è il segno che qualcosa inizia a cambiare nel canovaccio di una partita che si fa sempre più godibile. E il pubblico, che in maggioranza sostiene Nadal, o almeno questa è l'impressione che si ha dall'alternanza degli applausi, si scalda e si diverte. Nel quarto gioco Nadal recupera una demi volée del croato che si impenna quanto basta per permettere al maiorchino di arrivarci e schiacciare, mantenendo la giusta lucidità per evitare l'invasione di campo pur arrivando con i piedi a un centimetro dalla rete: il punto vale una palla break che potrebbe chiudere in anticipo la partita. Ma in questa occasione Ljubo non pensa al punteggio, alle conseguenze, sfodera prima una delicatissiva volée stoppata di dritto poi due servizi e tiene.

Nel successivo turno di battuta è di nuovo alle corde. Un passante lungolinea di rovescio in allungo da manuale, e un attacco scriteriato che invita al passante facile facile mettono Ljubo sotto 0-40. Anche qui, un giocatore ha due strade: farsi forza o lasciarsi andare giù. Ljubo decide di giocare, sente che non è finita finché non è finita. Annulla la prima con una seconda profonda e carica di kick che costringe Nadal a sbagliare la risposta, la seconda con un'ace, la terza sfondando di dritto dopo aver impostato lo scambio con un'altra seconda esterna in kick per prendere campo. Si arriva sul 4-4, Ljubo cambia racchetta nel primo gioco di risposta dopo il cambio palline. E funziona. Nadal inizia un game chiave mettendo fuori uno smash praticamente impossibile da sbagliare, si ritrova 0-30, risale fino a 40-30, ma gli manca il colpo del ko. E un sanguinoso doppio fallo sulla palla break permette a Ljubicic di servire per il set. Il croato lascia un solo punto al maiorchino, si regala anche un'ace centrale di seconda e allunga il match costringendo Nadal all'errore di rovescio.

Il maiorchino, scottato dal finale di set, butta via tre dritti nel game d'apertura del terzo set; e il 15mo unforced col suo fondamentale più solido regala il break d'apertura all'allievo di Piatti, che stavolta trema. Tre errori gratuiti di fila, il game peggiore di tutto il match, e il controbreak è servito. Ma l'allievo di Piatti non è ancora andato giù. Riparte, continua a reggere lo scambio, ad accelerare con sempre maggiore convinzione e nel sesto game vince il punto della partita: palla corta e pallonetto, Nadal recupera su entrambe e risponde al lob con un passante centrale su cui Ljubicic gioca una volée di rovescio con leggero sidespin, Nadal ci arriva ma il passante lungolinea è largo. Ljubo rischia ancora, sul suo servizio, nell'ottavo gioco, ma annulla con un ace la palla break.

Il tiebreak è inevitabile. Nadal, che ha vinto tre dei quattro tie giocati nei precedenti confronti diretti, conquista il primo punto. E basta. Poi è uno show del croato, che strappa il primo minibreak con un rovescio lungolinea da manuale, sfrutta un paio di errori del maiorchino per allungare 6-1, e col servizio a disposizione trasforma il primo match point con un dritto lungolinea. Dopo 2 ore e 34 Ljubicic ha ancora la forza di saltare di gioia con il pugno al cielo per una vittoria d'orgoglio, di cuore, di voglia.

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Roddick b. Soderling 6-4 4-6 6-3 (Alberto Giorni)

Si pensava che una sfida tra due bombardieri sarebbe stata decisa da pochi punti: alla fine invece si sono verificati ben sette break, in un match non straordinario, dove gli errori gratuiti sono stati superiori ai colpi vincenti. A differenza della prima semifinale, la seconda scorre piuttosto rapidamente. All’inizio regna l’equilibrio. Nei primi game, è Soderling a leggere meglio la battuta dell’avversario, riuscendo talvolta a disinnescarla grazie a fulminanti risposte di rovescio. Negli scambi da fondocampo, Roddick è molto paziente: non cerca subito il vincente, ma avvolge lo svedese con una ragnatela di back di rovescio, prima di scatenare il dritto. Fino al 3-3 non si vede l’ombra di una palla break e non si arriva mai ai vantaggi. Poi Soderling decide di ravvivare il match e sul 30-30 si esibisce in uno smash in rete, seguito da un errore di rovescio; il break è servito così su un piatto d’argento a Roddick. L’americano non si fa pregare e tiene con autorità i successivi turni di servizio, portando a casa il primo set 6-4 in poco più di mezz’ora.

Quando Soderling cede a zero la battuta nel primo game del secondo set, commettendo due doppi falli, i bookmakers non accettano più scommesse sul vincitore del match. E invece Roddick, avanti 2-0, ricambia il favore rimettendo in partita lo svedese. Sul 2-2, Soderling salva una delicata palla break con un ace e da quel momento diventa il padrone del set. La metamorfosi è clamorosa. Lo svedese sembrava un pugile suonato, che aspettava solo il getto della spugna dal suo angolo per porre fine all’agonia. Ora, al contrario, è lui ad occupare il centro del ring, mentre Roddick indietreggia sempre di più, fino a cedere il servizio sul 4-3 per lo svedese. A farne le spese è la povera racchetta dell’americano, frantumata in uno scatto d’ira di A-Rod. Il 6-3 con cui Soderling chiude la seconda frazione è la logica conseguenza.

Il set decisivo segue la falsariga del secondo. Soderling gioca un game disastroso, serve due doppi falli e cede la battuta, partendo ancora ad handicap: 0-2. Stavolta è la racchetta dello svedese a finire male, ma il suo sfogo ha effetti positivi, perché subito dopo è lui a ottenere il controbreak. Sembra una partita di “ciapanò”, ma alla fine Roddick spariglia il mazzo e prende in mano la situazione. Il servizio che strappa sul 3-2 in suo favore (grazie a un dritto in corridoio di Soderling) è quello decisivo. I regali sono finiti: l’americano vola 5-3 e l’ultima emozione arriva sul matchpoint. La risposta di Soderling sembra fuori, ma prima di esultare bisogna aspettare il verdetto dell’occhio di falco: il pubblico di Indian Wells trattiene il respiro finché la scritta “out” sul maxischermo libera la standing ovation per l’idolo di casa.