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01/07/2010 16:30 CEST - Wimbledon

La caduta di Federer

E' la nona sconfitta dell'anno. Lo svizzero ha subito anche un 6-1 inedito per lui sui prati, nel terzo set. Onore a Berdych per un grande match, ma forse Federer non è più quello di una volta Ubaldo Scanagatta

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Il re è nudo nel suo giardino. Quest’anno sono già nove in 43 incontri e, sebbene le ultime due siano arrivate già nei quarti tanto sul centre court dell’All England Club con il ceco Tomas Berdych come a Parigi sul Chatrier con Soderling (dopo 23 Slam consecutivi in cui aveva raggiunto come minimo le semifinali), le sconfitte di Roger Federer, the King of Church Road, “il miglior giocatore di tutti i tempi” secondo Djokovic ancora oggi, forse non fanno più notizia come un tempo.

Però qui siamo a Wimbledon, Roger’s Garden, il giardino di Federer, laddove Roger aveva vinto sei delle ultime sette edizioni, dove in 7 anni aveva perso soltanto 9-7 al quinto da Nadal due anni fa nella più spettacolare finale di sempre, dove organizzatori, bookmakers e la maggior parte degli addetti ai lavori, pur annotandone l’indubbio appannamento (declino?), continuavano a considerarlo il favorito n.1 nonostante che il n.1 delle classifiche mondiali fosse ormai diventato Nadal.

Perdendo in 4 set da Berdych, e subendo anche un 6-1 assolutamente inedito per lui qui, da lunedì il campione svizzero si ritroverà a n.3 del mondo, dietro a Nadal e a Djokovic. Dal 10 novembre 2003 era sempre stato o n.1 (285 settimane in totale) o n.2.

Roger aveva battuto Berdych 8 volte su 10, ma avendoci perso l’ultima (sia pur con il matchpoint a favore) a Miami quest’anno, non è stata una sorpresa straordinaria come quella di cui fui testimone ai Giochi Olimpici di Atene 2004, con Roger già n.1 del mondo e gran favorito per la medaglia d’oro. Erano tempi in cui Federer perdeva pochissimo. Difatti non perse più per tutto l’anno. Alla vigilia di quel match di secondo turno Berdych, n.67 Atp e non ancora fidanzato di Lucia Safarova, mi disse: “Battere Federer? Mi do un 1 per cento di possibilità!”. E il giorno dopo: “Mai dire mai nel tennis, può sempre succedere di tutto!”

Infatti vinse proprio lo sconosciuto di Valasske Mezirici (cittadina di 30.000 abitanti) 4-6,7-5,7-5 e tutti cominciarono a scoprire il suo enorme potenziale, quel dritto-bazooka che ha piegato il rovescio mono-mane di Roger (21 dritti vincenti!), quel servizio che viaggia a 230 km orari grazie al quale ha tenuto ieri tutti i games di battuta tranne uno _ l’unico mal giocato, nel secondo gioco del secondo set _ e salvato otto palle break in tutto, comprese 3 delle 4 forse decisive sul 2-3 (0-40) del quarto set prima di far lui il break allo svizzero sul 3 pari e filare verso la vittoria più importante d’una carriera coronata da 5 successi (il Master 1000 di Parigi-Bercy nel 2005 e 4 tornei minori). E anche quei rovesci che gli hanno permesso di vincere quasi tutti gli scambi contro il rovescio di Federer.

Tutti si aspettavano che Berdych, n.13 Atp oggi e mai più su di n.9 (nel 2007), con quel fisico (196 cm), quella potenza e quel talento “esplodesse” prima. Ma era troppo discontinuo. E il caratterino che lo aveva portato a litigare con Nadal, e ad esser fischiato dopo gli spagnoli quando lui si permise di batterlo per la terza volta zittendo il pubblico alla fine _ portando l’indice al naso come Batistuta quando in viola segnò al Barcellona al Nou Camp_ non l’aveva aiutato. L’indomani nella finale contro Gonzalez Tomas si prese tanti di quei buuhhh che…”Avevo giocato in Davis in Argentina contro Nalbandian ma non era stata così dura…”. Nadal commentò: “Berdych si è comportato da stupido, se l’è meritato”.

Tornando a Federer, e ripercorrendo il cammino all’indietro da oggi all’inizio del 2010 le sue nove sconfitte sono: No. 13 Berdych, No. 32 Lleyton Hewitt, No. 7 Robin Soderling, No. 3 Rafa Nadal, No. 34 Albert Montanes, No. 40 Ernests Gulbis, No. 20 Berdych, No. 33 Marcos Baghdatis and No. 6 Nikolay Davydenko.

Federer ha attribuito parte della sua sconfitta ad una condizione fisica imperfetta: “Non ho un vero infortunio, ma la gamba destra e la schiena non sono al 100 per 100. Soprattutto quando dovevo difendermi, quando le gambe non sono così forti, mi ritrovavo a giocare diversamente da come avrei voluto. Magari non sarebbe stato necessario, ma avevo un atteggiamento negativo…, spesso mi sono sorpreso a non fare la scelta più giusta. Per carità, non voglio togliere nulla ai meriti di Berdych, ma ci ho giocato 10 volte e non è che lui sia diventato improvvisamente un altro, solo che oggi al momento giusto giocavo male, e lui invece ha servito molto bene quando era necessario”.

Vincerà ancora l’US Open Roger Federer? Conquisterà un 17mo Slam? Il dubbio c’è. E’ sempre uno dei più forti tennisti del mondo per non essere considerato uno dei favoriti, ma certo il Federer che viene trascinato al quinto set da Falla e in quattro da Bozoljac (che pure hanno giocato benissimo, sia chiaro) forse non è più il Federer d’una volta.

Berdych in semifinale troverà Djokovic (0-2 i precedenti ma troppo datati per contare qualcosa….semmai conta di più la maggiore esperienza del serbo a questi livelli: Novak ha già vinto uno Slam, non da dimenticatio.

Nell’altra Murray sfiderà Nadal (3-7), diventato il favorito di tutti… fuori dal Regno Unito. Dal 1936 qui si sogna un erede a Fred Perry, ultimo Brit a trionfare. Con Tsonga Murray ha perso il primo set del suo torneo e poteva perderne anche due, però contro Nadal sull’erba ha le sue brave chances. Certo non gli mancherà l’appoggio del pubblico.

Berdych b. Federer 6-4,3-6,6-1,6-4, Djokovic b.Lu 6-3,6-2,6-2, Nadal b.Soderling 3-6,6-3,7-6,6-1, Murray b.Tsonga 6-7,7-6,6-2, 6-2. Giovedì semifinali donne: Pironkova-Zvonareva, Serena Williams-Kvitova.

Ubaldo Scanagatta

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Tratto da: On This Day in Tennis History di Randy Walker