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15/07/2010 20:35 CEST - ATP PLAYER COUNCIL

Federer e Nadal alla guida dei giocatori

A due anni dall'elezione di Federer,Nadal e Djokovic nel Player Council dell'ATP tiriamo le somme degli obiettivi raggiunti. Era la prima volta che i migliori giocatori del mondo si impegnavano in un ruolo politico nell'ATP. Federer e Nadal lo faranno per altri due anni.Sara Cecamore

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Era il 2008 quando per la prima volta nella storia dell’ATP i tre migliori giocatori del mondo decisero di essere direttamente coinvolti nelle scelte dell’associazione dei tennisti professionisti. Quel trio di ferro era costituito da Roger Federer, Rafael Nadal e Novak Djokovic e nel 2008, appunto, lo svizzero, lo spagnolo ed il serbo furono eletti rispettivamente presidente, vicepresidente e rappresentante dei primi 50 giocatori del mondo nel Player Council dell’ATP. Quest’ultimo è un organo formato da 10 membri (giocatori) eletti con un mandato di due anni per rappresentare diverse fasce di tennisti, e quindi di interessi:

- 4 giocatori con ranking tra l’1 e il 50
- 2 con ranking dal 51 al 100
- 2 giocatori di doppio top 100
- 2 singolaristi a rappresentare tutti gli altri giocatori

Il consiglio ha il compito di proporre suggerimenti all’ATP Board, organo di 7 membri che fa capo al presidente Adam Helfant e che ha il potere di accettare o rifiutare le proposte dei giocatori. L’impegno politico dei primi tre giocatori al mondo era iniziato proprio in un periodo di forte insoddisfazione nei confronti delle scelte prese dai vertici, allora rappresentati dal presidente Etienne de Villiers. L’intenzione del trio era chiara: “vogliamo dei cambiamenti per migliorare il nostro sport”.

A distanza di due anni dall’elezione dei “big three”, la rivista americana “Tennis” ha tirato le somme del loro mandato scaduto poco prima dell’inizio dell’ultimo Wimbledon e ha cercato di individuare i settori dove i giocatori sono riusciti a farsi sentire di più e quelli invece dove i cambiamenti registrati sono stati insufficienti o incompleti.


Distribuzione della ricchezza

Nel 2009 il consiglio riuscì a far rovesciare la decisione di aumentare il montepremi destinato al vincitore del torneo. Grazie a loro, ora la ricchezza è distribuita più equamente da turno a turno per garantire che i ricchi non diventino ancora più ricchi. L’allora membro dell’ATP Board e rappresentante dei giocatori Justin Gimelstob aveva mostrato tutto il suo apprezzamento per il gesto del Player Council dichiarando: “fa capire l’umanità di Federer,Nadal e Djokovic , disposti a sacrificare il loro benessere fiscale a vantaggio di un miglioramento dello sport.”

Comunicazione e consenso

Grandi passi avanti sono stati fatti anche nella comunicazione tra i giocatori e il Board. Ora, molto più che durante il mandato De Villiers, si ha la sensazione che i vertici prestino maggiore attenzione alle opinioni dei giocatori. E anche tra gli stessi tennisti, specialmente tra quelli di livelli diversi, è cresciuto il consenso per obiettivi e traguardi comuni sui quali spesso condividono la stessa opinione.

Sponsorizzazioni

Subito dopo la scadenza del contratto di sponsorizzazione con la Mercedes-Benz, sponsor ufficiale dell’ATP fino al 2008, la ricerca di un altro accordo è stata immediatamente messa in cima alla lista delle priorità sul tavolo del presidente Federer. Dopo nemmeno un mese l’ATP è riuscita ad assicurarsi una sponsorizzazione di 5 anni e mezzo con la Corona Extra per un valore di 70 milioni di dollari. Anche se i giocatori non sono stati direttamente coinvolti nell’affare hanno aiutato i vertici suscitando interesse per lo sport con le loro performance sul campo di gioco.

Sollievo per i veterani

Dove invece i giocatori sono intervenuti con maggiore pressione è stato nel rendere più flessibili gli obblighi di partecipazione ai tornei. Una disposizione introdotta nel 2009 e modificata quest’anno consente ai veterani almeno 31enni, attivi da 12 anni e con 600 match in carriera di saltare uno degli 8 Master 1000 obbligatori della stagione.

Calendario

Un argomento che rimane ancora molto delicato e con margini di miglioramento è quello del calendario stagionale. Non si sono riscontrati grandissimi cambiamenti da quando i “big three” hanno iniziato il loro mandato, nonostante le forti pressioni di Nadal che tra i top players è sicuramente quello che si lamenta maggiormente di una stagione troppo lunga. Proposte sono state fatte, specialmente per quanto riguarda la Coppa Davis che è sempre stato un grattacapo non da poco a livello organizzativo: sostituire il tradizionale formato annuale distribuito durante tutta la stagione con un evento unico biennale e di 10 giorni durante il quale 32 nazioni si sfidano in un unico posto per quello che si chiamerebbe il “Grand Slam delle Nazioni”. Ma tra il dire e il fare c’è ancora di mezzo il mare.

Doping e corruzione

Si arriva infine al tasto più dolente sul quale è più difficile rintracciare una linea comune all’interno del Player Council, specialmente per argomenti controversi come la regola del “whereabout” o sul lavoro della Tennis Integrity Unit. Nadal ad esempio non ha mai avuto riserve nel dire che considera la regola del “whereabout” 365 giorni all’anno una “mancanza di rispetto per la privacy”. Federer invece si è più volte detto d’accordo sui nuovi metodi WADA se ritenuti efficaci per smascherare gli impostori. Resta il fatto che il consiglio non ha proposto soluzioni concrete e almeno su questo argomento sembra non muoversi in blocco.


Tirando le somme, tanto è stato fatto e per la prima volta nella storia i primi giocatori del mondo hanno deciso di rendersi partecipi delle decisioni e dei cambiamenti che coinvolgono il circuito, non solo per proteggere i propri interessi ma soprattutto per rendere il tennis uno sport migliore. Anche se ci sono ancora margini di miglioramento in alcuni settori, una nota sicuramente positiva è la notizia della rielezione sia di Federer che di Nadal per un altro mandato di due anni. Questo dimostra non solo che il loro operato è stato apprezzato dai colleghi ma che si potrà garantire anche una certa continuità alla linea politica adottata dal Player Council.

Le parole del Presidente Federer dicono tutto: “Voglio provare a rendere questo sport migliore di quando ho iniziato. Mi dispiacerebbe lasciare il gioco senza esserne mai stato una parte attiva e senza aver cercato di migliorarlo. Sono tante le cose di cui discutere ed invece di starsene in disparte e criticare, è bene essere parte di un processo, avere un ruolo attivo nel futuro di questo sport meraviglioso”.

 

Sara Cecamore

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Tratto da: On This Day in Tennis History di Randy Walker