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14/07/2010 14:02 CEST - ATP&WTA

La Hall of Fame celebra il doppio

Istituita nel 1954 da James Van Halen, la International Tennis Hall Of Fame ha onorato negli ultimi 60 anni poco più di 200 nomi, 32 nella categoria dei “contributors” - tra i quali Gianni Clerici, invitato nel 2006 - e 182 giocatori - compreso Nicola Pietrangeli, membro dal 1986 Roberto Paterlin

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La classe del 2010, premiata la scorsa domenica a Newport - sede della Hall Of Fame e dell’omonimo museo del tennis - in occasione della finale del torneo ATP, ha visto tra gli insigniti grandi giocatori del recente passato, tutti eccezionali campioni di doppio.

Mark Woodforde e Todd Woodbridge, duo australiano meglio noto come “The Woodies”, sono stati due dignitosissimi singolaristi, entrambi al numero 19 del ranking e semifinalisti Slam - Mark all’Open d’Australia del 1996, Todd a Wimbledon l’anno seguente - ma che devono al doppio la parte predominante della loro fama: 61 titoli sul circuito maggiore - record eguagliato quest’anno dai gemelli Bryan - tra i quali 6 Wimbledon (primato assoluto), 2 Australian Open, altrettanti U.S. Open, un Roland Garros, 2 Masters e l’oro olimpico ad Atlanta nel 1996. Iniziarono a giocare in coppia nel 1991, vincendo il loro primo trofeo già al quarto tentativo, a Bruxelles, e restarono assieme sino al 2000, anno in cui Mark - allora trentacinquenne e già vincitore di uno U.S. Open con John McEnroe nel 1989, nonché di altri 5 Slam in doppio misto - si ritirò, per diventare nel 2003 capitano della squadra australiana di Coppa Davis e portare Todd alla sua seconda Insalatiera (la prima l’avevano naturalmente vinta assieme, nel 1999). A quel punto Todd, di 6 anni più giovane, non seppe far meno che vincere altri 5 Slam con la collaborazione di Jonas Bjorkman, portando il suo totale a 17, tra i quali 9 Wimbledon, prima di ritirarsi anche lui nel 2005 avendo stabilito i record, ancora oggi imbattuti, del maggior numero di titoli vinti in carriera, 83, e delle settimane totali al primo posto della classifica, 204.
“Questo è un grande giorno per i Woodies, un momento di cui faremo tesoro per sempre,” ha dichiarato durante la cerimonia di premiazione Mark Woodforde, mancino dal rovescio ibrido, spesso slice, ad una mano e velenosissimo, ma occasionalmente anche coperto (o piatto) a due. “Non so se uno di noi avesse stabilito in partenza che sarebbe stato principalmente un grande doppista. É capitato che abbiamo entrambi eccelso nel doppio un po’ più di quanto non abbiamo fatto in singolare. Il segreto sta nel trovare il partner giusto, con il quale compensarsi ed essere complementari, creando il giusto mix.”
“Mi ero immaginato che con Mark avremmo ottenuto buoni risultati,” gli ha fatto eco Woodbridge: “Ma è stato più di così, siamo stati grandi. Abbiamo vinto già al nostro quarto torneo assieme, e la media è poi continuata più o meno su quel livello per i successivi 10 anni: una vittoria ogni quattro tornei, niente male.”

Natalia - poi Natasha - Zvereva e Gigi Fernandez, non ebbero la fortuna di avere due cognomi simili al punto da meritare un nickname che le rendesse riconoscibili in un’unica sigla, come i Woodies, ma il loro successo in coppia fu in realtà persino maggiore di quello del team australiano: 14 Slam - 2 Australian Open, 5 Roland Garros, 4 Wimbledon, 3 U.S. Open - e 2 Masters per un totale di di 38 titoli WTA. Anche loro buonissime giocatrici di singolare, Natalia raggiunse il 5° posto in classifica nel Maggio del 1989, ma è forse, tristemente, più famosa per avere perso con un duplice cappotto la finale dello Slam più breve della storia del tennis: appena 32 minuti contro Steffi Graf a Parigi nel 1988. Con Larisa Savchenko, Pam Shriver, e Martina Hingis vinse altri 4 titoli dello Slam in doppio, che sommati ai misti danno un totale di 20 trofei su 35 grandi finali. “Lei era come il ghiaccio e io come il fuoco,” ha dichiarato, riferendosi a sé ed alla sua amica Gigi durante la cerimonia di premiazione.
Fernandez, semifinalista in singolare a Wimbledon nel 1994 e numero 17 del ranking, vinse altri 3 Slam in doppio con Robin White, Martina Navratilova e Jana Novotna, ma soprattutto due ori olimpici per gli Stati Uniti - pur essendo nata a Porto Rico - in coppia con la sua omonima Mary Joe Fernandez, e due Fed Cup. “Non credo che nessun atleta abbia questo tra i propri obiettivi, ma è accaduto, ed è un momento di grande orgoglio per me, la mia famiglia e quattro milioni di portoricani che saranno fieri di avere un loro rappresentante nella Hall Of Fame del tennis.”

Tra i nuovi membri di questo circolo delle glorie sono poi stati inseriti l'australiano Owen Davidson, uno dei 13 soli tennisti tra uomini e donne a poter dire di avere realizzato il Grande Slam - per la cronaca gli altri sono: Budge e Laver (2 volte) nel singolare maschile; Connolly, Court (più 2 volte in doppio misto) e Graf nel singolare femminile; Sedgman e McGregor nel doppio maschile; Bueno, Navratilova (2 volte), Shriver e Hingis nel doppio femminile; Fletcher nel doppio misto - nel 1967, in coppia con Donna Floyd Fales (A.O.), Lesley Turner Bowery (R.G.) e Billie Jean King (Wimbledon e U.S.), con la quale vinse ben 8 dei suoi 11 Major in doppio misto, ai quali vanno aggiunti un altro paio di trofei maggiori nel doppio maschile (in coppia con Rosewall e Newcombe), per un totale di 13 Slam.

Infine, tra i “contributors” sono stati insigniti dell'onorificenza di membri Brad Parks, pioniere del tennis in sedia a rotelle, fondatore e organizzatore del Wheelchair U.S. Open per ben 18 anni - “Non posso credere di essere davvero qui. Questo è una specie di ultimo traguardo: un uomo in sedia a rotelle è stato inserito nella Hall Of Fame!” - e lo scomparso Derek Hardwick, uno dei tre uomini - assieme a Herman David e Robert J. Kelleher, entrambi già membri - ad avere reso possibile il tennis Open.

Roberto Paterlini

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John McEnroe e Mats Wilander giocano la partita all’epoca più lunga nella storia del tennis – 6 ore e 22 minuti – McEnroe vince 9-7, 15-17, 3-6, 8-6 e dà all’America il decisivo 3-2 nei quarti di finale della Coppa Davis contro la Svezia.

 

Tratto da: On This Day in Tennis History di Randy Walker