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16/08/2010 16:12 CEST - Rogers Cup Toronto

Andy fa doppietta in Canada

In un piovoso pomeriggio canadese, Andy Murray conferma il titolo vinto l'anno scorso a Montreal battendo Roger Federer in due set molto equilibrati (7-5, 7-5), consolidando in questo modo il quarto posto in classifica mondiale. A seguire i commenti dei protagonisti. Da Toronto, Vanni Gibertini

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I Canadian Open 2010 si sono dimostrati Rogers Cup di nome ma non di fatto. E’stato infatti Andy Murray a trionfare per la seconda volta consecutiva nella competizione, difendendo il titolo conquistato nel 2009 a Montreal contro Juan Martin Del Potro.

In una finale molto disturbata dalla pioggia é entrato in campo con un piglio molto deciso ed é riuscito subito ad imporre il suo gioco contro un Roger Federer che invece ha faticato ad ingranare, tanto da concedere all’avversario un vantaggio di 3-0 pesante all’avvio che si sarebbe poi dimostrato decisivo.

Il britannico, complici due errori ed un doppio fallo, restituisce immediatamente uno dei due break di vantaggio, ma mantiene il comando delle operazioni e riesce spesso a far arretrare Federer ben oltre la riga di fondo campo. Murray é molto aggressivo in risposta, soprattutto sulla seconda di Federer e sugli slice esterni da destra, ed é inoltre molto bravo a frustrare tutti i tentativi di serve&volley dello svizzero con risposte al fulmicotone.
La partita si vivacizza quando Andy, servendo per il set sul 5-4, restituisce anche il secondo break di vantaggio che aveva, chiudendo il game con il secondo doppio fallo del match. Il pubblico si infiamma ed intona un ritmato “Let’s go Roger” per incoraggiare il campione elvetico: ne segue il game piú bello del match fino a quel momento nel quale Federer prima annulla due palle break con due colpi vincenti, poi di fa superare da un pallonetto di Murray in recupero su un drop shot e finisce per perdere il servizio per la terza volta nel set, consegnando il parziale al britannico che se lo aggiudica per 7-5 in 48 minuti.

Nello spezzatino di inizio secondo set é difficile giocar bene: sul 2-2 30-0 Murray i due giocatori rimangono per 10 minuti sotto gli ombrelloni dalla pioggia per poi essere constretti a tornare negli spogliatoi. Dopo una pausa di 54 minuti, si fa in tempo a giocare solo 11 punti tra una goccia e l’altra che bisogna sospendere di nuovo. Sono 58 stavolta i minuti di interruzione, ma almeno le nubi se ne sono andate e si puó ricominciare a giocare tranquillamente. Con un break per parte si procede fino al 5-5 quando due discese a rete di Federer vengono bruciate da due passanti di rovescio di Murray che ottiene il break e va a servire per il match. Federer avrebbe la palla per forzare il parziale al tie break, ma un ace di Andy gliela cancella, e la partita si chiude poco dopo con un recupero di Roger che finisce lungo.

Una finale che avrebbe sicuramente potuto essere migliore nella quale Federer ha commesso troppi errori gratuiti (31 alla fine) e nella quale Murray si é dimostrato piú lucido e determinato nei momenti decisivi.

Con questa vittoria lo scozzese si assicura la permanenza al quarto posto della classifica ATP e si conferma come uno dei giocatori da battere sulle superfici dure, avendo compiuto l’impresa di sconfiggere Federer e Nadal uno dopo l’altro.

[4]A Murray b [3]R Federer 75 75

Vanni Gibertini

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