Italiano English Français
HOMEPAGE > > Tennis o calcio, azzurri go home

28/06/2010 00:58 CEST - Wimbledon

Tennis o calcio, azzurri go home

Nessuno approda alla seconda settimana. Dei tre superstiti due (Pennetta superdeludente e Fognini sciupone) non avevano compiti impossibili. Chi ha giocato meglio alla fine è stata la Errani punita più dal punteggio che dal gioco. Ubaldo Scanagatta

| | condividi

Azzurri tutti a casa anche da Wimbledon, come dal Sud Africa. Dopo l’exploit della Schiavone al Roland Garros si torna alle vecchie deprecate abitudini: nessun italiano in gara nella seconda settimana d’uno Slam.

I “nostri” tornano a casa dopo averci un po’ illusi, ma senza la stessa ignominia dei calciatori, perché i nostri non erano e non saranno mai campioni del mondo _oddio, la Pennetta e la Schiavone in Fed Cup possono dire di esserlo, per quel che conta… _ però con un po’ d’amaro in bocca, perché magari mi sbaglio ma difficilmente capiterà a Flavia un’occasione migliore per raggiungere i quarti a Wimbledon, dovendo affrontare al terzo turno la Koukalova-Zakopalova n.66 del mondo e negli ottavi l’estone Kanepi n.80. Vero che le classifiche sull’erba spesso non rispettano i valori, e che tanto la prima che la seconda, valgono più del ranking Wta, però Flavia poteva giocare certo meglio di quel che ha fatto e idem Fabio Fognini contro un non trascendentale Bennetau che nel quarto set si è trovato sotto due volte di un break e soprattutto il secondo lo ha recuperato più grazie agli errori di Fabio (un dritto-schiaffo al volo, uno smash in rete, un altro errore di dritto) che per suoi meriti.

Alla fin fine la migliore delle nostre è stata quella che più prevedibilmente doveva perdere, Sara Errani, capace di tenere in campo quasi due ore la Radwanska, anche se il punteggio appare severo. Ma tantissimi games si sono decisi ai vantaggi.

Quelli fatti da Flavia con la Zakopalova, invece, sono pochi e…non potevano essere di più. E’ stata dominata dall’inizio alla fine e se è vero che la Zakopalova oggi sembrava una macchina da guerra, ogni dritto schiacciato dall’alto pareva quasi uno smash al rimbalzo, però è anche vero che Flavia ha giocato un match così privo di discernimento tattico, di quel minimo di variazioni, che era quasi indisponente. Si limitava a lanciare sguardi semi-disperati verso Gabriel Urpi che, forse distratto dai vicini di posto (Binaghi e Barazzutti, con il secondo che non stava zitto un secondo), non sembrava in grado di consigliare altro che “gioca parallelo”. Che significa, gioca lungolinea anziché incrociato.

Ma il problema non era tanto quello, quanto non giocare sempre e soltanto palle piatte sulle quali la Zakopalova andava a nozze. Con la presa molto chiusa, coperta, della piccola e tozza ceca, sarebbe stata utilissima qualche slice, qualche palla tagliata che rimbalzasse poco. Ma Flavia non è riuscita a giocarne mezza. Veniva di sognare…la Schiavone e le sue variazioni, anche se per la verità nemmeno Francesca aveva saputo metterle in atto contro la Dushevina, altra colpitrice piatta.

Francamente era impossibile attendersi una prestazione più deludente. E più subiva quelle bordate della Zakopalova, più la si vedeva con l’aria smarrita, impotente anche solo a pensare qualcosa di diverso. Che provasse un serve&volley, una smorzata, un pallonetto a candela, qualunque cosa, almeno, per invertire quella tendenza. Niente. E’ affogata senza tentare nulla. E vedendo partite così mi domandavo: ma è mai possibile? E poi: ma anche se sono i giocatori che dovrebbero trovare le soluzioni tattiche per riemergere da un abisso, possibile che Urpi non riuscisse a dirgli qualcosa che non fosse “gioca parallelo”.

E arriviamo a Fognini: ok, il suo bilancio per questo torneo resta positivo, ha battuto uno dei primi dieci tennisti del mondo per la prima volta in carriera (Verdasco), ha vinto un match di cinque set (Russell) rimontando un handicap di due set, però non si può regalare i primi due set come ha fatto oggi….perchè le rimonte miracolose possono riuscire una volta in un torneo, ma non sempre.

E purtroppo Fabio ha regalato anche il break che ha avuto di vantaggio nel quarto, due volte, ma soprattutto il secondo quando ha giocato una volee di dritto a schiaffo assolutamente improbabile, ha cacciato in rete uno smash al volo per nulla difficile dopo aver buttato un dritto fuori d’un paio di metri, tale da far esclamare a Loic Courteau, il coach di Bennetau dal novembre scorso (“Prima sono stato coach di Amelie Mauresmo per circa….50 anni!” mi ha detto lui ridendo): “Fognini ha un grande talento, ma è …un cavallo pazzo!”.

Fabio vinceva tutti gli scambi prolungati, quelli nei quali mostrava pazienza. Ne ha vinti anche alcuni straordinari, perchè Bennetau spingeva come un ossesso da fondocampo, soprattutto di rovescio, il suo colpo decisamente più solido (sul quale Fabio ha insistito troppo: anche con il servizio avrebbe dovuto cercare molto di più il dritto; anche in questo caso mi chiedo se Serrano, che seguiva il match accanto a Sosa se ne sia reso conto e abbia provato a dargli qualche indicazione).

Nei primi set Fognini ha risposto pochissimo, cercava subito la risposta vincente, quando invece avrebbe tutto l’interesse a rimettere la palla in gioco e a scambiare perché il suo tennis era più vario, anche il suo rovescio slice ad una mano era più efficace di quello del francese. Anche dopo, quando però aveva preso a rispondere sempre, grazie anche ai servizi meno efficaci del francese, è stato troppo spesso tradito dall’eccessiva fretta.

Ero il solo giornalista italiano presente all’intervista di Bennetau dopo il match _ i francesi erano lì anche perché si prospetta lunedì il derby con Tsonga _ e il biondo (mechato) Julian ha confessato che era proprio molto stanco: “Ho giocato 17 set qui, non solo due match di singolare di cinque set (uno con il matchpoint annullato, l’altro con Beck che aveva servito per il match) e questo di quattro, ma anche tre set nel doppio ieri…se andavamo al quinto sarebbe stata dura, ma ci avrei provato naturalmente. Anche perché lui è abbastanza inconstante, imprevedibile nel bene e nel male. Fognini ha talento e m’ha fatto un break nel quarto set con due passanti di rovescio incredibili che prima non aveva mai fatto, però per fortuna con quella sua aria “nonchalante” ogni tanto ti regala qualche punto gratis…è come se fosse un po’ pigro. Ha bisogno di essere bene sulla palla, e invece certe volte arriva tardi….ma non perché non sia veloce!”.

Insomma, una (Pennetta) perde perché non sa variare abbastanza e si deprime troppo presto senza cercare alternative tattiche, l’altro (Fognini) saprebbe variare ma non ha pazienza di rispondere prima e di palleggiare un po’ di più, una terza (Errani) lotta ma è troppo inferiore: il risultato è tutti a casa.

Unico italiano che ha vinto _e pure netto _ è lo junior Colella, contro lo svedese Tobias Blomgren. Buon auspicio per la Davis che si giocherà a settembre a Lidkoping, città natia di Anders Jarryd? Si fa per dire, perché se c’è un giocatore che mi pare in forma questi è Robin Soderling, più di Federer e Nadal, con le debite proporzioni. Ora Soderling ha Ferrer, poi eventualmente Nadal con i suoi problemi al ginocchio….Datemi una buona quota e lo prendo.

Ubaldo Scanagatta

comments powered by Disqus
TV Tennis
Ultimi commenti
Blog: Servizi vincenti
La vittoria di Francesca Schiavone a Parigi

Fotogallery a cura di Giacomo Fazio

Ubi TV

Federer parla del pranzo con la Regina Elisabetta

Quote del giorno

“Che ci crediate o no, il mio coach, prima dell’inizio del torneo, mi ha detto che sarei stato in grado di giocare per dieci ore”

John Isner e un curioso aneddoto sul match dell’anno

Accadde oggi...

28 Giugno 1977

Il diciottenne John McEnroe diviene il primo giocatore a raggiungere le semifinali a Wimbledon partendo dalle qualificazioni, quando sconfigge l’australiano Phil Dent nei quarti di finale.

 

Tratto da: On This Day in Tennis History di Randy Walker