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17/07/2010 20:44 CEST - ATP Bastad

Tra Soderling e il titolo c'è Almagro

Lo svedese, unico semifinalista non iberico che difende il titolo vinto nel 2009, parte lento ma la spunta alla distanza 46 63 61 su David Ferrer. Senza storia la seconda semifinale con Almagro che lascia appena quattro game a Tommy Robredo e torna in finale dopo 16 mesi. Alessandro Mastroluca

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Per la quinta volta in stagione tre spagnoli arrivano in semifinale di un torneo ATP sulla terra (la sesta è nel contemporaneo torneo di Stoccarda).

Ma a Bastad non ci sarà la quinta finale tutta iberica del 2010, dopo le due back-to-back tra Ferrer e Ferrero e Costa do Saouipe, e le due vittorie di Nadal a Montecarlo su Verdasco e a Roma proprio su Ferrer. Il valenciano ha retto solo un set, prima di cedere 46 63 62 in un'ora e 57 a Robin Soderling che difenderà il titolo del 2009; nell'altra semifinale Almagro domina Robredo 61 63 e torna in finale dopo 16 mesi, dopo la vittoria su Monfils ad Acapulco 2009.

Soderling ha ottenuto così la settima vittoria su Ferrer in nove confronti diretti, la seconda sui tre giocati a Bastad. Nel primo set lo spagnolo interpreta alla grande il match, è solidissimo al servizio (lascia solo sei punti in 5 turni di battuta) e negli scambi lunghi in cui tiene Soderling lontano dalla rete con “topponi” di dritto che viaggiano alti sopra la rete e rimbalzano vicinissimi alle righe.

Doti di difesa che spazientiscono lo svedese, che non riesce a guadagnare campo né a sfondare da fondo e si fa già brekkare nel terzo game e rischia di naufragare nel quinto: sotto 30-40, una sua prima vincente sfiora il nastro, poi Soderling infila un doppio fallo. Non lo convince, però, la chiamata sulla seconda e, con Ferrer già furbamente seduto, il giudice di sedia scende a verificare il segno e decide per l'overrule.

Tanti gli errori nel primo set dello svedese, che sa di dover rischiare e dover giocare sulle righe per domare un gran difensore come Ferrer; ma così facendo, con una media di 2 punti su 3 portati a casa sia con la prima che con la seconda, Soderling in tutto il set concederà nove palle break, salvandone otto. Quattro di queste maturano nel lunghissimo settimo gioco durato 16 punti al termine del quale Ferrer chiede l'injury time per una vescica rotta sotto l'alluce sinistro.

Alla lunga sarà una delle chiavi del match. Quando il valenciano riesce ad andare 0-30 sul servizio di Soderling sul 5-3 non può certo immaginare che sarà l'ultima volta in cui riuscirà a strappare due punti in un turno di battuta dello scandinavo. E la voleé di dritto a campo aperto a sigillare un punto costruito con un paio di dritti a disegnare le righe è una degli ultimi fotogrammi da regalare ai posteri della sua partita.

Come nella semifinale contro Seppi, Soderling, sotto di un set, si accende e inizia con un parziale di otto punti a zero nei suoi primi due game di servizio. Lo svedese gioca più attaccato alla riga, riesce a mettere stabilmente i piedi dentro il campo e sposta con più facilità Ferrer, che invece perde rapidità e smalto in difesa. Così, nel sesto gioco, sul 3-2 Soderling, arrivano le prime due palle break del match in favore di Soderling: la prima sfugge dopo un dritto dal centro largo, sulla seconda Ferrer, spinto nell'angolo, inventa un passante incrociato stretto di rovescio che costringe Soderling a sbagliare la volée bassa in allungo.

Ma il break è solo rimandato di un paio di game. Ferrer inizia con un'ace, rischia tre dritti estremi da cui ricava un vincente e tre errori e chiude con il primo, e più che mai inopportuno, doppio fallo del suo match e manda Soderling a servire per il match sul 5-3. Allungare al terzo è una formalità: lo svedese tiene a zero con il valenciano che strappa una risposta di dritto.

Non c'è storia nel terzo set, con Soderling che brekka due volte di fila, nel terzo e nel quinto gioco, e chiude 46 63 62 con il decimo ace del match.

E non c'è storia nemmeno nella seconda semifinale. Robredo è sfasato, spesso fuori posizione; è un guscio vuoto cui mancano potenza di colpi e corsa. Forse non è un caso che sia precipitato al numero 36 del ranking: non scendeva così in basso dall'ottobre 2002. Almagro si limita al minimo indispensabile, mantiene percentuali appena sufficienti di prime ma riesce comunque a ricavarne l'85% di punti. Robredo si illude tenendo a zero il primo game dell'incontro, ma perde nove giochi di fila subendo quattro break consecutivi. Cede il primo set in mezz'ora, chiudendo con un drop a rete, inizia il secondo con la stessa confusione mentre il pubblico tenta di tenerlo su in qualche modo.

Almagro allunga sul 3-0, e a questo punto si limita a tenere i successivi tre turni di battuta. Spreca un match point ma chiude di dritto sul secondo e completa un 6-1 6-3 in 68 minuti che lo porta all'ottava finale in carriera, tutte sulla terra.
 

Alessandro Mastroluca

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