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30/06/2010 21:32 CEST - Wimbledon

Murray va, Tsonga dura due set

Inizia in salita Murray, che perde il primo set del suo torneo, ma chiude 67 76 62 62 in 2 ore e 48 minuti. Il francese riesce solo per metà partita a mascherare i difetti di mobilità. Per lo scozzese semifinale contro Rafa Nadal. da Wimbledon, Alessandro Mastroluca

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Massa contro elasticità, attacco contro difesa, serve& volley contro passanti, chip and charge contro lob dritto contro rovescio. Tsonga-Murray è confronto di stili e di personalità, tanto estroversa e debordante quella del francese quanto testardamente ruvida quella dello scozzese. Un confronto che dura in realtà per due set, fino a quando il francese riesce a mascherare con la potenza dei colpi i difetti di mobilità. Murray, perso al tiebreak il primo set del suo torneo, fa gara in testa e chiude 67 76 62 62 in 2 ore e 48.

Nel bene e nel male l'esito del match lo decide il francese, che comanda spesso lo scambio, attacca sempre su prima, seconda e a volte anche alla risposta, ma sbaglia due punti facili nel tiebreak del secondo set che avrebbero potuto scrivere tutto un'altro finale. Murray rimane in difesa, a correre e a remare in attesa degli eventi.

Perso il secondo set, però, Tsonga smette quasi di muoversi, inizia a perdere campo e fiducia e Murray viene a ritirare i dividendi dell'attendista che ha costruito la sua fortuna sfiancando l'avversario e lavorando ai fianchi, lasciando che fosse l'altro a comandare. Tecnica in cui era maestro quel "Cassius Clay" cui Tsonga somaticamente somiglia e non poco.

Per metà la partita vive sul filo della tensione, che gira su pochi punti e su qualche episodio. Un match in cui nessuno dei due si fida troppo dei giudici di linea: il ricorso ai Challenge appare più abbondante del solito ma non sempre la tecnologia premia chi la richiede.

Tsonga e Murray perdono otto punti ciascuno al servizio nel primo set, segnato da una sola palla break, per Murray sul 30-40 nell'ottavo game: giocata però male con una risposta di dritto che finisce a metà della rete.

Il tiebreak è inevitabile, ma l'andamento è antipodico, con i primi quattro punti che vanno tutti al giocatore in risposta. Decisivo poi il minibreak per il francese che arriva al cambio campo sul 4-2 grazie a una risposta lunga dello scozzese che chiede l'Hawk Eye ma non aspetta nemmeno il verdetto per andare verso la panchina. “Cassius Clay” chiude 7 punti a cinque con una volée bassa vincente di rovescio.

Il serve & volley sistematico di Tsonga si incrina un po' all'inizio del secondo set; Murray sale in difesa e brekka nel primo turno di battuta del francese che, nell'ultimo punto, perde il controllo di una volée bassa di rovescio. Ma nel quinto game Tsonga si riporta sotto, piega la difesa di Murray e con uno smash all'incrocio delle righe nell'angolo sinistro.

Il pubblico è in gran parte per Andy, c'è anche un tifoso educato che lo incita con un inusuale “come on, mr.Murray”. Parte anche la ola, che qui chiamano “Mexican wave”, inzialmente timida poi sempre più convinta.

La strategia in campo è chiara: Tsonga viene avanti sempre quando serve, aiutandosi con un movimento che lo proietta già in avanti, e quando riesce risponde aggressivo per guadagnare campo. Murray tenta di neutralizzarlo con rovesci profondi, col taglio in back. Si procede così seguendo i servizi fino al tiebreak. Nurray fa soffrire un po' il suo pubblico, che però lo ripaga con un'ovazione quando la sua risposta che Tsonga, proiettato in avanti, lascia volontariamente sfilare rimbalza sulla riga per il 6-5. Stesso errore nel punto successivo e dopo un'ora e 40 il pubblico inglese può tornare a respirare.

Tsonga viene avanti costante, seguendo prima e seconda, ma si trova ad annullare cinque palle break in avvio di terzo set, nel terzo gioco, che dura oltre otto minuti: due con altrettante volée, la terza con un'accelerazione di dritto diagonale da sinistra, la quarta con un rovescio dal centro in contropiede. Sulla quinta lo salva il nastro, che alza appena il suo rovescio per farlo rimbalzare appena al di là della rete. Alla sesta, però, il break arriva: Tsonga non controlla la volée di rovescio e il “come on” è all'unisono di Andy, della mamma e di tutti gli spettatori del Centrale.

Ne arriva un altro, immediato, di break per Murray. Tsonga inizia a soffrire in termini di mobilità, fatica a prendere la rete con la stessa continuità e da fondo il francese ha meno armi. Aumentano così gli errori e, di pari passo, la fiducia di Murray che va a servire per il set, annulla una palla break con un passante stretto di dritto e chiude 6-2. Applaude anche Ben Stiller, in tribuna.

Ormai il francese ha l'aria rassegnata e ciondolante, butta via il rovescio che dà a Murray il break in avvio di quarto set, si ritrova 0-40 nel terzo gioco, ha l'orgoglio necessario per salvare due palle break, ma non la terza.

Il match, se mai c'è ancora, finisce qui. Tsonga annulla un match point sul 5-1 Murray con un tracciante di dritto diagonale da sinistra, ma non il secondo. Il vincente di dritto dello scozzese gli regala la semifinale contro Rafa Nadal, che ha vinto sette dei dieci confronti diretti, compreso l'unico sull'erba, a Wimbledon 2008 nei quarti di finale (dopo la rimonta di Murray contro Gasquet al turno precedente).

Ma chissà che Andy stasera non si riguardi la cassetta della vittoria nella semifinale degli Us Open 2008.

“Avevo una strategia chiara” ha spiegato Tsonga in conferenza stampa, “dovevo giocare palle pesanti, profonde e cercare di venire a rete spesso. Sono deluso per il risultato ma soddisfatto per il mio livello di gioco: era davvero tanto tempo che non giocavo così”.

Sul punto che ha in sostanza deciso l'andamento del match, la risposta vincente di Murray che ha dato allo scozzese il punto del 6-5 nel tiebreak del secondo set, ha spiegato: “Per me non è stato il punto di svolta della partita. Lui ha risposto un po' slice, ma la palla viaggiava veloce, l'ho lasciata e poi è rimbalzata proprio sulla riga. Capita”.

“E' stato straordinario giocare sul Centrale” ha concluso il francese, “il pubblico è stato molto corretto. Certo avrei preferito vincere, ma per me è stato comunque un Wimbledon molto positivo”.

Soddisfatto, e non potrebbe essere altrimenti Andy Murray. "Il supporto del pubblico sul Centrale per me è speciale" ha spiegato in conferenza stampa lo scozzese. "Tutti qui vogliono vedere un britannico trionfare a Wimbledon, io sono riuscito a imparare a reggere la pressione giocando tante partite importanti contro grandi avversari". Murray ha poi parlato del prossimo match con Nadal. "Sarà un match del tutto diverso dalla semifinale dell'anno scorso, anche se le mie sensazioni sono più o meno le stesse. Non c'è una strategia sola, un modo solo per battere il numero uno del mondo: devi fare bene tutto"

        I numeri del match

  Tsonga Murray
Aces 14 14
Doppi falli 8 2
prime 65% 55%
punti vinti con la prima 66% 83%
punti vinti con la seconda 51% 63%
Punti vinti a rete 55% 86%%
Vincenti 57 46
Errori 37 14
Total points won 120 145

 

Gli head-to-head Murray-Nadal


2007 Australian Open 16 Hard (O) R.NADAL 7-6(3) 4-6 6-4 3-6 1-6
2007 Madrid 16 Hard (I) R.NADAL 6-7(5) 4-6
2008 Hamburg 16 Clay (O) R.NADAL 3-6 2-6
2008 Wimbledon QF Grass (O) R.NADAL 3-6 2-6 4-6
2008 Canada SF Hard (O) R.NADAL 6-7(2) 3-6
2008 U.S. Open SF Hard (O) A.MURRAY 6-2 7-6(5) 4-6 6-4
2009 Rotterdam FR Hard (I) A.MURRAY 6-3 4-6 6-0
2009 Indian Wells FR Hard (O) R.NADAL 1-6 2-6
2009 Monte Carlo SF Clay (O) R.NADAL 2-6 6-7(4)
2010 Australian Open QF Hard (O) A.MURRAY 6-3 7-6(2) 3-0 RET

Alessandro Mastroluca

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Tratto da: On This Day in Tennis History di Randy Walker