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22/08/2010 00:57 CEST - CAMBIAMENTI

Il nuovo Fish in versione "light"

Da quando ha iniziato una dieta ferrea lo scorso anno, Mardy Fish ha perso oltre 10 chili guadagnandone in mobilità. I risultati sul campo non si sono fatti aspettare. Riuscirà questa versione "leggera" ad essere migliore della vecchia? Sara Cecamore

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Immaginatevi un mega maxi hamburger lì, a portata di mano. Immaginatevi di aver appena finito di giocare un match che vi ha messo k.o. e l’unica cosa che volete fare è mangiarvi quell’hamburger. Ecco, un anno fa Mardy Fish non avrebbe esitato ad afferrarlo e divorarlo in un sol boccone. Ma l’altro Fish, quello nuovo che pesa oltre 10 kg in meno, ora riesce a dire no e lo riesce a dire da almeno un anno, da quando cioè si è messo a dieta ferrea.

Tutto è cominciato lo scorso anno: dopo un inizio di stagione molto incoraggiante (finale a San Jose e vittoria a Delray Beach), il suo “momentum” viene interrotto da un infortunio alla costola patito durante un incontro di quarti di finale di Coppa Davis contro Marin Cilic. Come se non bastasse, si aggiunge anche un problema al ginocchio sinistro operato il 28 settembre 2009. È proprio l’operazione che impedisce all’americano di partecipare agli US Open di quell’anno: lui lo definirà il punto più basso della sua carriera.

E così, impossibilitato ad allenarsi o a giocare a golf, il suo “hobby” diventa stare a dieta. Lui e sua moglie, Stacey Gardner, decidono di ripulire un po’ il frigorifero: assumono un nutrizionista, un personal chef ed iniziano una dieta ad alto contenuto proteico e con pochi carboidrati.(la moglie lo fa per aiutarlo - aggiungendo qua e là dei dessert-, non perchè avesse bisogno di dimagrire anche lei...) Via lo zucchero, il burro, i cocktail ed il formaggio e spazio a pesce e verdure. In sei settimane, le più dure in assoluto, perde tutto d’un colpo 6-7 chili grazie anche ad una disciplina rigorosa che gli impedisce di mangiare dopo le 6.30 del pomeriggio.

In dieci mesi i chili persi diventano 13 ed oltre ad una forma fisica ritrovata Mardy scopre un regime alimentare che prima non aveva: “mangiavo tutto quello che volevo a qualsiasi ora perchè pensavo che avrei sempre bruciato, ma con la dieta abbiamo cominciato a contare ogni singola caloria, in quanto tempo avrei bruciato tot calorie e quindi perso tot chili e la cosa si è fatta interessante perché ho imparato anche tante cose sul cibo che non sapevo”.

Come si sta con 13 kili in meno?Alla grande. “Non mi stanco più come prima, ora resisto di più. Riesco ad allenarmi più duramente, più a lungo – mi alleno per più ore, anche giorni prima dei match, settimane prima dei tornei. Per quanto riguarda la mobilità è come la notte ed il giorno. Mi sento benissimo sul campo e fuori. Mi sento un giocatore ed una persona diversa…

E non gli si può dare torto a vedere la stagione che ha avuto finora l’americano. Un ottimo inizio con le due semifinali di Sidney (persa da Baghdatis) e Delray Beach (battuto da Ivo Karlovic), poi gli ottavi al Master 1000 di Miami ed una naturale battuta d’arresto durante la stagione sulla terra prima di raggiungere la prima finale stagionale sull’erba del Queen’s (battuto da Sam Querrey). È dopo un deludente secondo turno a Wimbledon che inizia la sua infuocata estate americana che gli regala due titoli, rispettivamente il quarto e il quinto in carriera sull’erba di Newport e sul cemento di Atlanta. Certo, entrambi solo degli ATP 250 ma per conquistare Atlanta Fish aveva dovuto battere uno dopo l’altro Roddick e Isner stregandoli con quel suo tennis aggressivo già noto a tutti ma sorprendendoli anche con una mobilità che prima si sarebbe sognato di avere. Infine, è notizia dell’ultima ora la sua terza finale in un torneo master 1000, quello di Cincinnati, raggiunta battendo nuovamente il suo amico Andy e non dando mai segni di stanchezza fisica anche dopo la battaglia di tre ore contro Murray.

Insomma, questa nuova versione “light” di Mardy Fish si sta togliendo parecchie soddisfazioni ed inizia a competere seriamente con il vecchio più appesantito che pure era stato in grado di issarsi al n.17 delle classifiche mondiali (nel 2004), di vincere 3 titoli, di arrivare ai quarti agli US Open (nel 2008). L’obiettivo intanto è quello di ritornare tra i primi 20 al mondo e Fish potrà iniziare a risalire la china nello Slam di casa dove entra come testa di serie e dove si candida come pericolosa mina vagante.

Solo il tempo ci dirà se il nuovo sarà meglio del vecchio, certo è però che con questo nuovo fisico aumentano ulteriormente le potenzialità del giocatore tanto che viene da chiedersi come non ci abbia mai pensato prima a seguire rigorosamente una dieta. Riuscirà Fish a mantenere questo stato di forma?

 

Sara Cecamore

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