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19/07/2010 15:57 CEST - Rassegna Stampa del 19 Luglio 2010

College Agassi & Graf, la vita oltre la rete (Rossi), A Palermo Flavia si ferma sul più bello (Vannini), Lu, Vemic e i gemelli Ratiwatana. Ecco il tennis degli sconosciuti (repubblica.it)

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Rubrica a cura di Daniele Flavi

College Agassi & Graf, la vita oltre la rete

Paolo Rossi, la Repubblica del 19.07.10

I gas una scuola di Andre. Non si insegna a diventare croupier, ma a leggere e scrivere, in inglese e spagnolo: il college Agassi, dalla materna alla maturità. Bellissimo. Pagato da privati, ma per bimbi indigenti. Una scuola vera, «dove non si gioca a tennis ma a basket, sport di gruppo», dove — appiccicate alle pareti — ci sono i pensieri di bambini semplici («i miei genitori si alzano alle 5», «vorrei giocare di più con mio fratello»). Dove si insegnano «responsabilità e dovere civico». Agassi&Graf hanno intrapreso da tempo questa strada, ed hanno trovato sponsor (vedi Longines) che li sostengono. Questo è il racconto della loro vita post tennis. "Addio alle tentazioni ora amo quel che odiavo" 1 ) «Ho imparato ad amare tutto quello che odiavo. A cercare la mia vera identità. A resistere alle tentazioni, tante. Ho imparato a perdonare e a perdonarmi. Questo è stato il mio viaggio, un'evoluzione dolorosa». 2) «Mi piace vederlo, questo tennis. Potresti mai immaginare divederli colpire come colpiscono? Rimbalzi così alti, spin così aggressivi? Pazienza se poi s'infortunano». 3) «È come se l'avessi già fatto. Ho avuto la mia seconda chance, e ringrazio di averla avuta». 4) «Più che altro la Coppa Davis. È possibile che un giorno possa fare il capitano, ma non domani. E poi Patrick McEnroe sta facendo un ottimo lavoro». 5) «Ho cominciato nel '94. La parola chiave è "cambiare". Cambiare delle vite. Fare del bene. Dare ad ognuno una migliore educazione, battersi per le nuove generazioni. Questo è stato l'inizio». 6) «Assolutamente no. I politici hanno un'altra agenda, altri problemi. Loro sono abituati ad intervenire su tutto. Io voglio fare una cosa. Una. Questo è il mio focus, e voglio farla bene». 7) «Certo che è difficile. E non c'entra nulla essere famoso o no. Non so che padre sono, dovrebbero dirlo i ragazzi. Cerco di esserlo ogni giorno. Di imparare. Certo che gioco con loro. Più tempo possibile. Il punto, comunque, è se t'importa oppure no. Devi vedere il mondo attraverso i loro occhi, che sono molto diversi dai tuoi. E capire cosa ti dicono». 8) «Definiamo il successo:per me prima era vincere il torneo, oggi è far sì che non sbagli con i miei figli. Devono essere quello che vogliono queste sono le nostre aspettative». 9) «Steffi è il mio ingegnere tedesco. Mi ha insegnato l'organizzazione, oltre al cibo e alla macchina tedesca». 10) «E quali potrebbero essere? Penso a Medvedev, a quella finale del Roland Garros, forse al miglior match della mia vita e mi torna sempre il buonumore... comunque un altro libro non lo scrivo». Prima volevo vincere, adesso non voglio sbagliare come educatore. Lei è per me un ingegnere tedesco: mi ha insegnato l'organizzazione. Forse un giorno sarò capitano in Davis, ma non scriverò altri libri II tennis non mi manca lotto per i bimbi afghani" 1 2 3 4 5 6 7 8 9 L'intervista doppia, Corn'è stato il vostro viaggio nella vita dopo aver lasciato il tennis Cosa pensate del tennis di oggi Avete mai pensato di tornare a giocare E di allenare Come nasce l'idea della beneficenza Il vostro impegno sociale è il preludio a un ingresso in politica È dura essere genitori Qual è il vostro approccio educativo Com'è la vita di una coppia di star i Avete un rimpianto 1 ) «È stato un viaggio incredibile. Quante esperienze, memorie, tanti upedown. Ho ricevuto una ricchezza di tali cose: mi guardo dietro ed il feeling è sempre lo stesso, venti anni dopo: fortunata, sono stata molto fortunata». 2) «Mi piace vederli, i match. Ma il mio era un altro tennis: preferisco il tennis di strategia, con differenti stili di gioco, variazioni di gioco. La vedi Serena? Così possente... no, io mi sento atleta di un altro tempo». 3)«Mai. Ho chiuso a 30 anni. Stop, mai ripensato. La Clijsters, la Henin? Storie diverse, personalità diverse. Io, poi, non ho mai amato il palcoscenico. Scegli di essere come sei, io preferisco il profilo basso». 4)«Ho avuto occasioni,con ragazze che sono venute qui, Faccio di tutto perché siano curati insieme nell'ospedale che ho costruito ad Amburgo. Ai nostri figli non mostriamo le coppe dei trionfi. Non amavo il palcoscenico. Lui? Non mi porta il caffè a letto negli Usa, a chiedermi di seguirle. Ho dato la mia esperienza, ma sarebbe stato troppo per me. Ho preferito la famiglia, conosco i miei limiti». 5) «Vedi con i tuoi occhi quello che ci succede intorno, lo vedi in tv. Ad Amburgo c'è l'ospedale per i bimbi afghani. Lottiamo per farli stare insieme, ma il discorso è uguale per il Kosovo: i bambini—che siano dell'Est o dell'Asia o dell'Africa—sono tutti uguali». 6) «Assolutamente no, ho già tanto da fare così...». 7)«È una sfida diversa:trovare l'equilibrio del tempo:cucina, lava, stira. Tutto deve essere pronto, fino al parrucchiere per me. Scherzo. Non c'è mai abbastanza tempo». 8) «L'importante è che studino. Mi piace che sappiano quel che io e Andre facciamo per gli altri bimbi, ne parliamo. E le coppe dei trionfi non gliele facciamo vedere. Spero di essere capace di educarli nel modo migliore». 9) «Io vivo molto la mia famiglia. Ci sono mia mamma e mio fratello qui, siamo molto uniti. Con Andre c'è unità di intenti. Il caffè a letto? Io mi sveglio molto più presto di lui...». 10) «Sono conscia di quello che ho realizzato, ma non ho mai pensato ai record e ai titoli. Andavo sul campo e cercavo di dare il massimo e basta. Non ho rimpianti».

A Palermo Flavia si ferma sul più bello

Paolo Vannini, il Corriere dello Sport del 19.07.10

Sfuma il sogno di Flavia, che si trova davanti un muro chiamato Kanepi e cede m due set la finale degli Internazionali di Sicilia Snai Open La Pennetta era détentrice del titolo ed ora dovrebbe perdere un paio di posizioni nel ranking Wta Per la estone invece e la prima vittoria nel circuito principale finora aveva raggiunto due finali, una nel 2006 ad Hasselt contro la Clijsters, un'altra nel 2008 ai Japan Open ma m due occasioni era stata anche quartofinalista nel Grande Slam, prima a Parigi poi meno di un mese fa a Wimbledon ESTONIA - Sul centrale del Country Club la vittoria e quasi tutta farina del sacco di Kaia Kanepi, che ha realizzato anche un Miro record, regalando a'ia Estonia il primo oUocesso assoluto a livello di Wta La Pennetta era partita bene ma dal 3-1 in suo favore e passata a 3-5 cominciando a subire la potenza di una avversaria che sbagliava pochissimo e si muoveva di Paolo Vannini bene sul campo Flavia ha sempre lottato, ha fatto il controbreak, sul suo servizio ha annullato tre set point prima di mettere lungo un dritto Ma anche nella seconda partita la estone ha condotto sempre gli scambi, con il rovescio lungolinea ha costretto spesso la brindisina a recuperi incredibili ma alla fine i miracoli di Flavia non sono bastati…

Lu, Vemic e i gemelli Ratiwatana. Ecco il tennis degli sconosciuti

Paolo Rossi, la repubblica.it del 16.07.10

Rafa Nadal. Roger Federer. Nadal. Federer. Sempre loro. Sempre e solo loro. Sì, qualche volta c'è spazio anche per i Djokovic, i Murray e i Soderling di turno però, alla fine, sempre e solo di quei due si parla. Se lo meritano tutto lo spazio nel bene (oggi Nadal) e nel male (oggi Federer). Ma se c'è uno sport da melting pot quello è proprio il tennis, il più internazionale che ci sia. Uno sport multicolore. Multistorie.

Pieno di curiosità e di personaggi. L'ultimo, in ordine di apparizione, è stato il cinese di Taipei, certo Lu, capace di battere nientedimeno che Roddick a Wimbledon. Eroe sul campo per un giorno, e non solo. "La mia provenienza? Papà era un cacciatore di polli vivi, ha insegnato anche a me. Provate a prenderne uno, se ci riuscite". Capito? Basterebbe questo, per confrmare quanto variopinto sia il mondo della racchetta. L'ultima stranezza? Vede protagonista Hewitt, l'australiano: ha perso il copyright del suo 'C'mon', il grido di battaglia durante i match che l'aveva reso antipatico a molti. "E' proprietà di tutto lo sport aussie" ha dichiarato un tribunale di Sydney.

Ma Hewitt è un nome noto, è stato anche n. 1 del mondo. Sono gli altri, quelli che girano il mondo in cerca del sogno, dell'affermazione, che sono più divertenti da raccontare. Loro, in fondo, rendono il tennis uno sport globale. Anche se poi frequentano i tornei di serie B (i famosi challenger) e solo pochi di loro avranno i quindici minuti
di fama, sul grande palcoscenico.

Il colombiano Falla, che s'è trovato per due volte di fronte Roger Federer, a Parigi e a Londra. "Statisticamente è come se avessi vinto la lotteria al contrario...". Oppure come il serbo Vemic. Specialista solo del doppio, ma partner (sul campo) di Flavia Pennetta ("li scelgo bene, vero?"). C'è gente che sopravvive così, tra tornei di misto e calendari pianificati con il lanternino. Una specie di Noah di seconda serie è Brown, il tennista reggae della Giamaica. Capelli rasta fino alla schiena, e fisico da gran 'maudit'.
L'elenco è lungo, si potrebbe scrivere un libro: c'è la parte araba, tipo Egitto (Maamoun) e Pakistan (il doppista Qureshi, famoso per aver disputato un doppio con l'israeliano Hadad), e quella asiatica in arrivo (la marea coreana: Kim, Im e Lim). Ma c'è perfino spazio per quella esotica: alzi la mano chi era al corrente dell'esistenza di un tennista di Curaçao, il simpatico Rojer. Altro quiz: chi sono Sonchai e Sonchat? Non state ad arrovellarvi: sono i due gemelli Ratiwatana di Bangkok, che garantiscono - almeno - il doppio alla Thailandia. Infine, per chiudere il gioco, sapevate che in giro c'è anche il rappresentante di Latvia, il famoso paese del Dottor Destino: beh, Latvia sta per Lettonia. Ed Ernest Gulbis è assai noto. Lo aspettiamo tra i Top. Ed è ricco, enormemente ricco. Che sia davvero figlio del Dottor Destino?
 

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Accadde oggi...

18 Luglio 1930

Wilmer Allison salva il numero record di 18 match point contro Giorgio De Stefani nell'incontro vittorioso di Coppa Davis di finale dell’Interzona al Roland Garros. Gli Stati Uniti vinceranno poi per 4-1.

 

Tratto da: On This Day in Tennis History di Randy Walker