Italiano English Français
HOMEPAGE > > R.Nadal - 04.09.10

05/09/2010 09:18 CEST - INTERVISTE

R.Nadal - 04.09.10

Trad. di Tino Cianciotti

| | condividi

D.: Forse è prematuro parlarne, ma quanto sarebbe importante per te vincere questo torneo? Sarebbe il terzo Slam consecutivo.
R.: Non mi importa il fatto che sarebbe il terzo Slam consecutivo. Sarebbe un sogno vincere qui, un giorno. Ma è prematuro parlarne in questa edizione perchè mancano ancora cinque match. Essere qui e avere la possibilità di vincere lo Slam che mi manca è un sogno: quando ero più giovane non pensavo che mi sarebbe successo. Sono felice della mia vita e della mia carriera, mi godo il momento lottando su ogni palla. Se dovessi avere la chance di vincere farei di tutto per approfittarne.

D.: Senti la pressione dovuta al fatto di non aver mai vinto il titolo a New York?
R.: Ti rispondo seriamente: oggi come oggi non penso a vincere il torneo quindi la pressione aumenterebbe se dovessi raggiungere la finale. Prima di allora sarebbe prematuro. Forse se pensassi alla vittoria la pressione aumenterebbe, ma preferisco concentrarmi sul prossimo punto e sul match successivo.
Sento la pressione che sento durante qualsiasi Slam, anzi ne sento meno di quanta ne senta al Roland Garros. In questo momento sono felice della vittoria e penso al prossimo turno contro Simon.

D.: Stai servendo molto bene: come hai trovato questo ritmo al servizio?
R.: Beh, è arrivato Toni e tutto è tornato sotto controllo. Tornando seri: non lo so. Nei giorno precedenti l'inizio del torneo non servivo così bene, ho iniziato con l'avvio del torneo.
Ho modificato un po' il grip perchè non riuscivo a fare punti facili se giocavo contro vento. Quindi avevo bisogno di servire in modo più aggressivo. Al momento sta funzionando e mi dà molta fiducia.

D.: Quanto è veloce questa superficie e come credi influisca sulla tua reattività in risposta?
R.: I campi sono veloci e il centrale è più veloce degli altri. Ma i campi di Cincinnati sono ancora più veloci.

D.: E se la paragoniamo a quella di Wimbledon?
R.: Tutti dichiarano che i campi di Wimbledon sono lenti. Forse lo si dice perchè ho vinto due volte (sorride). Quando esordii a Wimbledon nel 2003 la superficie era la stessa di oggi. Questa è la mia sensazione e non c'è dubbio che i campi di Wimbledon siano molto più veloci di questi: lì è tutto un altro sport. Ma i campi veloci mi piacciono.

D.: Federer ha dovuto lottare a lungo e duramente per aggiudicarsi a Parigi lo Slam che gli mancava. Situazione paragonabile alla tua ricerca del Career Grand Slam?
R.: Siete fissati con questo tema. Forse per Roger era importante perchè lui è il più grande di sempre e aveva bisogno di vincere anche il Roland Garros. Lo meritava: aveva giocato tre finali e una semifinale. Al momento il Career Gran Slam per me non rappresenta un obiettivo. Il mio obiettivo è il miglioramento del mio livello di gioco, giocare bene il prossimo turno e vedere cosa accade Domenica prossima. Se dovessi avere la possibilità di essere in campo me la giocherei, altrimenti tornerei ad allenarmi per riprovarci nelle prossime edizioni. Al momento non è un'ossessione.

D.: Credi di avere delle chance di diventare il migliore della storia?
R.: Non ci penso mai. Credo di non essere pronto per diventarlo e non penso sia il momento di parlarne. Ho solo 24 anni e mezzo e la mia carriera è ancora in corso quindi è prematuro pensare di fare la storia.
Sono felice della mia carriera: 8 Slam, la medaglia olimpica e i 18 Masters. Faccio parte probabilmente della storia del tennis e ne sono felice. Ma ciò che conta adesso è vincere. Tenterò certamente di aggiudicarmi altri Slam con la consapevolezza che sarà difficile.
Diventare il migliore della storia di questo sport sarà quasi impossibile.
 

TV Tennis
Ultimi commenti
Blog: Servizi vincenti
La vittoria di Francesca Schiavone a Parigi

Fotogallery a cura di Giacomo Fazio

Ubi TV

Il Genio bussa sempre due volte.. sotto le gambe!

Quote del giorno

"E' stato bello.. voglio dire, eccetto per quel 99,9% di pubblico che tifava contro di me".

Sergiy Stakhovsky, riguardo l'atmosfera che regnava sul Grandstand durante il suo match contro il giovane americano Harrison

Accadde oggi...

4 Settembre 1959

Un sedicenne Arthur Ashe fa il suo debutto agli US Open e perde da un ventunenne Rod Laver 6-2 7-5 6-2 al primo turno.

 

Tratto da: On This Day in Tennis History di Randy Walker