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02/07/2010 20:46 CEST - Wimbledon

Murray non salva l'estate inglese

Rafa Nadal conquista la decima finale in uno Slam della sua carriera battendo 6-4 7-6 6-4 Andy Murray. Prestazione convincente del maiorchino, troppo passivo il britannico che per il secondo anno consecutivo esce in semifinale a Wimbledon. Alessandro Mastroluca

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Andy Murray torna “scozzese”. Come l'anno scorso la sua corsa si ferma a un passo dalla finale: è la decima volta consecutiva che un britannico viene sconfitto in semifinale ai Championships. Bisogna ancora pescare nella memoria in bianco e nero per ritrovare un britannico in finale, "Bunny" Austin battuto nel 1938 da Don Budge.

Nonostante gli incitamenti di David Beckham, Murray non ce la fa a salvare l'estate degli inglesi: troppo passivo, timoroso, attendista fino al masochismo, con un dritto troppo volatile. Ha provato a salvarsi col servizio, ma un colpo solo non basta a reggere contro Rafa che chiude con il punteggio isoscele di 6-4 7-6 6-4. Andy, che era arrivato in semifinale perdendo solo un set (meno degli altri tre semifinalisti), continua una stagione no che lo vede ancora senza titoli vinti. Nadal, che invece di set ne aveva lasciati cinque per strada (più di tutti gli altri), si troverà a giocare la sua quarta finale ai Championships.

I numeri raccontano una parte della verità del match: Murray chiude con 15 ace a 4, ma mette in campo solo il 60% di prime contro il 70% di Rafa, con un rendimento identico, in percentuale, sia con la prima che con la seconda. Lo scozzese ha 37 vincenti contro 31 ma 19 errori contro 14. E sono questi, che arrivano nei momenti chiave, a determinare la sconfitta.

Basta una sola palla break per far girare il primo set. Murray imposta la partita tentando di comandare sulla diagonale destra, spingendo sul rovescio di Nadal. La sua è una strategia di attesa: si appoggia molto sul servizio (nel primo set perde otto punti, Nadal sette) ma non prende quasi mai l'iniziativa nello scambio, scende poco a rete e raramente ricorre alla palla corta, uno dei suoi marchi di fabbrica. E non appena accorcia la profondità di colpi, Nadal entra, anche aggirando il rovescio, e chiude. E' così che il maiorchino trasforma l'unica palla break del set che lo porta a servire sul 5-4. Nadal spreca il primo set point con un dritto fuori, Murray salva il secondo con un dritto diagonale da sinistra sulla riga, ma al terzo tentativo Nadal mette in cassaforte il 6-4.

Nel secondo set lo scozzese appare più brillante al servizio (perde solo sette punti contro 15). Per due volte forza Nadal ai vantaggi, alla terza, nell'ottavo gioco, si procura le prime due palle break della partita: ma è prima frettoloso, con una risposta di dritto sul nastro, poi troppo passivo mentre Nadal comanda lo scambio e viene a prendersi il punto a rete.

Il difetto di Murray è l'incapacità di prendere coraggio nei turni di risposta, quando si limita a star dietro e attendere gli eventi: così il secondo set si trascina al tiebreak. Qui riesce a strappare il primo minibreak per salire 2-1, ma è molle e spara a rete un dritto non impossibile nel punto successivo.

Un doppio fallo di Nadal regala a Murray il primo set point, ma qui si vede tutta la differenza tra i due. Il maiorchino, sulla seconda dello scozzese, scende a rete e chiude con la volée di rovescio. Il tiebreak gira qui: un passante incrociato e un attacco di dritto in contropiede dal centro verso sinistra danno a Nadal il secondo set. E' l'ottavo tiebreak perso quest'anno su dodici giocati dallo scozzese (Rafa è 10-6).

Andy, spalle al muro, brekka subito a zero Rafa nel primo gioco del terzo set. Ma la percentuale di prime in campo di Andy scende sotto il 50% e nel settimo game, tradizionalmente determinante, si ritrova 30-40, si salva per un lob lungo, ma si scava la fossa da solo con un doppio fallo e un dritto sparato a rete su una smorzata di Rafa: il 4-4 suona come un match point per il maiorchino. E lo schiaffo al volo che finisce fuori certifica il secondo break di fila per Rafa e la qualificazione per la finale.

Nadal, che giocherà la sua decima finale in un major, diventa così il terzo giocatore nella storia, dopo Borg e Federer, a raggiungere per quattro anni la finale al Roland Garros e Wimbledon back-to-back.

Contro Tomas Berdych non sarà una finale semplice. Il maiorchino ha un record positivo di 7-3 (lo stesso che vantava con Murray prima della semifinale), con Berdych che non vince da Madrid 2006, quando il pubblico ha avuto un comportamento fin troppo caldo, il ceco ha chiuso rivolgendosi con la mano davanti alla bocca dopo la stretta di mano come a zittirlo, un comportamento che allora Nadal aveva definito stupido.

Dovesse vincere, il ceco diventerebbe il quarto giocatore dopo Becker (Stoccolma 1994), Djokovic (Montreal 2007) e Nalbandian (Madrid 2007) a battere i primi tre giocatori del mondo nello stesso torneo, il primo a riuscirci in uno Slam.
 

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Tratto da: On This Day in Tennis History di Randy Walker