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23/06/2010 12:56 CEST - Rassegna Stampa del 23 Giugno 2010

Kei, il giapponese che sarà una star (Clerici), Erba azzurra Super Fognini e i magnifici 7 (Martucci, Marcotti e Azzolini), Martina, l'ultima sfida "Scalerò il Kilimangiaro" (Semeraro)

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Rubrica a cura di Daniele Flavi

Kei, il giapponese che sarà una star

Gianni Clerici, la Repubblica del 23.06.10

Dopo qualche anno di onesto giornalismo dovrei rendermi finalmente conto di scrivere per un giornale italiano, che va tra l'altro regolarmente esaurito nelle cinque edicole di Wimbledon e dintorni. Grazie, sospetto, anche ai nostri aficionados, eroici nell'accodarsi alle cinque di mattina Avanti Vinci, Errani Svianti, Pennetta Oprandi, Fognini e Seppi. La novità è il 17enne asiatico Ma c'è,in me,qualcosa che va oltre il senso comune, e scatta alla vista di un tipo di talento, uno di quelli che il mio Maestro, Mario Soldati, chiamava gli "unti del signore". Una sorta di irrazionale certezza, che mi ha visitato sin dall'inizio della mia professione, e che mi ha permesso di menzionare, prima che i gregari del giornalismo ne avessero ['ancorché minimo dubbio, i giovanissimi che sarebbero divenuti campioni. Come mi accadde con Risultati Pietrangeli e Santana, Laver e Chang, Borg e McEnroe, Hingis e Graf, e altri che dimentico. Così ho oggi ammirato al suo esordio sul Centrale un giapponese. Giapponese, direte voi. Ma se hanno avuto soltanto qualche donnina, e mai mezzo campione. Errore. La stessa domanda non ha avuto risposta nemmeno dal probabile futuro campione, che ha disputato, perdendoli, tre promettentissimi set contro il favorito n. 1, Rafa Nadal. Il giapponese Kei Nishikori nel match perso contro Nadal Il ragazzine Kei Nishikori ignorava infatti l'esistenza di un suo antenato, notissimo in Giappone negli Anni Trenta, a nome Jiro Satoh. Son stato costretto a raccontargli che 80 anni addietro quel talentuosissimo tipo aveva raggiunto le semi del Roland Garros e di Wimbledon, venendo sconfitto di pochissimo dall'australiano Jack Crawford, allora n.l. Mentre lo stesso Eichi Kawatei, presidente della Federazione Asiatica annuiva, ho aggiunto per Nishikori che Satoh era talmente innamorato del gioco da sentirsi colpevole di non aver condotto la sua squadra a superare tre semifinali di Davis, e si era lasciato cadere in mare dal piroscafo che lo trasportava a Wimbledon. A questo racconto il giovane Kei ha sorriso un po' incredulo, per dirmi che, all'inizio della sua trasferta alla scuola di Nick Bollettieri, aveva sfiorato un disagio di poco inferiore all'antenato, costretto com'era ad un mutismo totale, per la completa ignoranza della lingua. Confortato dal guru, ecco il diciassettenne Kei raggiungere il n.63 al suo esordio professionistico, per poi bloccarsi più di un anno con un gomito in pezzi. Ma oggi, proprio al ritorno alle gare, e all'esordio sul mitico Centre Court, pur battuto 6/2,6/4,6/4 ha spesso giocato alla pari con il terribilissimo Nadal. «E' ora, gli ho detto, che il gioco più internazionale del mondo abbia un campione giapponese». Ha sorriso, ringraziato, chinato il capo, giunto le mani. E' anche modesto.

Erba azzurra Super Fognini e i magnifici 7

Vincenzo Martucci, Gazzetta dello Sport del 23.06.10

Sole e amore. Senza scomodare Puccini, qui a Wimbledon, sole e amore ridanno vita al tennis italiano: dopo il lunedì nero con 4 sconfitte su 4, con il rumoroso, ma prevedibile, tonfo della regina del Roland Garros, Francesca Schiavone, il martedì è un esaltante k 7-1. Che, anche se l'erba non è più quella di una volta, è un risultato di squadra, da ricordare. Con due firme degli uomini, Fabio Fognini ed Andreas Seppi, contro due spagnoli di qualità e rendimento come Verdasco e Almagro, nettamente superiori in classifica. Personalità Battendo Monfils a Parigi, in due giorni, contro rutti e tutti, Fognini (80 del mondo) ha fatto il salto di qualità mentale che doveva. Battendo Fernando Verdasco, numero 9 Atp, per 7-6 6-2 6-7 6-4 in quasi 3 ore, supera il primo «top ten» in camera. E si conferma una mina vagante del Tour, con quel repertorio tecnico-atletico vario e diverso, e quella personalità incendiaria, da protagonista. Soprattutto, il 23enne ligure gioca un'altra, grande, partita senza follie, gestendo emozioni e situazioni, ed approfittando dei clamorosi regali di rovescio (da fondo) e di volée del secondo mancino di Spagna. Furioso come un toro perché stoppato sulla riga di fondo campo dalle traiettorie azzurre, tese e profonde, e incapace di strappargli il servizio. «E' la cosa di cui sono più soddisfatto, al di là della vittoria, perché volevo complicargli il più possibile la vita e ci sono riuscito e perché sto finalmente tenendo il mio livello di gioco per periodi più lunghi. Che è sempre stato il mio difetto. La superficie non conta: non ho mai giocato sull'erba, ma mi piace, ho buona mano mi muovo bene e non penso»… Appuntamento contro Russell, piccolo, veloce e noioso: «Sicuramente più scarso di Verdasco, ma che merita tutto il mio rispetto». Semplicità Andreas Seppi, l'altoatesino sempre col freno tirato, si libera quando trova il verde: «In genere, sto troppo attento al punto, al risultato, e non sono tranquillo e rilassato. Invece, sull'erba, gioco al meglio perché lascio andare i colpi, non sto a pensarci tanto, vado sul semplice. Vedo meglio la tattica, e la volée mi viene più facile, non devo forzarla». Da un po', l'allievo di Massimo Sartori non vince i punti importanti: «Quest'anno, i risultati non sono favorevoli, anche se tennisticamente gioco meglio di 3 anni fa» (quand'era 27 del mondo) . Ma sull'erba scatta qualcosa e batte Almagro (che in classifica gli sta davanti 51 posti: 18-69): «Ad Halle contro Davydenko ho vinto il mio primo match Atp importante, mi ci trovo sempre bene». Sull'erba, Andreas reagisce: vince due tie-break, sprinta all'inizio del terzo set e chiude 6-2. «Ho servito molto bene, ho giocato bene i punti importanti, sono salito giusto a rete, ho vinto quel tie-break chiave e poi lui s'è innervosito». Prossima fermata, Kamke: «L'ho battuto, qui a Wimbledon, 2 anni fa, s'era qualificato anche allora. Ma ha eliminato Garcia Lopez: è pericoloso». Azzurre Passano Pennetta, Brianti, Errani, Vinci e Oprandi, cede solo la Garbin e contro la numero 4 del mondo, Wozniacki. Flavia ha parole dolci per l'amica Francesca Schiavone: «II gioco della Dushevina le da fastidio e Francesca aveva un po' di pressione».

Magìa Fognini «La più bella»

Gabriele Marcotti, il Corriere dello Sport del 23.06.10

Buona la decima. In nove procedenti match contro avversari top-ten Fabio Fognini non aveva mai centrato una vittoria. Gli è riuscita ieri, sui prati di Wimbledon. Un successo di prestigio contro lo spagnolo Fernando Verdasco. «La più bella partita della mia vita», per usare le sue stesse parole. Non tanto, non solo, per il valore dell'avversario - favorito n.8 ai Championships - ma soprattutto per il modo in cui l'ha raggiunta. Disputando un incontro quasi perfetto per concentrazione, saggezza tattica, presenza in campo. Rischiando senza strafare, insistendo sui punti deboli dello spagnolo (il rovescio), ma soprattutto mantenendo il controllo dello scambio fino all'ultimo colpo. Una prova di maturità per Fognini, che ha vinto il match prima con la testa che col braccio. Senza mai perdere il proprio servizio, e concedendo una sola palla break in quasi tre ore di gioco. «Ero consapevole di poter vincere - le parole del ligure, raggiante dopo l'incontro -. Lo avevo incontrato ad Acapulco e ci avevo giocato alla pari «Mai giocato così bene Ho gestito bene la gara anche nei momenti critici E sull'erba gioco poco» Ora l'americano Russell riper tutto l'incontro. Poi un episodio sfortunato mi aveva condannato. Stavolta invece ho gestito il match molto bene, restando tranquillo anche nei momenti critici. Quando sono andato in difficoltà ho chiesto una pausa, ho rinfrescato le idee e ho ricominciato con il mio piano tattico. Sono felicissimo». Stagione difficile quella di Fognini, scivolato al n.80 del ranking mondiale dopo una lunga striscia di eliminazioni al primo turno (12). A Parigi il primo guizzo: la rocambolesca vittoria al quinto contro il francese Gael Monfils. A Wimbledon quella che appare come un'incoraggiante conferma. «Una vittoria non cambia nulla. Certo, mi da una grande carica e convinzione La carriera di ogni atleta è fatta di momenti felici e altri meno. Ma questo successo è particolare, per come è arrivato è certamente più importante anche di quello al Roland Garros. E' stata la più bella partita della mia vita, soprattutto perché arrivata su una superficie dove ho vinto poco». Fin qui in camera Fognini aveva vinto due soli incontri sull'erba, uno proprio all'All’England Club 12 mesi fa opposto a Denis Istomin. «Ma ho sempre detto che mi piace giocarci. Credo di avere un gioco che si adatta bene, sono rapido negli spostamenti e ho un buon tocco. Poi, certo, contano i risultati Ma io finora ci ho giocato poco sull'erba..». Al secondo turno ora lo attende lo statunitense Michael Russell, vincente in quattro set sullo spagnolo Pere Riba-Madrid. Un solo scontro diretto tra i due, agli Australian Open nel 2008, vinto dall'americano. Tutto sommato un match più che abbordabile. «Non è un fenomeno ma neppure l'ultimo arrivato. Gli porto rispetto anche se so che scenderò in campo molto carico Non voglio guardare più in là perché questo è uno sport particolare. Basta un nulla per vincere o perdere. Preferisco vivere alla giornata e godermi questo momento» Onore al vincitore. Sportivo Verdasco che non cerca alibi né si nasconde dietro a scuse di circostanza. «Di certo non ho giocato al mio meglio - ha ammesso lo spagnolo -, Soprattutto nei primi due set ho servito male e ho commesso troppi errori. Ma Fognini ha meritato, oggi è stato superiore. E' un giocatore di qualità»

Fognini, sull'erba lo spagnolo sei tu

Daniele Azzolini, Tuttosport del 23.06.10

C'è chi ama porre sempre più in alto l'asticcela della propria vita Martina Navratilova fa sapere che ha appena deciso di scalare il Kilimanjaro Aspetterà la buona stagione dicembre, quando in Africa e estate Martina ha 52 anni ha appena sconfitto un tumore al seno, ha tanti soldi da permettersi di andare sul Kilimangiaro comodamente seduta su una portantina trascinata da otto sherpa nubiani Ma ha il fuoco dentro II nuovo progetto rientra nelle attività beneficile di Martina, e tra queste e compresa una forma particolare di assistenza a se stessa, che non può stare ferma un istante e ama sfidare l'impossibile L'ha detto più volte il tennis di oggi non le sembra più il luogo adatto per sognare nuove un prese Sara che le giovani epigoni di Martina si accontentano di molto meno, ma anche l'amatissima erba sembra giunta a compromessi Ha rimbalzi da terra rossa, impone ritmi regolari come sul cemento, si può persino rinunciare ad attaccare Sara per questo che l'Italia del tennis un giorno si rivela refrattaria a ogni empito erbivoro, e l'altro si trasforma nel la nazione dal pollice tennistico più verde. Lunedì quattro sconfitte su quattro, ben sette vittorie su otto Si scopre, d'un tratto, che c'è chi sarebbe pronto a ben più impegnative campagne erbivore, se solo gliene dessero la possibilità Andreas Seppi elegge l'erba a superficie preferita, lui che viene dai monti e dovrebbe avere un DNA composto di neve e rocce E non centra la bella vittoria su Nicolas Almagro, uno dei top spinners pm vicini al cuore dell'empireo nadaliano, al quale cancella tre set point nel secondo tie break chiudendo con un colpo spettacolare C'entrano i ricordi personali, che vanno al primo match vinto da professionista, su Davydenko, ad Halle, una delle ultime ferma te erbivore sulla strada di Wimbledon Può approfittarne, se vuole In secondo turno avrà Kamke, uno che da anni va per qualificazioni Un miracolo trovarselo contro in un torneo cosi Ma Seppi ha altri pensieri Gioco meglio del solito, ma in sei mesi non ho fatto un risultato decente , confessa, nella speranza che Wimbledon porti buono Identiche aspettative rivela Flavia Pennetta, numero dieci di un tenni6; che, con Francesca Schiavone, ha scoperto come sempre più su Flavia ha solo pensieri buoni per l'amica regina del rosso, ma ricorda che il tennis e fatto di con fronti, di rincorse e inseguimenti «Le amiche, prima o poi, te le trovi contro , filosofeggia Come Anabel Medina Garrigues la spagnola che Flavia ha tritato ieri, lasciandole appena 4 game nel primo set E come Gisela Dulko, che Flavia pensava di incontrare m secondo turno, finita poi battuta dalla rumena Niculescu. Ecco, dice, «quello sarà un match assai meno amichevole Come la domanda che segue non sente Flavia di dover compiere anche lei un impresa grande come quella della Schiavone?...

Martina, l'ultima sfida "Scalerò il Kilimangiaro"

Stefano Semeraro, la Stampa del 23.06.10

Martina, dopo il tennis, lo sci, l'hockey, gli aerei, si da all'alpinismo: non sarà troppo «Amo l'Africa da quando l'ho scoperta nel '96, in Kenya. Scalare il Kilimangiaro era un sogno, ci avevo provato tre anni fa, senza successo. Quando Laureus me lo ha proposto ero entusiasta, poi è arrivata la diagnosi del tumore. Mi sono detta: è per dicembre, ce la posso fare. L'unico problema è l'altitudine: il Kilimangiaro tennis era sempre in evoluzione». Qual è stato il momento più duro durante la malattia «u primo giorno. Le prime due ore dopo la diagnosi. Ero sola in casa. Io sono vegetariana, mangio tutto biologico per essere sempre in forma, non potevo credere che il tumore fosse capitato a me. L'altro momento diffìcile è stata la conferenza stampa: volevo dire a tutte le donne di fare la mammografia, un esame che salva tante vite. Io l'avevo saltata per 4 anni». Adesso come si sente? . «Bene, il tumore non c'è più. Mi considero fortunata. E amata: in questi mesi ho ricevuto lettere, e-mail, messaggi su Facebook dai fan e da gente che non sentivo da secoli. Anche da Jimmy Connors e Jim Courier. Ho capito che il tennis è una grande famiglia, ed è bello farne parte. Grazie, Facebook!». La terapia è stata pesante? «È stato brutto andare ogni mattina in ospedale per sei settimane, restare immobile nel letto. Mi sentivo in carcere. Però li ho riscoperto la forza delle donne. Ce n'erano di ogni età, e si scambiavano informazioni con ottimismo e cameratismo. Mi sorridevano e mi trasmettevano energia». La malattia come ha cambiato la sua vita «Ho capito quello che mi diceva mio padre: "Se hai la salute, il resto non conta"». Progetti per il futuro? «A Parigi ho fatto la mia ultima chemio mentre giocavo il doppio delle leggende con Jana Novotna, e festeggiato a champagne. A casa di Jana c'è una grande carta del mondo, io ho messo le bandierine sui luoghi che voglio visitare: Machu Picchu, Galapagos, Indonesia, Bengala, Alaska, l'Antartide. E poi ancora il Kenya». Parliamo di Wimbledon: la sua amica SCHIAVONE AMBITO KO «II suo tennis è il futuro Qui a Wimbledon era esausta .per i festeggiamenti di Parigi» Schiavone è stata eliminata al primo turno. Sorpresa «L'avevo detto: o perde subito o arriva in semifinale. Era esausta per i festeggiamenti di Parigi. Wimbledon è arrivato troppo presto». Francesca vincerà altri Slam? «L'anno prossimo sarà fra le favorite a Parigi, e il suo gioco si adatta anche al cemento e all'erba. È il futuro del tennis: più effetti, più varietà, gioco a rete. Le tenniste che tirano forte e basta non durano a lungo. Anche il tennis maschile sta seguendo questa strada». Prima parlava della forza delle donne: gli Usa sono pronti per un presidente donna «I tempi sono maturi. Hillary Clinton avrebbe potuto farcela, se non fosse stato per la migliore organizzazione di Obama. E anche se Berlusconi ha sette vite come i gatti, forse in Italia presto avrete un premier donna». Riscatto Italia, oggi Federer «escluso» dal centrale dopo 3 anni.
 

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Accadde oggi...

20 Giugno 1987

Helena Sukova recupera uno svantaggio di 0-5 nel primo set prima di sconfiggere Martina Navratilova 7-6, 6-3 nella finale del torneo di Eastbourne, interrompendo la striscia record di 69 incontri vinti consecutivamente dala Navratilova sull’erba inglese.

 

Tratto da: On This Day in Tennis History di Randy Walker