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03/09/2010 21:40 CEST - Us Open

Risse e preti: è il tennis, bellezza

Ne succedono un pò di tutti i colori: reverendi che fanno i giudici di linea, capre e panche e giochi di parole vari, ragazze feticiste di Nadal,  linee di scarpe un pò ruffiane ed un dibattito sul chi sia più minaccioso fra Roddick e Serena Williams Gianluca Comuniello

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Opening night - Photo by Anita Ruthling Klaussen
Opening night - Photo by Anita Ruthling Klaussen

The city that doesn't sleep. Omaggio calzaturiero di Federer a New York. Sulle scarpe indossate durante il secondo turno contro Beck era presente una raffigurazione della skyline di New York. Forse per accentuare l'attenzione su di esse Roger ha pensato bene di tirarsi una racchetta sullo stinco: le inquadratura ai regali piedi erano così assicurate...

Capre alla riscossa. Ok, il nome di Beatrice si presta. Ma qui si sta andando “a little bit too far”: siti e giornali di tutto il mondo si sono scatenati nel giocare con il nome della giocatrice statunitense per fare titoli ad effetto. La Wta aveva il migliore: “Capracadabra”. Il Daily News ha giocato con l'omonia con il famoso regista: “La sua storia è Capra-esque”. Dalle parti italiane girava invece un titolo non utilizzato: “Beatrice salva capra e cavoli al tennis statunitense”.

Siamo al feticismo (anche un po' schifoso). Come tutti avrete visto, Nadal si è presentato agli Us Open con un taglio di capelli un po' più corto del solito. Il sacro rito di spoliazione pilifera è avvenuto proprio a New York, al salone di bellezza di Julien Farel in Madison Avenue. “Alcune giovani donne, mentre nessuno guardava, si sono messe alcuni dei capelli tagliati nella borsetta”. Speriamo siano per riti di amore e non per riti vodoo...

Sicuro come l'oro: questo a Wimbledon non succede. Pubblico che dà di matto e fa a botte sugli spalti. E' New York, bellezza. Riporta il New York Post: “durante il match fra Djokovic e Petzschner, erano circa le nove della sera, una donna ha cominciato a lamentarsi di un uomo di circa 20 anni, perchè quest'ultimo continuava ad usare la f-word per commentare la partita. -Hai un problema? Vieni avanti e battiti- l'incredibile risposta del ragazzo”. La donna non si è fatta pregare per far partire un man rovescio, pare a due mani. Il ragazzo ha risposto con una volée di dritto prima che intervenissero altri big guy e la scena diventasse un allegro bordello western.

E' più minacciosa una donna come Serena o un uomo come Roddick?
Dalla mailbag di Jon Wertheim, domanda di un lettore: “perchè Serena dovrebbe essere più intimidatoria di A-Rod? Perchè è stata multata pesantemente e lui no? Risposta del giornalista: “Minacciare di asfissiare una persona con una pallina da tennis usando un linguaggio triviale è un po' più grave che discutere con un'altra persona perchè si è sbagliata sul piede da incriminare”. Non c'è ombra di dubbio.

Vedere senza essere visti. E' il lavoro (sporco e privo di gloria) dei giudici di linea. Il New York Times ne parla oggi, facendo un ritratto da veri innamorati del tennis: “arrivano da ogni parte del paese, per un salario giornaliero di circa 150 dollari, che copre appena le spese. Fra di loro ci sono avvocati, medici, piloti di aerei, insegnanti. Persino un reverendo che ha una propria chiesa a Milwaukee. Ecco... speriamo non abbia sentito cosa è uscito dalle bocche di Serena, Petrova e Roddick nelle ultime due edizioni.

Gianluca Comuniello

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4 Settembre 1959

Un sedicenne Arthur Ashe fa il suo debutto agli US Open e perde da un ventunenne Rod Laver 6-2 7-5 6-2 al primo turno.

 

Tratto da: On This Day in Tennis History di Randy Walker