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12/09/2010 03:20 CEST - US Open 2010

Rafa, prima finale a New York

Nadal vince una partita senza alcuna storia (6-2 6-3 6-4). Youzhny troppo remissivo e assolutamente non all'altezza dell'appuntamento. Prestazione fiera e cattiva di Rafa, che con autorità spegne fin dall'inizio ogni speranza del russo. Prima finale a Flushing Meadows per lo spagnolo. Da New York, Rossana Capobianco

L'opinione di Rino Tommasi

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Era piuttosto prevedibile. Youzhny avrebbe potuto essere un avversario pericoloso per questo Nadal su questa superficie solo al secondo o terzo turno, con un Rafa ancora in fase di sperimentazione, ancora non troppo sicuro di tante cose, con una fame ragionevole e non esagerata come quella di oggi.

Se poi aggiungiamo a questa considerazione anche quella di un Youzhny poco propositivo e poco disposto a chiudere in fretta lo scambio comprendiamo il perchè di un risultato così scontato.
La partita l'ha condotta lo spagnolo, che si è concesso anche il lusso di sbagliare nel primo set più dell'avversario, perchè più volte alla ricerca del punto diretto o della maggiore profondità. Il russo cerca poco il rovescio di Nadal, specie all'inizio, e Rafa può spingere col suo mancino e spostare Misha come meglio crede. Al quarto gioco già il break che sarà poi indicativo della partita che è destinata ad essere.

Con qualche fiammata Youzhny riesce a procurarsi una palla break sul servizio di Rafa, ma in quell'occasione poi non riuscirà nemmeno a rispondere. Altre non ce ne saranno, e complice un servizio per nulla efficace oggi il set si chiude 6-2 in favore dello spagnolo, che suggella il parziale con un preciso passante di dritto.

Misha tenta di cambiare qualcosa ad inizio secondo set: variare più il gioco, dare meno angoli a Nadal.. tentare più vincenti e spingere più la prima. In questo modo, malgrado qualche turno tenuto con fatica, riesce a tenere testa. Sul 3-2 Nadal chiama il medical time-out per un piccolo problema alle dita del piede sinistro (probabilmente qualche vescica) e per farsi fasciare la caviglia, presupponiamo precauzionalmente.

L'ottavo gioco vede Youzhny ricadere nella trappola dei lunghi scambi, di solito preferiti dallo spagnolo anche su questi campi quando il punto -o il game, il momento- si fa importante. Rafa serve per il secondo set, e dopo 90 minuti ha praticamente già chiuso la pratica.

Perchè il terzo parziale, come facilmente immaginabile, è una formalità: l'atteggiamento già remissivo del russo diventa anche più sfiduciato e Nadal ci mette poco ad approfittarne. Break al terzo gioco e tanti saluti ad una speranza di partita, che però potrebbe riaccendersi quando Rafa per una distrazione concede il break sul 4-3, salvo poi riprenderselo subito dopo, grazie ad una volè sbagliata da Youzhny che in confronto quella famosa di Roddick nella finale di Wimbledon 2009 era di una difficoltà indicibile!

Un pubblico mai potuto entrare nel match per assenza di lotta assiste alla prima qualificazione in finale di Nadal qui a New York, sotto il sole di una giornata parecchio più calda delle precedenti e meno ventosa.

A Misha Youzhny rimane l'amarezza di non esser mai riuscito a tentare di fare partita pari, per demeriti propri e meriti dell'avversario -e probabilmente anche per colpa di match molto duri alle spalle- ma al contempo la soddisfazione di aver centrato un'insperata semifinale Slam.

Nadal non ha fin qui trovato giocatori capaci di metterlo davvero sotto pressione, ma la sua forma ed i suoi meriti non sono certo in discussione. Con un servizio più potente -lui dice per una piccola differenza di grip- e buon condizioni fisiche lo spagnolo approda alla terza finale Slam consecutiva in stagione.

Ed è più che possibile vinca anche questa.
 

Rossana Capobianco

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Tratto da: On This Day in Tennis History di Randy Walker