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21/08/2010 08:47 CEST - Fed Cup

"Fed Cup? Ne parleró con la FIT"

Scoppia un piccolo caso? Per la prima volta la tennista di Brindisi, “fedelissima” alla FIT, ha fatto capire nell’esclusiva rilasciata ad Ubitennis e a Elisa Piva a Montreal, che la sua partecipazione alla finale contro gli USA a San Diego non è certa al cento per cento. Che cosa chiede Flavia? Il problema è Bali o piuttosto Urpi? Ubaldo Scanagatta.

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La presenza di una apprezzata e brava collaboratrice di Ubitennis a Montreal, Elisa Piva _ lì con un altro “ubiboy”,Vanni Gibertini, e una sua eccellente intervista a Flavia Pennetta, nel corso della quale Flavia non dava per scontata la sua presenza alla finale di Fed Cup a San Diego contro gli Stati Uniti, meritano un approfondimento. Se non rappresentano un mini-scoop poco ci manca.

Primo perché finora nessuno aveva mai ipotizzato neppur lontanamente che una delle nostre due leader, né Francesca né Flavia, potesse mettere in dubbio di esserci.

Secondo perché quando Flavia conclude l’intervista con Elisa dicendo “talvolta bisogna pensare anche a se stessi” fa implicitamente capire _ dopo la frase “con me la Fit si è sempre comportata bene”, che Flavia potrebbe anche avanzare qualche piccolissima rivendicazioncella e giocare solo se ottenuta soddisfazione.

Una malignità la mia? Forse, perché lei astutamente si è ben guardata dal dirlo. Ma Flavia ci ha già rimesso lo scorso anno per aver giocato a Reggio Calabria anziché a Bali. Per quanto è giusto che lo faccia? A Reggio, con le Williams molto in forse (quanti credevano che sarebbero venute tutte e due? Io dico nessuno…nemmeno Mary Joe Fernandez, la capitana), la conquista di una seconda Fed Cup era molto probabile. E la popolarità che ne sarebbe derivata, passerelle televisive e modaiole (soprattutto per la prima top-ten della nostra storia, in quel momento assai più sulla ribalta che non Francesca) avrebbe potuto ripagarla sotto svariati profili più di una partecipazione al Master B di Bali dove _ questo sì _ c’era in palio soprattutto un bel gruzzolo di punti Wta e di posti nel ranking.

Ma stavolta, se davvero le Williams non vorranno sputtanarsi _ e cioè dare per l’ennesima volta forfait dopo aver annunciato la loro presenza…con l’aggravante che questa volta la finale non si gioca in una remota provincia del Meridione d’Italia difficile da raggiungere ma nella loro California _ l’Ital-rosa non partirà certo favorita. Il rischio per la “penna”, quindi, è doppio: perdere i punti di Bali e la finale di Fed Cup. Che oltretutto ha già vinto due volte, quindi…insomma, vincerla tre volte oppure due, cosa cambia per lei? Magari cambia per la FIT che con i risultati delle donne, sempre giustamente magnificate dal presidente Binaghi, maschera quelli negativi degli uomini.

Non dimentichiamo che Flavia ha già sacrificato due anni fa le sue chances di entrare tra le top-ten di fine anno, quando a seguito della scomparsa dell’amico Federico Luzzi preferì andare al suo funerale piuttosto che a tentare di conquistarsi qualche punto forse decisivo all’ultima tappa del circuito nel Canada.

Un anno fa a New York la “gran-capo” della Wta, Stacey Allaster, mi garantì che nel 2010 la concomitanza fra finale di Fed Cup e il Master B di Bali non ci sarebbe più stato. Abbiamo visto come è andata a finire. A Wimbledon sempre lei, la gran-capo, mi ha detto quasi scusandosi: “Eravamo pronte a individuare altre soluzioni, ma sono state le ragazze a decidere che – riducendo il numero delle partecipanti a Bali e i punti assegnati _ sarebbe stato meglio mantenere quella concomitanza. E fra le tenniste che abbiamo interpellato e chi si è pronunciata a favore c’era anche la vostra Schiavone”.

Poiché il calendario è stato fatto quando la Schiavone non sapeva ancora che avrebbe vinto il Roland Garros, il suo appoggio a quella scelta strategica di calendario _ contestata invano invece dalla Federtennis…visto che Sergio Palmieri non aveva avuto difficoltà ad intuire il probabile approdo alla finale di Fed cup una volta visto sorteggio e tabellone _ è stato disinteressato e al contempo importante.

Oggi lei è…da Master A. Flavia da Master B.

Va ricordato infine un altro aspetto che non mi sono inventato ma ho sentito …aleggiare, per così dire ma era qualcosa di più d’un fremito d’ali, nel clan dei Pennetta-fans fin dall’epoca di Parigi.

Perché _ questo l’interrogativo _ Francesca Schiavone può contare su un coach pagato dalla Fit, Corrado Barazzutti, e invece il coach che segue da tempo Flavia _ Gabriel Urpi _ è a completo (almeno che io sappia era cos’ fino a un paio di mesi fa) carico-spese di Flavia?

E’ giusto questo? Ok Francesca si allena nei tempi agonistici morti a Tirrenia anziché a Barcellona, ma Flavia non ha contribuito ai successi del nostro tennis femminile quanto Francesca? E allora, due pesi e due misure? Barazzutti viaggia dietro Francesca a spese Fit. E Urpi no.

La Fit, la sua dirigenza, lo stesso Barazzutti, sono certamente consapevoli di questo stato di cose. E io credo che se Flavia, soprattutto dopo che Francesca ha potuto godere anche di quel premio di 400.000 euro improvvisamente stanziato da Binaghi per il trionfo del Roland Garros, accenna di voler parlare con la FIT prima di decidere se andrà a giocare la finale di Fed Cup…significa che qualcosina ha in mente di chiedere. Credo anche legittimamente, per la verità, anche se non conosco quelli che potrebbero essere i termini delle sue eventuali richieste.

Il problema è comunque bisillabo: Bali oppure Urpi?

Ciò detto Flavia è una creatura solare, la sua famiglia (benestante e formata da persone più che civili) l’ha educata bene, lei ha guadagnato tanto da potersi permettere anche comportamenti più che signorili (è più facile tenerli quando non si è spinti da altre necessità) e quindi sono quasi certo di due cose:

a) che alla fine al 99 per cento Flavia sarà comunque presente a San Diego (c’è anche l’immagine pubblica da tener presente quando c’è l’Italia e la bandiera di mezzo: alla Fit i dirigenti dilettanti diventano professionisti quando devono far presente questi aspetti, vero Bolelli, vero Fognini, vero Seppi?)

b) Flavia non mancherà però di far presente le sue istanze…contando sulla benevolenza che comunque meriterebbe anche per la necessaria equità di trattamento con Francesca Schiavone. La prima top-ten italiana è stata lei. Le due Fed cup vinte dall’Italia le ha vinte anche lei. Che ha contribuito non poco anche a conquistare le altre finali.

Concludo dicendo che se non ho sbagliato quei calcoli nei quali sono pessimo Flavia da lunedì scenderà fuori dalle top-20 _ n.21 _ mentre Francesca, a dispetto dei soli cinque games raccolti con la Wozniacki (vendicatasi di Parigi avendo battuto Francesca con maggior severità che non la “Penna”) dovrebbe essere n.7 con la Dementieva che uscirà dalle top-ten.

Ubaldo Scanagatta

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