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18/09/2010 01:00 CEST - COPPA DAVIS

Allez la France, Argentina nei guai

Llodra e Monfils portano la Francia a un passo dalla sedicesima finale della sua storia. La storia è impietosa con l’Argentina: non ha mai rimontato da 0-2. Protagonisti anche…i bravissimi raccattapalle. Da Lione, Riccardo Bisti

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C’è una statistica che fa paura. Nella sua lunga storia in Coppa Davis, la Francia si è trovata in 106 volte in vantaggio per 2-0. Sono arrivati 104 successi, per una percentuale di vittorie del 98,1%. E’ vero che certe cifre esistono per essere smentite, ma stavolta non sembra il caso. I primi due singolari sono durati complessivamente circa sei ore, segno di un certo equilibrio, ma alla fine il punteggio è impietoso. Lo ha urlato lo speaker del Palais des Sport de Gerland: “Francia 2, Argentina 0!”, esaltando un pubblico già frizzante, tanto da invogliarlo a improvvisare una poderosa Marsigliese. Sappiamo che la formula della Coppa Davis è perfetta per non far vincere il paese più forte, ma stavolta David Nalbandian non è riuscito a nascondere le crepe del suo team. E pensare che Modesto “Tito” Vazquez, alla vigilia, aveva detto che i suoi si erano avvicinati a questo match ancora meglio rispetto ai precedenti. Niente da fare: prima Michael Llodra ha battuto Juan Monaco (7-5 4-6 7-5 6-3), poi Monfils ha fatto stramazzare al suolo l'albiceleste, superando Nalbandian con il punteggio di 6-4 2-6 6-4 6-3. “Mi aspettavo che Michael vincesse la sua partita” ha detto capitan Guy Forget, che su questo stesso campo battè Pete Sampras nel 1991 “Il campo è veloce, i rimbalzi sono bassi e sta vivendo il miglior momento in carriera. Ma è stata dura, in Davis non devi aspettarti niente, non c’è mai nulla di scontato”. L’imprevisto è dietro l’angolo: sul 5-4 al terzo, Llodra si è storto la caviglia destra giocando una volèe. Terrore negli occhi dei connazionali, forse perché è rimasto sdraiato a terra più del dovuto. “Non è niente di serio” ha tranquillizzato nel dopo partita. Ed anzi, ci ha scherzato su: “Cosa mi ha detto Forget? Muovi il culo e porta a casa questo punto”. Non è stato il miglior Llodra: quello che ha fatto innamorare gli americani con le sue magiche volèe si è visto solo a sprazzi. “All’inizio servivo male, credo di aver tirato il primo ace a inizio secondo set. Ma son rimasto sempre concentrato e ho provato a fare del mio meglio. Può succedere di tutto, soprattutto in Davis”.

Delusione Nalbandian
Può succedere anche che Nalbandian perda un match che Guillermo Salatino, decano dei giornalisti specializzati argentini, vedeva da “50 e 50” ma su cui poggiavano tutte le speranze dell’albiceleste. Senza i due punti del “Rey David”, non si vedeva come avrebbero potuto vincere. Non si vede neanche adesso. Se anche dovessero vincere il doppio (ma per Zeballos-Schwank sarà durissima, Llodra-Clement hanno vinto Wimbledon nel 2007), è dura pensare che uno tra Monaco, Schwank e Zeballos possa battere Monfils. “Di lui mi dà fastidio soprattutto il servizio” ha detto Nalbandian ai giornalisti francesi, poco prima di essere fagocitato dalle fameliche TV argentine “Poi si difende alla grande. Con uno così, devo essere più preciso quando attacco. Oggi mi è riuscito solo nel secondo set”. Tutti parlano del servizio, dei 27 ace di Monfils contro uno solo di Nalbandian. Tutto vero, per carità. Ma se lo spirito dell’argentino fosse stato diverso, più “copero” come ha mostrato nelle sue 31 vittorie in Davis, avrebbe potuto almeno portarla al quinto. Avanti 3-0 al quarto, si è fatto raggiungere e superare. Non è da lui, soprattutto in Coppa Davis. Negli ultimi anni l’Argentina ha avuto un movimento eccezionale (quattro top 10, diversi top 100). Adesso non ha neanche un giocatore tra i primi 20: una vittoria in Davis nell’anno peggiore sul piano individuale sarebbe stato un paradosso. “Non è mai finita finchè non è finita”, ma oltre alla statistica francese c’è quella argentina: in 87 anni di Davis, i sudamericani non hanno mai rimontato da 0-2.

Raccattapalle da sogno
Sembra tutto pronto affinchè i francesi possano festeggiare con la loro gente, recuperare Tsonga e Benneteau in vista della finale e concedere a Lione l’addio più bello al grande tennis. Per loro è stata una giornata perfetta, così come sono perfetti i raccattapalle. Osservandoli dal vivo, si colgono dettagli straordinari sulla delicatezza del loro “lavoro”. I ball-boys francesi sono i migliori al mondo. Non a caso al Roland Garros devono affrontare una durissima preparazione. Sono veloci, rapidissimi, pronti a soddisfare ogni necessità del giocatore prima di sparire dietro l’orologio Rolex o il display del radar che misura la velocità del servizio. Quasi non seguono lo scambio, da quanto sono concentrati. Finito il loro turno, sgattaiolano via di corsa e si prendono il “cinque” del loro responsabile. Uno spettacolo nello spettacolo. Così come sono stati quasi perfetti i giudici di linea. C'era occhio di falco, ma non ci sono state “sbugiardate” importanti. Nalbandian si è innervosito per un fallo di piede chiamatogli in un momento delicato nel quarto set, ma probabilmente lo aveva commesso. Per la gioia di Jean Gachassin, presidente tascabile della FFT ha ha assistito ai match in prima fila. Quando Llodra ha tirato il rovescio a tutto braccio che gli ha dato il terzo set, Gachassin (che sta affrontando con decisione il problema-ampliamento del Roland Garros) è saltato in piedi agitando il pugno, gasato come un ultras. Che differenza con l’algido Arturo Grimaldi, presidente della federazione argentina. A vederlo, diresti che il francese è lui. Probabilmente, ieri avrebbe voluto esserlo per davvero.

Riccardo Bisti

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