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08/07/2010 23:15 CEST - Coppa Davis

Croazia-Serbia
La guerra è finita

A Spalato si gioca il quarto più atteso, che porta con sé i maggiori significati, sportivi e non solo. Ljubicic, tornato dopo aver annunciato il ritiro nel 2007, e Djokovic guidano le due nazioni che si affrontano per la prima volta dopo l'indipendenza. A loro due il primo singolare. L'ordine di gioco.Alessandro Mastroluca

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Venerdì
Ivan Ljubicic (CRO) v Novak Djokovic (SRB)
Marin Cilic (CRO) v Viktor Troicki (SRB)

Sabato
Ivan Dodig / Antonio Veic (CRO) v Janko Tipsarevic / Nenad Zimonjic (SRB)

Domenica
Marin Cilic (CRO) v Novak Djokovic (SRB)
Ivan Ljubicic (CRO) v Viktor Troicki (SRB)

 

 

 

Croazia-Serbia, il quarto di finale di Davis dai maggiori significati, è stato preceduto da mesi di tensione. Ma la situazione, ora, sembra preludere a un finale in cui lo sport sarà l'unico aspetto a contare.

E' la prima volta che le due nazioni si incontrano, dopo il conflitto del 1991-95 che ha visto contrapposti i serbi, i croati musulmani e i bosniaci. Un conflitto da cui i serbi sono usciti con l’immagine peggiore: non è del tutto un caso se i terroristi della prima serie di “24” siano serbi.
Ed è un cerchio che si chiude, anche perché tre dei quattro croati nominati dal capitano Goran Prpic sono nati tra la Bosnia e l'Erzegovina: Marin Cilic a Medjugorie; Ivan Dodig a Mostar; Ivan Ljubicic, che detiene i record per il maggior numero di vittorie (36-18), di tie giocati (21) e di anni di “servizio” e ha accettato di tornare in nazionale dopo l'addio del 2007, a Banja Luka. Il solo croato puro è Antonio Veic.

La Serbia, con il neo numero 2 del ranking Novak Djokovic, il neo-marito Janko Tipsarevic, che pochi giorni fa ha sposato la fidanzata Biljana Sesevic, starlette della tv (al party Djoko ha improvvisato anche una performance canora) e il numero uno delle classifiche di doppio Nenad Zimonjic parte favorita.

Ma ha vinto solo una volta fuori casa in Davis dal momento in cui è iscritta come repubblica indipendente. Un risultato straordinario per una nazione in cui i campioni di oggi si sono allenati nell’incavo vuoto di una piscina senz’acqua, da cui, nel 1999, il 12enne Djokovic è scappato a Monaco per scappare alle bombe che gli aerei Usa facevano piovere per convincere Slobodan Milosevic a interrompere la pulizia etnica in Kosovo. Una nazione in cui nessuno ha mai investito un dollaro sulla promozione del tennis e dei tennisti. “Tutto quello che abbiamo ottenuto” ha detto Tipsarevic, “è nato dal nulla”.

Confermata la sede: si gioca a Spalato, al coperto. Ma non al Dvorana SC Gripe, impianto da 5 mila posti che ha ospitato il quarto con la Romania e la semifinale con la Russia nella trionfale Davis del 2005, chiusa con la prima vittoria croata. La cornice sarà la Spaladium Arena, che può ospitare il doppio degli spettatori.

La scelta della città nei mesi scorsi, era stata al centro dell'attenzione perché da parte serba sono arrivate pressioni per chiedere di spostare il confronto a Zagabria (su tutti il capitano serbo Bogdan Obradovic spingeva per il cambio), considerata più sicura.

Già a marzo il Vecernje Novosti, quotidiano di Belgrado, titolava “Croati: vi aspetta l’inferno, noi serbi non verremo a Spalato”. La seconda città più grande della nazione è nota anche per i tifosi della locale squadra di calcio, l’Hajduk, tra i più violenti del Paese.

Ora, però, la situazione sembra essere decisamente più tranquilla. I serbi, che a Belgrado hanno ottenuto la loro storica prima vittoria nel World Group sugli Usa, hanno dichiarato di non volere ulteriori misure di sicurezza rispetto a quelle previste. Bastano i 1000 agenti, sperano, ad evitare il ripetersi degli incidenti che hanno segnato il match tra Cilic e Tipsarevic agli Australian Open 2007: una rissa che ha coinvolto 150 persone on arresti e feriti. Due anni dopo i due si sono ritrovati, nello stesso Slam, e il serbo ha chiesto che il match fosse organizzato su uno showcourt: non si è andati oltre i cori pesanti.

I giornalisti croati riferiscono che, per ridurre il rischio che chiamate dubbie e giudici di linea un po’ troppo patriottici possano portare la tensione latente a conseguenze estreme, sarà disponibile l’HawkEye. Un investimento, che richiede circa 20 mila dollari al giorno per ciascun campo in cui viene implementato senza contare il costo dei maxischermi, che la Federazione serba aveva scelto di non completare per il primo turno contro gli Usa.

L’effetto deterrente degli agenti non è bastato però a convincere Nikola Pilic a tornare nella sua città natale. Nel 1973 “Nikki” aveva rifiutato una convocazione in Davis per l’allora Jugoslavia. La punizione che ne è seguita è alla base del boicottaggio di massa a Wimbledon ed è la causa ultima della nascita di quella che oggi è l’ATP. Dal 2007 Pilic è consigliere per la Federazione serba: una decisione che per i tifosi più “caldi” equivale a un tradimento.

Ci sarà, invece, Goran Ivanisevic, autentico eroe nazionale che giovedì è protagonista di un “antipasto” particolarmente affascinante: un’esibizione con John McEnroe nella suggestiva cornice di Dubrovnik. L’evento, che rientra nel progetto “Let’s DU it” serve a raccogliere fondi per l’ospedale pediatrico della città.

Alessandro Mastroluca

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John McEnroe e Mats Wilander giocano la partita all’epoca più lunga nella storia del tennis – 6 ore e 22 minuti – McEnroe vince 9-7, 15-17, 3-6, 8-6 e dà all’America il decisivo 3-2 nei quarti di finale della Coppa Davis contro la Svezia.

 

Tratto da: On This Day in Tennis History di Randy Walker