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30/06/2010 21:08 CEST - Wimbledon

Ci voleva un gran Berdych

Un Federer all'80% non avrebbe perso questa partita ma i meriti vanno riconusciuti a Tomas che ha disputato un incontro eccellente. Roger ormai non punta più alla classifica ma agli Slam. Rino Tommasi

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Senza la prestigiosa presenza di Roger Federer Wimbledon offre ugualmente nel singolare maschile due eccellenti semifinali che contrastano inevitabilmente con il quadro complessivamente modesto di quelle femminili che hanno portato alla ribalta tre giocatrici quasi completamente sconosciute alla vigilia di questa edizione. Senza farla lunga il fatto della giornata è la sconfitta di Roger Federer battuto in quattro set dal ceco Tomas Berdych e quindi escluso per la prima volta dalle semifinali dal 2003, l’anno della prima delle sue sei vittorie in questo torneo.

Come spesso succede quando nello sport si verifica una sorpresa è difficile decidere decidere se siano stati di più i meriti di chi l’ha provocata o i demeriti di chi l’ha subita. Non per fare il Ponzio Pilato ma credo che si possa dividere la torta in due parti uguali. E’ evidente che Federer non ha giocato al meglio altrimenti non avrebbe potuto perdere ma credo che la prestazione di Berdych sia stata di grande qualità. Non ho difficoltà ad ammettere che qualche anno fa mi ero impegnato in un pronostico molto favorevole sulle possibilità di questo giovanotto dell’ex cecoslovacchia di diventare uno dei più forti giocatori del mondo. Aveva fisico, tecnica e passaporto adeguati, considerando che dal suo paese erano usciti molti talenti, da Drobny a Lendl, dalla Navratilova alla Mandlikova.

Poi però questo Berdych, che era già entrato tra i primi dieci nel 2007 si è bloccato su posizioni di classifica e su risultati che lo hanno mantenuto tra i primi venti senza che venissero confermati i previsti scatti di qualità. Ripeto che Berdych non avrebbe mai potuto vincere questa partita se Federer avesse giocato all’80 per cento delle sue possibilità ma nelle sue carriera Federer si era trovato molte volte nella posizione di poter perdere incontri importanti ma spesso era riuscito a salvarsi. Voglio dire che oggi  bisognava che ci fosse di fronte a lui un giocatore con le qualità, non solo tecniche, per sfruttare la grande occasione.

Bisogna anche ricordare che contro Berdych Federer aveva perso quest’anno a Key Biscayne e prima ancora, ma nel 2004, alle Olimpiadi di Atene. Inoltre, per quanto riguarda Federer è giusto ricordare che dopo aver vinto l’Australian Open, aveva perso otto partite non tutte contro avversari irresistibili. Non credo che a Federer dispiaccia perdere il primo posto in classifica, quanto invece la possibilità di aggiungere un titolo alla sua collezione di tornei del Grande Slam.

Ora Berdych è atteso ad una delicata prova del nove, la semifinale contro Novak Djokovic, che si è sbarazzato senza troppe difficoltà del cinese di Taipei, Lu che il suo torneo lo aveva già vinto raggiungendo i quarti di finale. Rafael Nadal, al quale non dev’essere dispiaciuta la sconfitta di Federer, ha lasciato il primo set allo svedese Soderling poi ha girato la partita dalla sua parte ed ha finito per vincere senza ulteriori problemi. Ugualmente anche Andy Murray ha rispettato il pronostico pur avendo lasciato il primo set al francese Tsonga che però ha perso male, e buone probabilità di vincere la partita, giocando in modo disastroso la parte finale del tie-break del secondo set.

A conti fatti sono giunti in semifinale tre dei primi quattro favoriti con Federer sostituito da Berdych. Giovedì sono in programma le semifinali femminili. La presenza di Serena Williams toglie ogni incertezza ad una delle due semifinali e probabilmente anche alla finale di sabato ma proprio per questa ragioni mi interessa molto di più la sfida tra la russa Zvonareva e la bulgara Pironkova.

Rino Tommasi

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Tratto da: On This Day in Tennis History di Randy Walker