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12/09/2010 10:31 CEST - INTERVISTE

R. Federer - 11 Settembre

Traduzione a cura di Tino Cianciotti

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D.: Sei deluso? Hai giocato un gran quinto set ma non sei riuscito a convertire due matchpoint.
R.: Quest'anno sta andando così (sorride). Avevo perso un altro paio di match pur avendo dei matchpoint a favore. Ho provato di tutto ma lui ha giocato molto bene. Sono stato anche un po' sfortunato. No si può tornare indietro e tentare di giocarsi meglio le palle match. L'unica soddisfazione è che non si trattava della finale. Se lo fosse stata sarebbe stato più deludente.

D.: Eri stanco?
R.: No, non veramente stanco. Sentivo un po' di tensione perchè la situazione a fine match era elettrica. Ma sto bene: sono entrato nel match perfettamente riposato, non avevo perso un set.

D.: Sentivi l'eccitazione dell'attesa per una finale con Nadal?
R.: Mi occupavo di un match per volta e non guardavo troppo avanti. Il mio tabellone era duro: avevo Soderling e Djokovic e dovevo preoccuparmi di loro, non di Nadal. Poi il vento rendeva tutto più imprevedibile. Oggi le condizioni in campo erano buone e l'unico momento di difficoltà l'abbiamo vissuto quando l'ombra degli spalti ha tagliato il campo.
Quanto alle attese della gente, smetto ad inizio torneo di leggere ciò che dice la stampa ma immagino si parlasse di un'eventuale finale con Nadal.

D.: Non vedevi l'ora di giocare contro Nadal? Cosa hai pensato quando hai saputo che lui aveva raggiunto la finale?
R.: Mi sono informato su chi aveva vinto la prima semifinale come faccio ogni volta. Mi sarebbe piaciuto giocare con lui qui: io ho giocato le ultime sei finali ma lui non ci è mai arrivato. E' un po' deludente non esserci riuscito per un solo punto ma sarebbe stato deludente anche raggiungere la finale e perderla. Non sapremo mai come sarebbe andata.

D.: C'è stato un aspetto specifico del tuo gioco che non ha funzionato?
R.: Sfortunatamente il secondo e il quarto set mi sono sfuggiti e soprattutto sull'uno pari 40-15 del secondo set credevo che la partita si stesse mettendo definitivamente dalla mia parte. Ho provato ad essere aggressivo e a non dargli ritmo ma non ho fatto altro che permettergli di rientrare in partita. Alla fine poi poteva succedere di tutto e non è stato possibile tenere tutto sotto controllo.
Forse avrei potuto sbagliare qualche diritto di meno ma è stato Novak a costringermi a commettere degli errori. Devo dargli questo merito.

D.: Cosa pensi dell'opportunità di Nadal di realizzare il career Grand Slam?
R.: E' fantastico per il tennis e per lui. Credo che lui sia più giovane di quanto lo fossi io quando ebbi la possibilità di realizzarlo a Parigi. Nadal ha quest'anno delle buone possibilità di riuscirci perchè sta giocando bene e Novak è stanco. Ed è importante anche per questo sport: stiamo facendo delle cose speciali nello stesso periodo. Non guarderò la finale ma spero che la vinca (ride).

D.: Perchè non la guarderai?
R.: Perchè sono in giro da diverse settimane e l'ultima cosa che voglio vedere è un match di tennis cui non prendo parte. Starò un po' con le bambine, farò un po' di shopping.

D.: Puoi dirci qualcosa di più della prestazione del tuo diritto?
R.: La sconfitta non è dipesa dal diritto. Ho giocato bene il primo matchpoint, nel secondo ho giocato in sicurezza perchè non sai se ce ne sarà un altro. Ho giocato un buon diritto pur essendo sotto pressione. Non è facile tirare sempre dei vincenti.

 D.: Hai giocato un game epico sul 4-5. Credi di non aver sfruttato delle chance lasciando che Novak ne approfittasse?
R.: Non so, è difficile spiegare. Vorrei poter dire che Novak ha infilato solo vincenti per tornare in partita e che io ho giocato il mio miglior tennis. Ma non è stato così. E' stata semplicemente una situazione in cui poteva prevalere uno qualunque dei due ma in questo sport il pareggio non è previsto.
La sconfitta è dura ma mi darà le motivazioni per allenarmi e tornare in finale in uno Slam. Sento di aver giocato bene e che avrei meritato di essere in finale domani. Auguro a Novak il meglio.

D.: Il tuo rovescio ha funzionato?
R.: Si, nessun problema col rovescio.

 D.: Ti è parso un Djokovic diverso rispetto alle volte precedenti in cui l'avevi incontrato e battuto su questi campi? E' riuscito a vincere nonostante il pubblico volesse te in finale.
R.: Ero il favorito quindi lui giocava senza pressione. Ma credo avesse giocato bene con me anche nei match precedenti questo. Aveva già provato di poter giocare bene anche se sottoposto a pressione.
Sapevo sarebbe stata dura: chi lo sottovaluta non capisce granchè di tennis. Forse ho lasciato andare via due set troppo facilmente anziché tentare di rendergli la vita più dura. Sono stato ad un punto dalla vittoria così come un anno fa fui ad un paio di punti dalla vittoria su Del Potro. Ma sto giocando bene e questo è positivo.

D.: Come pensi che Novak potrà affrontare la finale di domani?
R.: Chiedete a lui come si sente. Sarà dura: abbiamo giocato dopo la prima semifinale e non è certo un vantaggio. Non voglio lamentarmi, ma è strano dover giocare due giorni di seguito. Vedremo cosa sarà capace di fare domani.

Ubaldo Scanagatta: Quest'anno hai perso con match point a favore contro Berdych e Baghdatis. Ti accadde con Nadal a Roma, con Gasquet a Montecarlo. Anche ad un campione come te succede di giocare in modo diverso le palle match? Senti una pressione maggiore e giochi con più prudenza?
R.: Quando non sei al servizio giochi i matchpoint con più cautela evitando di regalare un errore. Non sai se ti capiterà di avere un altro matchpoint. Quando servi, invece, puoi permetterti di essere più aggressivo. Non è divertente perdere una partita pur avendo avuto la palla del match. Non so che altro dirvi.

D.: Hai parlato con tua moglie e col tuo team? Magari troverebbero le parole giuste in questo momento.
R.: Non ho bisogno delle loro parole, sono grande abbastanza. Saranno tutti un po' delusi, ma va tutto bene.

 

D.: Sei stato al top per anni poi arriva qualcuno che ti sostituisce. Che sensazioni provi in questo periodo?
R.: E' normale che sia così, non puoi essere al top per 15 anni. Credo di aver fatto grandi cose restando tra i primi 2 del mondo per così a lungo. Quando divenni numero uno nel 2004 non pensavo di poter restare in cima alla classifica per così tanti anni e di fare così bene in tutti gli Slam.
Dovetti faticate per raggiungere la mia prima finale Slam nel 2003 e, nonostante tutti prevedessero per me una grande carriera, le cose non sono state facili come sono sembrate. La concorrenza è agguerrita ed è tutto così difficile fisicamente e mentalmente. Ma credo di star facendo bene, viste le circostanze. Penso di essere ancora competitivo con le nuove generazioni.

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