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26/07/2010 19:28 CEST - Atp Amburgo / Atlanta

Amburgo: Golubev. Atlanta: Fish

Golubev sorprende il favoritissimo Melzer e si aggiudica ad Amburgo il suo primo titolo Atp (primo titolo anche per il Kazakistan). Fish conferma il suo ottimo momento e trionfa nell'Atp 250 di Atlanta. Golubev b Melzer 6-3 7-5; Fish b Isner 4-6 6-4 7-6 (4). Enzo Cherici

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Amburgo: Golubev b Melzer 6-3 7-5

Tempi duri per il fu torneo di Amburgo. Siamo passati dalle finali Federer-Nadal del 2007-2008 a quelle Davydenko-Mathieu e Golubev-Melzer degli ultimi due anni. E se lo scorso anno gli organizzatori avevano almeno “salvato” l'albo d'oro grazie alla vittoria del Top 10 Davydenko, chissà come la prenderanno quest'anno con il trionfo a sorpresa della rivelazione Golubev. Domande che resteranno senza risposta.
Di una cosa invece siamo certi: mai vittoria fu più meritata. Il 23enne kazako (ex russo) è entrato in campo con il giusto atteggiamento, non solo per fare bella figura contro il più quotato avversario, ma proprio per vincere. È stato aggressivo dalla prima all'ultima palla, soffrendo e stringendo i denti nei momenti di difficoltà e non tremando ogni volta che ha avuto l'opportunità di prendere il volo.
Tutto il contrario di Melzer. Irriconoscibile e paralizzato dall'obbligo di dover vincere, l'austriaco è parso lontano parente del giocatore che aveva incantato nelle precedenti partite.
Va detto che Golubev ha giocato una partita straordinaria. Ha subito iniziato nel primo game con due fantastici rovesci che hanno lasciato impalato l'avversario; ha sofferto un po' per prendere le misure al servizio mancino dell'avversario, ma come ha avuto una possibilità sul 4-3 del primo set l'ha sfruttata, proprio con una grande risposta bloccata di rovescio, quasi da doppista, che ha infilato Melzer proteso a rete. Il primo set si è in pratica deciso su quell'unico punto. Ma “ai punti” lo avrebbe comunque strameritato il kazako, che in tutta la prima frazione ha smarrito 2 soli punti con la prima e 3 con la seconda. Più solidi di così si muore.

Nel secondo ci si attendeva la reazione di Melzer ed in parte c'è stata. Per quattro volte consecutive, con Golubev al servizio, il numero 15 del mondo è riuscito a portare il kazako ai vantaggi. Nel quinto game, sul 3-2 in suo favore, si è anche procurato 5 palle break, di cui due consecutive, senza però mai riuscire a breakkare il suo avversario.
Superato lo spavento Golubev ha ripreso a martellare col suo tennis violento, quasi brutale, non concedendo più la minima occasione al rivale. E proprio quando la soluzione al tie-break sembrava inevitabile, Melzer combinava il patatrac finale. Tre ulteriori erroracci di rovescio lo facevano precipitare sullo 0-40. Annullava una prima palla break col servizio, ma un serve&volley troppo presuntuoso gli era ancora una volta fatale. La risposta di dritto di Golubev era robustissima e la conseguente volée di Melzer risultava essere incontrollabile: 6-5 per il kazako, che poteva così servire per il suo primo titolo Atp.
E qui, per la prima volta, Golubev ha probabilmente pensato a quello che poteva succedere. Un brutto errore col rovescio, seguito da una signora risposta di Melzer ed è subito 0-30. Ma è solo un attimo. Il kazako di Bra (consoliamoci con gli italiani d'adozione) riprendeva a picchiare come un forsennato e in un amen si portava sul 40-30. Il finale è degno di Hitchcock. Golubev serve un ace: gioco, partita e incontro. Sullo sfondo si vede addirittura un addetto al campo che inizia a passare il tappeto un nanosecondo dopo la (presunta) fine del match. Golubev alza le braccia al cielo, ma non si avvede che dall'altra parte della rete c'è Melzer con il ditino alzato. La palla per lui è fuori. Scende il giudice di sedia che conferma: out! Golubev deve servire la seconda. Ma Melzer, una volta di più, non sa approfittarne e mette un comodo dritto fuori di due metri. Stavolta è tutto vero: per Golubev (e per il Kazakistan) è il primo titolo Atp.
Primo d'una lunga serie? Mi permetto di dubitarne. Il giovanotto è stato davvero bravo, ma ha trovato la settimana perfetta. Il suo tennis non prevede un piano B. Come ha giustamente sottolineato Claudio mezzadri in telecronaca, il suo piano B consiste nell'estremizzazione del piano A. Traduzione: sa giocare in un solo modo. Quando tutto gira bene ok, in caso contrario non sembra disporre di alternative valide.
Per il momento può senz'altro godersi quest'importante successo, giunto alla sua seconda finale Atp (dopo quella persa con Murray a San Pietroburgo nel 2008). Si è anche tolto la soddisfazione di battere il suo primo Top 10 in carriera (Davydenko nei quarti) e dalla prossima settimana entrerà nei primi 40 del ranking Atp: niente male davvero.
Malissimo invece Melzer. Troppo contratto fin dall'inizio, non è mai riuscito a trovare le giuste contromisure al power tennis di Golubev, finendo per subirne sempre l'iniziativa. Da un semifinalista del Roland Garros era lecito attendersi qualcosa in più.

Atlanta: Fish b Isner 4-6 6-4 7-6 (4)

Dopo che nel pomeriggio Andrey Golubev s'era aggiudicato l'ultimo appuntamento d'una certa importanza sulla terra battuta, in serata Mardy Fish s'è imposto nel torneo di Atlanta, prima tappa dello Us Open Series 2010, battendo dopo 2h45' di lotta il connazionale John Isner.
È stato un match bruttino, monotono, nei primi due set; molto più vivace invece nel terzo. Era stato Isner ad uscire meglio dai blocchi, con un Fish in difficoltà nel trovare continuità al servizio e costretto ad offrire al “pivot” di Greensboro ben 6 palle break nel solo primo set. Big John riusciva a convertirne soltanto una, ma gli era più che sufficiente per incamerare il primo set col punteggio di 6-4.
Sul 2-1 Fish nel secondo, Isner chiede l'intervento del fisioterapista per problemi alla spalla destra e nei giochi successivi sembra perdere un po' di brillantezza e serenità nei turni di servizio, finendo un paio di volte ai vantaggi ed offrendo una prima pericolosa palla break sul 4-3 Fish. Ma sul 5-4 Isner combina un disastro dopo l'altro, commettendo quattro errori gratuiti, cedendo così servizio e secondo set a Fish: 4-6, 6-4.
Nel terzo l'inerzia sembra tutta a favore del fresco vincitore di Newport, che domina i propri servizi e riesce a mettere pressione al servizio di Isner. Il break sembra inevitabile e puntualmente arriva nel quarto gioco: 3-1 Fish.
Match finito? Titolo assegnato? Neanche per sogno. L'eroe di Wimbledon reagisce immediatamente, tornando ad essere finalmente aggressivo in risposta e contro-breakkando (a zero) un furibondo Fish: tutto da rifare.
Il match si fa finalmente avvincente e anche più gradevole. Le condizioni ambientali non sono delle migliori, c'è un gran caldo e in tribuna è tutto uno sventolio di ventagli. I giocatori sono visibilmente affaticati, ma tutto questo contribuisce a rendere sadicamente meno scontato l'esito degli scambi e del match nel suo insieme. Fish sembra scosso dopo l'immediato contro-break di Isner e quando serve sul 4-4 deve fronteggiare una palla break che profuma clamorosamente di matchpoint. È bravo ad annullarla con un servizio vincente, riappropriandosi così dell'inerzia del match, temporaneamente trasferita nelle mani di Isner.
Come poteva finire allora se non con un tie-break? Fish ritrovava la sicurezza smarrita, proprio quando Isner decideva d'infiocchettare definitivamente la partita per l'avversario. Dopo un bruttissimo attacco di rovescio affossato in rete, lo sciagurato sbagliava grossolanamente due dritti regalando un doppio mini-break al rivale. Il successivo servizio vincente di Fish faceva volare l'americano del Minnesota sul 4-0. Qui c'è la (tardiva) reazione di Isner, che ormai sull'orlo del precipizio scarica tre diritti spaventosi che lo riportano sotto sul 3-4. Ma sono gli ultimi fuochi, Fish non si distrae più e chiude 7-4 al secondo matchpoint utile.
Per Mardy è il quinto titolo in carriera dopo quelli ottenuti a Stoccolma (2003), Houston (2006), Delray Beach (2009) e Newport (2010). Con la nuova classifica Atp dovremmo rivederlo intorno al numero 36 del ranking: niente male davvero.
 

 

Enzo Cherici

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