Italiano English Français
HOMEPAGE > > Almagro: l'altro spagnolo

02/06/2010 17:58 CEST - Profili

Almagro: l'altro spagnolo

Spesso messo in secondo piano dalle gesta dei suoi più blasonati connazionali Nicolas Almagro è da anni tra i primi tennisti al mondo, pur non essendo mai riuscito a sfondare la barriera dei primi dieci. Filippo Romoli

| | condividi

Correva il 18 gennaio di questo 2010 quando, a seguito della sconfitta per 9 a 7 agli ottavi degli Australian Open per mano di Tsonga, Nicolas disse senza mezzi termini che si sarebbe concentrato sui tornei sulla terra battuta per fare classifica e cercare di entrare nei primi 10, traguardo sfiorato nel luglio del 2008.
Sembravano le dichiarazioni di rito di una delle promesse mancate del tennis moderno, tanto più che alla prima uscita della campagna sudamericana, a Buenos Aires, si era concesso il lusso di perdere al primo turno contro il connazionale Daniel Gimeno Traver, numero 80 delle classifiche. Gli ottavi a Indian Wells e i quarti a Miami, persi rispettivamente con Murray e Roddick, apparivano come un buon viatico in vista del ritorno all’amata terra. Qui invece subisce ancora una volta un brutto colpo, ancora per mano della nemesi Tsonga che lo sconfigge prima in casa, a Montecarlo, e poi in trasferta, a Barcellona, in tre set.

Ma a Madrid ecco il sussulto ormai insperato: regola tra gli altri Soderling, l’unico tennista in grado di battere sia Federer che Nadal sulla terra, e Melzer, altro protagonista a Parigi, prima cedere con onore contro l’invincibile – probabilmente – Rafa.
Agli ottavi ha battuto in quattro set un altro spagnolo, ossia Fernando Verdasco (quel che restava di). Non mancano in questo caso le attenuanti, che forse sono aggravanti, per il bel Nando: il prossimo testimonial di Calvin Klein, in virtù di una programmazione scellerata che lo ha “costretto” a giocare cinque tornei in sei settimane, era in condizioni fisiche precarie e si è visto. Resta il fatto che contro l’unico mancino tra i primi dieci al mondo, Rafa escluso, Almagro ha lasciato intravedere nuovamente quelle tracce di un talento troppo spesso smarrito.

In effetti Almagro è uno spagnolo un po’ anomalo, a dispetto dei cinque titoli conquistati sul rosso, gli unici della carriera.
La sua carriera comincia ad appena 14 anni, con la conquista dei primi punti ATP; la consacrazione tra i professionisti arriva tre anni più tardi quando, scalando 700 posizioni in classifica, si aggiudica ben sei titoli futures e fa il suo debutto nei tornei ATP a Palermo. L’anno dopo è fra i primi 100 giocatori al mondo e nel 2005 tra i primi 50, grazie al suo primo titolo a Valencia: partito dalle qualificazioni, riesce nell’impresa di sconfiggere i due ex numero 1 Ferrero e Safin, trionfando in finale contro Gilles Simon, l’altra rivelazione del torneo.
Lenta ma inesorabile prosegue nell’ascesa, con una predilezione quasi esclusiva per la terra battuta, in piena tradizione spagnola; il 2008 si rivela il suo anno migliore con la vittoria a Costa de Sauipe e Acapulco e i quarti al Roland Garros, dove Nadal gli lascia appena tre game, equamente ripartiti nei tre rapidi set. Sembra destinato all’Olimpo del tennis nonostante un problema al polso destro: operazione al tendine a fine luglio e già terzo turno agli US Open il mese successivo.

Il 2009 potrebbe essere l’anno del definitivo salto di qualità, ma delude le aspettative e si ferma al terzo turno di tutti e quattro gli Slam, alimentando più di un dubbio sulla sua tenuta atletica e mentale.
Quando lo spirito lo sostiene, Nicolas è in grado di proporre un gioco d’attacco fatto di grandi accelerazioni tanto col diritto che col rovescio, colpo che, giocato ad una mano e molto piatto, lo distingue da molti illustri connazionali. Un altro punto di forza, a dispetto di una statura non da gigante – è alto “solo” 183 centimetri ma, a dispetto del nome, non li dimostra - è il servizio, spesso giocato al centro a velocità che superano i duecentodieci all’ora e che rende impossibile non pensare a quello che avrebbe potuto fare Filippo Volandri, alto esattamente come lui, con un fondamentale del genere. Soltanto nel 2009 ha realizzato 551 ace…
Se lo spirito non lo sostiene, come è capitato sovente, Nicolas si avvicina ai teloni in maniera preoccupante e regala doppi falli ed errori gratuti, come accade a chi è abituato a giocare a tutto braccio. Emblematica è la sfida dello scorso anno con Nadal a Bercy, quando contro un avversario lontano dalla condizione fisica attuale non riuscì a superare la paura di vincere e, dopo avere dilapidato cinque match point, si arrese al terzo set al termine di più di tre ore di gioco.

Eppure dal punto di vista tecnico, come dimostra lo splendido primo parziale di Madrid contro Nadal, Almagro ha le armi per mettere in difficoltà chiunque, almeno per un’ora. La tenuta atletica è un altro degli interrogativi che il fisico non proprio scultoreo di Almagro lascia aperto. Forse è giunto il momento per capire se il salto di qualità annunciato in gennaio si concretizzerà.

Filippo Romoli

comments powered by Disqus
TV Tennis
Ubi TV

Gypsy Djokovic e Rafa Troicki

Ultimi commenti
Blog: Servizi vincenti
Quote del giorno

"Si, lo ammetto: i vini francesi sono migliori di quelli italiani!"

Francesca Schiavone scherza con Amélie Mauresmo che l'aveva invitata a rivelare, in diretta tv, la supremazia dei prodotti vinicoli d'oltralpe.

France 2, 02/06/2010

Accadde oggi...

31 Maggio 1974

Ai campioni in carica degli Australian Open; Jimmy Connors ed Evonne Goolagong, viene negata, in una corte d'appello francese, la possibilità di partecipare al Roland Garros, in seguito al loro impegno col World Team Tennis. La decisione pregiudica a Connors l'opportunità di diventare il terzo uomo a realizzare il Grande Slam, dopo aver vinto Wimbledon e gli us Open nello stesso anno.

 

Tratto da: On This Day in Tennis History di Randy Walker