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24/06/2010 12:28 CEST - INTERVISTE

R.Federer

FEDERER: “La partita sarebbe potuta andare al quinto set, Bozoljac ha giocato molto bene, non mi sorprende”. Trad. di Diego Bonomo

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Q. Sai che si sta giocando il match più lungo di sempre?

FEDERER: Si lo so, sarei uno stupido se non lo sapessi.

Q. Pensando a ciò, non credi che abbia senso avere un tiebreak al quinto set come agli Us Open?

FEDERER: Penso che sia perfetto così. È spiacevole che questi due ragazzi saranno un po’ stanchi domani, dopodomani, la prossima settimana, il mese prossimo. Io sono andato in campo sull’11 pari al quinto set. E loro stanno ancora giocando. È assolutamente incredibile. In un certo senso vorrei essere uno di loro, ma in un altro senso non vorrei esserlo. È un match molto speciale. Spero che in qualche modo finisca. Non so. Saranno freschi domani, suppongo. Se dovessero tornare domani, sarebbe incredibile. Non so che dire.

Q. Sei stato sorpreso nel vedere il numero 152 del mondo giocare così bene?

FEDERER: Non molto, perché mi alleno con molti giocatori junior, di basso ranking o giocatori di doppio che non hanno un gran ranking di singolare. Questi ragazzi sono tosti. Sanno colpire bene la palla. Sono professionisti, fanno le cose giuste. Spesso non riesco ad esprimersi lungo tutto un torneo ma specialmente sull’erba possono esprimersi al meglio. Per me è stato un buon match per ingranare. Bozoljac ha giocato molto bene. Ha servito incredibilmente. È difficile leggere il suo servizio. Si è aggrappato alla battuta quando ce n’è stato bisogno. È riuscito a giocare bene anche sulle risposte, anche se non ho mai subito break, che è una cosa buona per me. La partita sarebbe potuta andare tranquillamente al quinto. O sarebbe potuta finire in tre set.

Q. Il match tra Isner e Mahut non ti fa pensare che sia utile un tiebreak al quinto set?

FEDERER: No. Ho già risposto. Mi piace così. So che a loro forse non piace in questo momento ma penso che ciò sia inascoltato nel tennis. Normalmente ci sono break in una partita. John si muove a malapena ormai ma fa ancora ottimi servizi. È impressionante da vedere. Io lo guardavo, non sapevo se ridere o piangere. Era troppo.

Q. Questo è un match che si riduce ad una battaglia di volontà piuttosto che di abilità tennistica?

FEDERER: Non so. Penso che una volta che arrivi a 10 pari, 20 pari, non hai più dubbi. Vai punto per punto. Speri di non essere sotto 0-30. Se accade, devi concentrarti un po’ di più. Ma credo che in un certo senso tu sei anche rilassato. Ti dici quel che accade accade. Quando diventa importante provi a concentrarti. Non hai pressione e tensione extra in corpo. Forse è questo il motivo per cui questi ragazzi stanno facendo questo così bene e per così tanto tempo. Ho sentito che Mahut ha avuto solo 3 break point in tutto il match. È incredibile. Hanno giocato per più di nove ore. Non conosco le statistiche del servizio, saranno ridicole, incredibilmente buone. Tu segui solo la corrente. Certo una volta che sei sul 50 pari pensi di voler perdere la partita dopo aver già fatto uno sforzo eroico. Sfortunatamente ci sarà un perdente. Ma penso che entrambi ne verranno fuori vincitori, questo è sicuro.

Q. Puoi metterlo in relazione con la finale che hai giocato l’anno scorso?

FEDERER: Posso metterlo in relazione solo per certi versi. Questo va oltre qualsiasi altra cosa.

Q. Ci sono state discussioni riguardo al fatto che la superficie sembra più lenta. Se guardi questi due ragazzi, hanno fatto oltre 175 aces. Non molte risposte in campo. Forse ciò significa che il campo è alla giusta velocità?

FEDERER: Io penso che sia ancora un pizzico lenta. Gli indoor sono rallentati drasticamente. Ma penso che i rimbalzi siano buoni e alti qui a Wimbledon. Penso che il rimbalzo era più basso. Se il rimbalzo fosse più basso, il gioco sarebbe più veloce. Ma è così. Oggi è particolarmente veloce. L’ho sentito sia sul mio servizio che su quello di Bozoljac. Se tu colpisci bene la palla viaggia veloce nell’aria. Una volta che cerchi di trovare l’impatto giusto non è necessario che tu sfrutti le possibilità come all’inizio. La tua percentuale di servizio cresce. Se tu servi al 70%, non rischiando, l’aria fa il resto per te. Il campo era veloce perché oggi è duro e rapido. Ma non è sempre così. Spero sempre che sia più veloce, ma non mi sto lamentando. Ho giocato veramente bene negli anni qui anche in queste condizioni.

Q. Nel punto finale stavi a rete ad aspettare l’Occhio di Falco, cosa vi si siete detti? Tutta la Serbia lo vuole sapere.

FEDERER: Stanno già discutendo?

Q. Si sono fieri di lui.

FEDERER: Gli ho chiesto cosa vuole da bere più tardi al bar. No (ride). Gli ho detto, credo che la palla sia fuori. Lo spero. E lui, se è fuori ti auguro tutto il meglio. Continua a vincere. Ok vedremo. Aspettiamo la palla prima. È stato molto simpatico. Mi ha incoraggiato ad andare avanti e giocare molto bene nei prossimi turni. Sembra un ragazzo simpatico. Io l’avevo incontrato in doppio in Coppa Davis. Sembrava chiaro che fosse un ragazzo aperto e gentile. È stato un finale non convenzionale, ma è stato molto simpatico a rete.

Q. Ti sembra strano perdere tre set nei primi due match? Non te lo saresti aspettato.

FEDERER: Ho vinto sei set, quindi…Si devono vincere i set giusti. I primi due match sono stati duri. I miei avversari hanno giocato molto bene. Oggi è stato ovviamente diverso. Raramente abbiamo avuto scambi lunghi, mentre nel primo match giocavo dalla linea di fondo. Perciò sono contento per come mi sento oggi. Ho evito un quinto set. Non è mai facile. La pressione del quinto set. Sono stato indietro per tutto il primo match. Per questo ne sono venuto fuori positivo. Sono contento di essere ancora nel torneo. Non vedo l’ora di giocare il terzo turno, ricordando come ci sono arrivato.

Q. Pensi di essere migliorato dall’ultimo match a quello odierno?

FEDERER: Non so. È stato un avversario completamente diverso. L’altro serviva ad una media di 105 miglia orarie. Oggi a 135 per tutto il match. Non si possono equiparare le due partite. Questo intendo. Devi adattarti. Oggi era questione di rimanere calmo, aspettare la chance e fare qualche buon colpo quando ce n’era bisogno. È stato difficile perché Bozoljac ha giocato bene e ciò significa che io ho giocato bene.
 

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Tratto da: On This Day in Tennis History di Randy Walker