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10/06/2010 12:36 CEST - Roland Garros

Giusto il premio Fit alla Schiavone?

Fa discutere la donazione di 400.000 euro accordata dal presidente FIT Binaghi per la vittoria di Francesca. Ubitennis presenta qui le varie ipotesi, pro e contro, e chiede il giudizio dei suoi lettori a mo' di sondaggio.La Fit spiega perchè, secondo il direttore della Comunicazione, è giusto.Tutti i vostri commenti ad oggi. Ubaldo Scanagatta

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E’ giusto o no che la Federtennis abbia deciso di attribuire a Francesca Schiavone un premio di 100.000 euro per aver raggiunto il traguardo delle semifinali al Roland Garros 56 anni dopo Silvana Lazzarino? E di aver previsto 200.000 euro per il raggiungimento della finale, 400.000 per la vittoria?

Stamattina in sala stampa non si parla d’altro. E come sempre, poiché pochi paiono disposti a credere all’obiettività altrui, se uno sposa una tesi viene considerato filo federale, Se uno sposa la tesi contrapposta “avversario di Binaghi”.

Io vorrei cercare di presentare la cosa nella maniera più obiettiva, perché poi i lettori di Ubitennis scrivano quel che pensano senza che io possa essere accusato di averli influenzati in una direzione o nell’altra. Accennerò quindi qui sotto a tutte le posizioni fin qui emerse.

Per riassumere quel che ho sentito qui in sala stampa al Roland Garros, citerò in ordine sparso… Chi dice che è un segno di riconoscimento meritato nei confronti di Francesca che ha dato un risultato di grande prestigio al tennis italiano (un po’ come accade alle Olimpiadi per chi conquista una medaglia), c’è chi dice che si è trattato di un colpo di teatro e un provvedimento demagogico.

C’è chi dice che non doveva essere un provvedimento da prendere in corsa ma da decidere all’inizio dell’anno per chiunque raggiungesse simili traguardi. C’è chi dice che è un premio legato anche al fatto che Francesca entra tra le prime dieci del mondo (a Flavia Pennetta venne regalato un gioiello del valore di 50.000/60.000 euro). C’è chi dice che per Francesca Schiavone, che in carriera ha guadagnato 5.000.000 di dollari, è comunque un premio simbolico che esprime la gratitudine del movimento tennis per i risultati e il contributo al tennis che ha dato, c’è chi dice che bisognerebbe rapportare queste somme al bilancio federale, agli investimenti fatti nel centro di Tirrenia da una parte e alla tv federale dall’altra (3 milioni di euro l’anno).

C’è chi dice che ciò accade in altre federazioni e chi controbatte che solo per atleti semidilettanti quali i canottieri, i ginnasti, gli schermidori, ciò possa apparire più giustificato.. C’è chi dice che poiché è gente che già guadagna un sacco di soldi quei soldi li investirebbe nella base, sulla propaganda, infrastrutture, sul centro tecnico, sui giovani. C’è chi dice che era meglio dare alla Schiavone un riconoscimento d‘altro tipo, c’è chi dice di dare alla Schiavone e ad una Fondazione nel suo nome, la possibilità di decidere come investire quei soldi provento della donazione. C’è chi dice che il ritorno al movimento tennis procurato dall’exploit di Francesca è superiore alle somme stanziate.

Ubaldo Scanagatta

Dalla Rubrica FIT "Tribuna Aperta" leggiamo questo intervento del direttore della Comunicazione.

I PERCHE' DI UN PREMIO
di Giancarlo Baccini
Premi come quello assegnato dalla FIT a Francesca Schiavone per il suo trionfo al Roland Garros rappresentano un giusto riconoscimento ai meriti non soltanto sportivi di quegli atleti che, eccellendo nelle rispettive specialità, portano prestigio al nostro Paese, promuovono i valori etici e l’immagine positiva dello sport, e si propongono ai giovani italiani quali esempi da seguire. Il Coni li prevede per le medaglie olimpiche; ogni Federazione – anche quella Calcio, i cui campioni sono fra i più ricchi del mondo – per le grandi competizioni internazionali cui prende parte.
Nel caso specifico di Francesca Schiavone (e degli altri tennisti italiani che dovessero – perché no? – emularne in futuro le gesta) il premio per il Roland Garros è stato in realtà anche un investimento. Lo è stato per due motivi. Uno: i contributi assegnati dal Coni alle singole Federazioni sono commisurati alla portata dei successi ottenuti dai loro atleti nei campionati mondiali e la vittoria di Francesca al Roland Garros, giustamente considerato come un mondiale, permetterà alla FIT di ricevere un contributo 2011 superiore a quello del 2010. Due: ad acquistarla in base al suo valore “tabellare”, come si dice in gergo pubblicitario, una campagna promozionale come quella regalata dalla Schiavone al tennis italiano costerebbe milioni e milioni di euro, ed è scontato che grazie a questa campagna l’intero tennis italiano (non solo la FIT ma anche i circoli, le scuole, ecc.) vedrà da adesso in poi aumentare di parecchio il suo fatturato globale.
C’è infine un ultimo fattore, forse il più importante. Premiando le vittorie in questo modo la FIT intende anche inviare alle giocatrici e ai giocatori professionisti italiani un messaggio molto lineare e soprattutto trasparente. I soldi non si possono chiedere a priori, prescindendo dai risultati, dall’impegno e dalla capacità di trasmettere messaggi positivi, come troppe volte accaduto in passato: essere professionisti deve prima di tutto significare difesa dei valori dello sport, attaccamento alla bandiera e rappresentazione di un modello positivo da emulare in campo e fuori dal campo. Ma è giusto che chi raggiunge l’eccellenza rispettando questi sacrosanti principi sappia che i suoi meriti saranno adeguatamente riconosciuti. Come, tanto per dirne una, il Consiglio Federale sta per fare anche nei confronti della squadra di Coppa Davis la quale, vincendo il mese scorso in Olanda, si è guadagnata il diritto a giocare il playoff promozione di settembre contro la Svezia, e per le ragazze ancora una volta finaliste in Fed Cup.

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Tratto da: On This Day in Tennis History di Randy Walker