04/09/2010 23:37 CEST - US Open 2010
Il vecchio
saggio Federer
Roger mette in campo una prestazione d'esperienza e batte senza problemi Paul-Henri Mathieu con il punteggio di 6-4 6-3 6-3. In condizioni difficili, il pentacampione di New York approda agli ottavi mostrandosi in ottima forma. Da New York, Rossana Capobianco
Sapienza e buonsenso. Si potrebbe ridurre a queste due parole la partita odierna di Roger Federer.
Compiuti da poco 29 anni, il campione svizzero oggi ha dato dimostrazione di avere acquisito esperienza e saggezza; in campo quasi mai disattento, ha saputo frenare gli entusiasmi e l'iniziale attenzione dei giorni buoni del francese Mathieu, non proprio un avversario materasso per un terzo turno in uno Slam.
E' piuttosto noto, Mathieu pecca di regolarità e scaltrezza, ma tira forte e in condizioni come quelle odierne, in cui la palla si sposta immediatamente a causa di raffiche di vento poderose, può diventare pericoloso se la concentrazione va via per qualche minuto. E Federer, diciamocelo, non è sempre un mostro di attenzione.
Ma non oggi: questo pomeriggio Roger è entrato in campo tranquillo, concentrato e paziente, sapendo che il francese ci avrebbe provato. Centrato col servizio (in totale 46 aces in tre partite), Federer affronta la prima difficoltà sul 3-4, 30-40: servizio vincente, Mathieu non può nemmeno giocarsela. Fin lì, grande equilibrio. Ma proprio lì la partita, in pratica, finisce.
7 punti a 1 di parziale e Roger capovolge l'inerzia del match, ritrovandosi 5-4 e servizio. Breakkerà subito anche nel secondo set, e Paul-Henri perderà la pazienza. Ma ciò che oggi ha convinto di Federer, più che i colpi o l'aggressività, sono l'oculatezza ed il criterio usati dallo svizzero nei momenti chiave del match, durante gli scambi, nelle variazioni al servizio.
Fermo restando che non riesci a comprendere, ancora di più dal vivo, come riesca con tanta velocità ad eseguire un colpo prima che l'avversario ne colga il movimento, l'atteggiamento sicuro parla chiaro: Federer si sente in forma ed è entrato in campo sapendo del pericolo di potere complicare il match qualora avesse abbassato la guardia. Forse ricordava il primo set giocato a Parigi nel terzo turno del 2009, nel quale Mathieu giocò un parziale di altissimo livello.
La partita fila via liscia, si capisce come lo svizzero aspetti il momento buono per attaccare il francese sulla propria battuta, come calcoli il vento a favore o contro, come si senta più rilassato e già con un piede e mezzo agli ottavi di finale.
Forse troppo, alla fine: nel turno che può mettere fine alla partita, si trova a fronteggiare 3 palle break consecutive, che però annulla da campione. Un dritto vincente, uno scambio di alto ritmo, un passante di rovescio seguiti da c'mon e pugnetto lo riportano sulla retta via.
Federer vince in un'ora e trentanove minuti e aspetta il vincente di Melzer – Ferrero. Per la seconda settimana deve ancora migliorare, specie passanti e gioco al volo; fin qui non ha però sprecato energie. Più avanti, per match più ostici, contro avversari più pericolosi, ne avrà bisogno, il buon vecchio saggio Roger.
Rossana Capobianco
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