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12/08/2010 08:15 CEST - atp tour

Il tennis in Italia: che ricordi

C’era una volta la lunga estate del tennis in Italia. Di sette tornei che facevano del nostro Paese la seconda forza organizzativa nel circuito Atp dietro al colosso a stelle e strisce, e che regalavano emozioni ai numerosi appassionati. Stefano Bolotta

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Ora, invece, in Italia sono rimaste soltanto le briciole, mentre in altre parti del mondo il tennis hanno imparato a guardarlo da vicino.  In vent'anni, dal 1990 a oggi, la geografia tennistica ha registrato mutamenti sensibili. Forse il termine migliore sarebbe "geopolitica". Impossibile, infatti, non associare ai nuovi calendari varati dall'Atp il peso economico di alcuni Paesi emergenti, in cui lo sport della racchetta è diventato un business da promuovere, capace di richiamare sponsor vogliosi di vetrine importanti. È evidente che in altre Nazioni, fra le quali l'Italia, al contrario questo appeal sia gradualmente venuto meno.

L’analisi
Ma la colpa è esclusivamente dei risultati sportivi, che nei due decenni alle spalle non hanno certo portato gloria e allori al nostro tennis (maschile)? In parte sì, ma è lecito pensare che una buona responsabilità l’abbia anche l'esplosione di altre discipline impostesi all'attenzione del grande pubblico, dei media e dei mecenati. Lo sport vive di accordi commerciali per l'organizzazione di eventi, e il tennis forse più di tutti ha pagato la concorrenza di altri sport, vedendosi superare in termini di fascino e richiamo per gli sponsor. Con ineluttabili ricadute sul rapporto di forza con l’Atp. Pensiamo che dal '90 in poi, in Italia abbiamo registrato l'esplosione dello sci con Tomba e Compagnoni, del volley con le imprese della Nazionale di Velasco, del ciclismo di Bugno, Pantani e Cipollini, del motomondiale con Capirossi, Biaggi e Rossi, giusto per citare i più illustri. Come se non bastasse, il calcio è entrato nell'era della tv a pagamento e delle dirette domenicali: insomma, in una nuova dimensione "arraffatutto". In questo contesto, il tennis in Italia è precipitato, sopravvivendo soltanto a livello Challenger.

La sentenza dei numeri
Se nel 1990 nel circuito maggiore eravamo secondi agli Stati Uniti, adesso siamo semplicemente una delle 32 Nazioni che ospita l'Atp Tour, con un torneo, per quanto prestigioso come il Master 1000 del Foro Italico. I non più giovanissimi ricordano con piacere stagioni in cui comparivano per esempio Milano, Roma, Bologna, Firenze, Genova, Sanremo e Palermo, con l'aggiunta di San Marino che è comunque sul suolo italiano. In passato c’era gloria persino per Bari, Cagliari e Napoli. In assenza di dirette televisive o streaming sul web, per gli appassionati era manna dal cielo potersi spostare a seguire dal vivo i propri beniamini e assaporare l'atmosfera del tennis professionistico.
Il calendario Atp 2010 dice che si gioca di meno - 66 tornei contro 80 - e gli Usa sono ancora la Nazione leader, ma forse pure loro iniziano a pagare dazio alla crisi tecnica e di risultati che li ha portati ad avere per la prima volta 0 giocatori alla voce Top Ten dal 1973. I tornei ospitati sono passati da 16 a 13: quanto basta per dominare ancora la graduatoria davanti a Francia e Germania. I transalpini resistono a quota 6, addirittura con segno positivo rispetto a dieci anni fa. I tedeschi invece si sono visti depauperare un patrimonio che li voleva padroni di casa del Master di fine anno e della defunta Grand Slam Cup, e ahiloro hanno perso anche il Master 1000 di Amburgo per volontà di Ion Tiriac, abile a trasferirlo a Madrid. Ne hanno goduto gli spagnoli portando a 3 i tornei di casa, ma gli iberici negli anni scorsi avevano avuto persino picchi più alti, sospinti dalla "valanga rossa" dei successi di Ferrero, Corretja e Moya prima, e di Nadal poi.

Ultime frontiere
I nuovi scenari sono l'Asia, il Medio e l'Estremo Oriente. Dubai e Doha sono stati i primi tornei a portare ricchezza e originalità nel circuito, quindi a ruota sono arrivati Pechino, Hong Kong, Singapore, Kuala Lumpur, Shangai: quest'ultima è stata sede delle finali Atp per poi guadagnarsi lo status di Master 1000. I nuovi mercati rappresentano lo specchio della società economica globale: non lo sono anche per l'industria meccanica, tessile, ingegneristica? E lo sport risponde «presente» là dove nuovi investitori siano disposti a partecipare. Pensiamo allo sci, alla Formula Uno, al Motomondiale, al calcio con le varie Supercoppe. Una "puntatina" in Oriente è diventata abituale in quasi tutte le discipline.

Le certezze residue
I nostalgici dell'indoor di Milano e della lunga stagione sul rosso italiano potranno rincuorarsi - ma è pur magra consolazione - con alcune considerazioni: gli Slam sono ancora quattro, gli stessi di sempre nonostante vent'anni fa si vociferasse di nuove sedi. Esiste ancora un filo logico nel calendario, immutabile come una certezza tolemaica: stagione australiana-cemento americano-terra europea-erba-duro americano-stagione indoor. E resistono molti tornei “classici” quasi quanto la Roubaix o la Sanremo nel ciclismo. Questi sono punti fermi, tutto il resto gira, seguendo l'allettante profumo dei dollari e degli euro. E finché non ci toglieranno questa sorta di filastrocca che regola il tennis nei calendari e soprattutto nelle nostre menti, accetteremo di buon grado anche di giocare un indoor da 800mila euro su sassi lunari nel Mare della Tranquillità.


Statistiche Tornei Atp
1990: 80 in 27 Paesi
2000: 70 in 31 Paesi
2010: 66 in 32 Paesi

Classifica per Nazioni:
1990: Usa 16; Italia, Germania 7; Francia 6; Australia 5; Gran Bretagna 4; Olanda, Svizzera 3.
2000: Usa 15; Francia, Germania 5; Australia 4; Olanda, Austria, Gran Bretagna 3 (Italia 2).
2010: Usa 13; Francia 6; Germania 5; Gran Bretagna 4; Australia, Spagna 3 (Italia 1).

Calendario 1990:
Wellington, Adelaide, Sydney, Auckland, Melbourne, Milano, Guaruja, San Francisco, Bruxelles, Toronto, Stoccarda, Philadelphia, Rotterdam, Memphis, Indian Wells, Casablanca, Key Biscayne, Estoril, Rio, Orlando, Tokyo, Barcellona, Nizza, Seoul, Montecarlo, Hong Kong, Singapore, Monaco, Madrid, Amburgo, Kiawah Island, Roma, Umago, Bologna, Roland Garros, Rosmalen, Queen's, Firenze, Manchester, Genova, Wimbledon, Gstaad, Bastad, Newport, Stoccarda, Washington, Montreal, Hilversum, San Remo, Kitzbuhel, Los Angeles, Cincinnati, Praga, New Haven, Indianapolis, San Marino, Schenectady, Long Island, Us open, Ginevra, Bordeaux, Palermo, Brisbane, Basilea, Tolosa, Sydney, Atene, Tokyo, Tel Aviv, Berlino, Vienna, Lione, Stoccolma, Sao Paolo, Parigi, Wembley, Mosca, Itaparica, Francoforte (Atp finals), Monaco (Grand Slam Cup).

Calendario 2000:
Adelaide, Chennai, Doha, Auckland, Sydney, Melbourne, Dubai, Marsiglia, San José, Memphis, Rotterdam, Londra, Mexico City, Copenhagen, Delray Beach, Santiago, Bogotà, Scottsdale, Indian Wells, Miami, Atlanta, Casablanca, Estoril, Montecarlo, Barcellona, Maiorca, Monaco, Orlando, Roma, Amburgo, Sankt Polten, Roland Garros, Halle, Queen's, Hertogenbosh, Nottingham, Wimbledon, Bastad, Gstaad, Newport, Amsterdam, Stoccarda, Umago, Kitzbuhel, Los Angeles, San Marino, Toronto, Cincinnati, Indianapolis, Washington, Long Island, Us Open, Bucarest, Tashkent, Sydney (Olimpiade), Palermo, Hong Kong, Tokyo, Vienna, Shangai, Tolosa, Basilea, Mosca, Stoccarda, Lione, San Pietroburgo, Parigi, Brighton, Stoccolma, Lisbona (Masters Cup).

Calendario 2010:
Brisbane, Chennai, Doha, Sydney, Auckland, Melbourne, Johannesburg, Zagabria, Santiago, San Jose, Rotterdam, Costa do Sauipe, Marsiglia, Memphis, Buenos Aires, Dubai, Acapulco, Delray Beach, Indian Wells, Miami, Casablanca, Houston, Montecarlo, Barcellona, Roma, Monaco, Belgrado, Estoril, Madrid, Dusseldorf, Nizza, Roland Garros, Halle, Londra, Hertogenbosch, Eastbourne, Wimbledon, Newport, Stoccarda, Bastad, Amburgo, Atlanta, Gstaad, Los Angeles, Umago, Washington, Toronto, Cincinnati, New Haven, Us Open, Metz, Bucarest, Bangkok, Kuala Lumpur, Pechino, Tokyo, Shangai, Stoccolma, Mosca, San Pietroburgo, Vienna, Montpellier, Valencia, Basilea, Parigi, Londra (Atp World Finals).

Stefano Bolotta

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Patrick Rafter inizia la sua prima e unica settimana da numero 1 delle classifiche ATP, superando Andre Agassi. Il suo è stato il numero 1 più breve di tutta la storia del tennis maschile e femminile.

 

Tratto da: On This Day in Tennis History di Randy Walker