Italiano English Français
HOMEPAGE > > Lo mettiamo il tiebreak o no?

17/06/2010 17:18 CEST - Wimbledon 2010

Lo mettiamo il tiebreak o no?

La maratona tra Bogdanovic e Mahut è sicuramente qualcosa che rimarrà negli annali. Ci sono voluti 46 giochi e più di due ore per concludere un solo set. Forse però è il caso di cambiare le regole.  Enrico Riva

| | condividi

È probabile che gli spettatori che hanno assistito dal vivo a Mahut Bogdanovic abbiano vissuto l’atmosfera di sfida epica che l’incontro di secondo turno ha regalato. Ci sono voluti 46 giochi perché Mahut chiudesse il terzo set e la partita 24 a 22; questo perché tre Slam su quattro si rifiutano di introdurre il tiebreak nel set decisivo.

È la quinta volta che nelle qualificazioni di Wimbledon (era Open) uno dei due giocatori supera i 20 giochi:

1989: S.Warner def. M.Anger 7-5 1-6 7-6 3-6 28-26
1993: G.Muller def. P.Lundgren 4-6 7-6 20-18
1999: J.Thomas def. S.Prieto 6-4 4-6 23-21
2005: C.Guccione def. O.Patience 4-6 7-6 23-21
2010: N.Mahut def. A.Bogdanovic 3-6 6-3 24-22

Ha senso continuare così? 46 giochi sono quasi 4 set finiti al tiebreak: è ragionevole che in un incontro di qualificazione due atleti siano costretti a giocare un match praticamente al meglio dei 7 set?

Se questo è il caso limite proviamo a dare un’occhiata ad entrambi i tabelloni. Meffert, Karanusic e Kirilov hanno vinto un incontro 10 8, Evans 12 10, Kuznetsov 14 12, Martin 15 13, Kim 16 14. Tra le donne Bovina ha chiuso 11 9 e Namigata 14 12. Senza contare poi che l’ultimo turno di qualificazione per gli uomini si giocherà sulla distanza del 3 su 5.

Va bene la tradizione, per carità - Wimbledon ci ha costruito attorno gran parte della sua fama - ma a volte l’impressione è che prevalga l’irrazionalità. Si discute tutto l’anno di calendario troppo lungo e del rischio infortuni e poi nei 3 tornei principali il regolamento prevede che si possa giocare a oltranza.

Alcuni match dei tabelloni principali rimarranno nella storia per la loro durata. Vengono in mente Camporese Becker, El Ayanoui Roddick o Santoro Clement. Sicuri che rimangano impressi anche per la qualità? Ricordate il tiebreak del quinto set tra Agassi e Blake agli US? La finale tra Nadal e Federer del 2008 o la finale tra Roger e Roddick del 2009 non sarebbero state ancora più incredibili con un tiebreak conclusivo?

Alcune coniderazioni:

1) Spettacolarità: posto che i match senza tiebreak siano più spettacolari (non è la tesi qui sostenuta) quando si tratta di incontri di tabellone si può godere della copertura televisiva. I match di qualificazione invece non lasciano traccia: gli unici che ne beneficiano sono quei pochissimi super appassionati che si avventurano ad andarli a vedere dal vivo. La spettacolarità dovrebbe essere una variabile irrilevante nella decisione.

2) Uniformità: Una manifestazione che fa disputare i primi due turni 2 su 3 e l'ultimo 3 su 5 evidentemente non si pone questo problema a priori.

3) Qualità: Come suggerisce il punteggio che si protrae all'inifinito nessuno dei due contendenti è in grado di prevalere. Nel match tra Bogdanovic e Mahut dal 6 pari vi sono stati 3 break. Mahut ha servito 17 volte per rimanere nel match senza mai i concedere un match point. Tanto vale ridurre gli sforzi e concentrarli in un tiebreak.

4) Salute update: Dei 10 giocatori sopra citati che hanno vinto incontri tirati solo 2 hanno vinto il match successivo (Namigata e Mahut).

Le qualificazioni degli Slam andrebbero giocate tutte al meglio dei 3 set con tiebreak decisivo. Prima o poi questo cambiamento andrà fatto.

Enrico Riva

comments powered by Disqus
TV Tennis
Ultimi commenti
Blog: Servizi vincenti
La vittoria di Francesca Schiavone a Parigi

Fotogallery a cura di Giacomo Fazio

Ubi TV

Wimbledon è alle porte: Preview!

Quote del giorno

"Si, lo ammetto: i vini francesi sono migliori di quelli italiani!"

Francesca Schiavone scherza con Amélie Mauresmo che l'aveva invitata a rivelare, in diretta tv, la supremazia dei prodotti vinicoli d'oltralpe.

France 2, 02/06/2010

Accadde oggi...

20 Giugno 1987

Helena Sukova recupera uno svantaggio di 0-5 nel primo set prima di sconfiggere Martina Navratilova 7-6, 6-3 nella finale del torneo di Eastbourne, interrompendo la striscia record di 69 incontri vinti consecutivamente dala Navratilova sull’erba inglese.

 

Tratto da: On This Day in Tennis History di Randy Walker