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03/06/2010 12:05 CEST - Roland Garros Preview

Sam e Jelena: sfida per la Storia

Seconda semifinale femminile: Jankovic a caccia della prima finale a Parigi dopo due tentativi mancati, Stosur in campo per l'occasione che vale una carriera. Francesco Ferrando

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Nel Roland Garros delle sorprese, l'accento australiano di Samantha Stosur va di moda quasi quanto l'italiano di Francesca Schiavone. Non molti avrebbero scommesso un euro simbolico sulla possibilità di ritrovare Sam quì a Parigi, in semifinale, a un anno giusto di distanza da quello che era già sembrato un miracolo nel 2009. Per non parlare poi di quanti si sarebbero mostrati increduli di fronte alla prospettiva di vederla battere, una dopo l'altra, Justine Henin e l'indiscussa numero uno Serena Williams. E invece eccola di nuovo quì, Sam, a inseguire la tanto agognata finale a cui era arrivata così vicina lo scorso anno, quando aveva quasi recuperato una partita che sembrava già persa contro la futura campionessa Kuznetsova. Neppure Jelena Jankovic, che pure giocherà contro l'australiana la sua terza semifinale su questi campi, godeva di molto credito a inizio stagione e forse neppure alla vigilia di questo torneo. Jelena aveva cominciato malissimo l'anno, trovando la svolta sul cemento di Key Biscane. E proprio in semifinale, a Indian Wells, aveva incontrato la nuova Stosur, per la prima volta quest'anno, e l'aveva battuta, andando poi a vincere il torneo. Si era vendicata Sam, nemmeno una settimana dopo, a Miami, senza però riuscire a centrare il titolo, ma non tutte le ciambelle escono col buco. Le loro strade si erano poi divise e nessuna delle due avrebbe forse immaginato che si sarebbero ritrovate proprio quì, a Parigi, al crocevia di una finale che per entrambe significa tanto.


Jelena ci aveva messo un po' a carburare sulla terra, ma alla fine era riuscita a dare spettacolo al foro italico, mettendo in riga entrambe le Williams, salvo poi farsi sorprendere dalla spumeggiante meteora Martinez Sanchez. Samantha invece, che a Roma era assente, aveva dato segnali preciso, dominando sulla verde terra di Charleston e approdando alla finale di Stoccarda, persa da Justine dopo essere stata avanti di un set, mentre a Madrid era caduta sotto i colpi di Venus.
Arrivata a Parigi, si è concessa l'unica distrazione nei primi turni contro la paraguaiana De Los Rios, nota ai più per essere la signora di un certo Neffa (il calciatore, non il cantante), ma poi si è presa la sua rivincita su Henin e la famiglia Williams, diventando la seconda giocatrice capace di battere in uno slam Justine e Serena dopo Lindsay Daveport agli Us Open del 2000. Jankovic invece ha sofferto contro l'estone Kanepi ed è arrivata, combattendo lontano dai riflettori, fino ai quarti di finale, dove ha patito più del dovuto per battere la neo-kazaka Shvedova.
 

Venendo all'incontro di oggi, risultano poco significativi i precedenti tra le due giocatrici, tutti sul cemento (Jankovic conduce per 3 a 1), nonostante gli ultimi due siano molto recenti: troppo diverse le condizioni. É da escludere anche che l'emozione giochi loro un brutto scherzo: troppo esperta Jelena, troppo determinata Sam, che in doppio ha comunque giocato almeno una finale in tutti e quattro gli slam.
Dal punto di vista tattico, invece, gli spunti sono vari e tutti interessanti. «Sarà una partita molto diversa da quelle con Justine e Serena. Dovrò essere paziente, Jelena non concede mai nulla ed è capace di rimettere in campo tutto» ha dichiarato Sam, a ragione.

Il motivo di fondo dell'incontro vedrà una giocatrice aggressiva sfidare quella che un tempo sarebbe stata definita una contro-attaccante. Jankovic difficilmente si mostrerà frustrata dall'essere presa a pallate dall'australiana, come è successo con Williams, ma cercherà di imbrigliare le iniziative di Stosur, impedendole di girare intorno alla palla per accelerare col dritto. Dal lato del rovescio la serba ha un vantaggio consistente sugli scambi incrociati e lo sa bene. Ma sa anche di doversi superare al servizio, mantenendo alto il numero di prime palle, specie dopo aver visto i missili che ritornavano indietro all'americana, ogni volta che si azzardava a servire una seconda.
L'australiana, dal canto suo ha diverse armi. Per prima cosa, dispone del miglior servizio in kick del circuito, una palla alta e pesante che può metterla in condizione di comandare lo scambio da subito. Punto secondo, è l'unica tennista, al momento, a poter alternare rotazioni esasperate, in back e in top, a violente accelerazioni di dritto, un colpo devastante e difficilmente leggibile: se solo fosse un po' più giovane, qualcuno inizierebbe a parlare di un'evoluzione del tennis femminile nella direzione dei colleghi maschi. Queste armi, assieme all'aggressività, saranno fondamentali per Samantha per scardinare il ritmo della serba.


Restano altri due dubbi nella mente di chi si vuol spingere in pronostici: la tenuta fisica dell'australiana e la pazienza. Stosur ha messo in mostra una forma atletica impressionante, ma le ultime due battaglie potrebbero chiederle il conto, specialmente contro una Jankovic pronta a macinare chilometri senza colpo ferire. E la stanchezza è spesso compagna della poca lucidità e sorella maggiore della fretta. Non va dimenticata però la grande voglia di lottare e il carisma della serba, ingredienti fondamentali che le hanno permesso di arrivare dove è arrivata, in questo torneo e in carriera. Ingredienti che, da soli, rappresentano un valore assoluto.
Il Philippe Chatrier oggi avrà un sapore nuovo per entrambe. Jelena scenderà sul centrale per dimostrare di essere tornata quella del 2008 e per centrare finalmente, al terzo tentativo, una finale al Roland Garros che aspetta da tanto. Samantha Stosur invece giocherà per guadagnarsi l'accesso a una partita che, da sola, vale una carriera.

Francesco Ferrando

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Tratto da: On This Day in Tennis History di Randy Walker