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19/09/2010 05:40 CEST - Montagne Russe

Pagellone
Us Open 2010

Nadal, macchina da guerra. La pagella "in diretta" della Clijsters. Djokovic modello Braveheart! L'applausometro di Federer, l'umiliometro di Murray. Venus ha perso l'ultimo treno? Una preghiera: più Schiavone, meno Wall-Zniacki. Enzo Cherici

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Nadal: 10 e lode
Dopo Parigi e Wimbledon, lo Us Open. Ci si potrebbe fermare qui per giustificare ampiamente il suo ovvio voto. Ma non basta. Bisogna vederlo dopo la partita, in conferenza stampa, quando si presenta con quel suo sguardo quasi dimesso e con una naturalezza quasi disarmante spiega: “Io non vado in campo per allenarmi, vado in campo per migliorarmi”. C'è tutto Rafa in quelle parole. E allora capisci come l'ormai ex terraiolo sia riuscito a conquistare prima l'erba e poi il cemento, come neanche il grande Borg in passato. È con questo atteggiamento mentale che Rafa è arrivato a vincere T-U-T-T-O. I quattro slam, l'olimpiade, la Coppa Davis, 18 Masters 1000. Gli mancherebbe in realtà ancora il Masters di fine anno, ma chissenefrega: prima o poi arriverà anche quello. D'altra parte, basta vederlo in campo, dal vivo, per capire come per gli avversari sia praticamente impossibile batterlo. Lui gioca ogni “quindici”, ogni singolo punto, come se avesse un matchpoint contro. È un'autentica macchina da guerra, che deve trasmettere un'ansia incredibile ai suoi avversari. Con lui non sei mai tranquillo, la palla può tornarti sempre tra i piedi. Chiedere a Djokovic per notizie. Come se non bastasse la sua schiacciante superiorità poi, quest'anno a New York è stato anche abbastanza fortunato con il tabellone. Ma è forse colpa sua se i vari Murray, Berdych, Nalbandian e Gulbis sono caduti uno dopo l'altro come birilli? Adesso la lotta, più che contro gli attuali avversari, sarà contro la storia. È a 7 Slam di distanza da Federer: può riprenderlo? Non lo escluderei a priori. A differenza degli altri ha l'enorme vantaggio di non avere rivali su una delle superfici, la terra battuta, quindi altri 2-3 titoli (almeno) da Parigi può riportarli a casa. E anche ammesso (e non concesso) che non riesca più a trionfare a New York, può sempre fare affidamento sull'erba amica di Wimbledon e sul non velocissimo cemento (“Mi piace molto, la palla rimbalza alta”) di Melbourne. Anche se non lo dice, la sfida a Federer è già lanciata. Già, perché non bisogna lasciarsi ingannare dagli ultimi risultati: il rivale più pericoloso, per Rafa, rimane sempre lui.

Clijsters: 10
A lei la pagella l'ho fatta in diretta, all'aeroporto di Newark. Dovevamo viaggiare sullo stesso volo New York-Bruxelles e ci siamo incontrati poco prima della partenza in una delle librerie dell'aeroporto. “Kim, sei stata perfetta”, le ho detto mentre faceva man bassa di riviste di Basket per il marito. “Merci”, mi ha risposto nel suo delizioso francese stentato. Era un tabellone insidioso, il suo. Ivanovic in ottavi, Stosur nei quarti e Venus in semi. In finale poi, quella Zvonareva contro la quale aveva perso gli ultimi due confronti diretti. Non ha giocato ai livelli mostruosi dello scorso anno, ma ha saputo soffrire (Stosur e Venus) ed essere cinica quando serviva (Ivanovic e Zvonareva). Risultato: terzo titolo a New York. Resta semmai da capire come questa straordinaria campionessa non sia mai riuscita a trionfare negli altri tornei dello Slam. Eppure ne avrebbe tutte le possibilità: misteri del tennis.

Djokovic: 9
L'inizio era stato da incubo. Contro Troicki, primo turno, era stato ad un passo dal lasciarci le penne nel forno dell'Arthur Ashe. Salvata la pellaccia, però, Nole ha inanellato prestazioni sempre più convincenti (Blake, Fish e Monfils), fino al capolavoro in semifinale contro Federer. Contro il cinque volte vincitore del torneo Djokovic ha meritato la vittoria al di là di ogni ragionevole dubbio. Ha perso d'un soffio i suoi due set, ma è stato di gran lunga il giocatore più continuo in campo. Sui due matchpoint contro, poi, è stato addirittura straordinario, giocando con un coraggio inferiore solamente alla sua incoscienza. In finale ha fatto quel che ha potuto, contro un avversario più forte: avrebbe perso anche gli avessero dato una settimana di riposo!

Zvonareva: 8
È stata finalista, okkey. Ma non può meritare lo stesso voto di Djokovic. Troppo deludente la sua prestazione in finale per meritarsi più di un 8. Eppure era stata bravissima, presentandosi all'atto finale senza aver smarrito mezzo set e con il biondo scalpo della prima favorita del torneo (sic), Caroline Wozniacki. D'accordo, la Clisters – così come Serena a Wimbledon – è di un'altra categoria. Ma gli ultimi due confronti diretti, recentissimi, se li era aggiudicati lei. Evidentemente, poverina, non riesce a scrollarsi di dosso la tensione derivante dall'importanza dell'evento. Mi sembra quasi di rivedere in lei la Dementieva del 2004. Ce la farà a vincere finalmente uno Slam? Kim dopo il match s'è detta sicura di si. Campionessa anche nel dire le bugie.

Federer: 7 ½
Se le classifiche mondiali si facessero con l'applausometro non ci sarebbe partita. Ero lì, ho assistito a tutti i match dei big. Non c'è partita, nessuno è amato quanto lui. E vedendolo danzare in campo con quella naturalezza, ti rendi conto che non potrebbe essere diversamente. Gioca in un altro modo, non c'è niente da fare. Gli avrò fatto 1000 foto: non c'è n'è una in cui appaia scomposto o appena in affanno. Un piacere per gli occhi. Detto ciò, il nostro amico comincia ad avere 29 anni e da qualche tempo manifesta la preoccupante tendenza a calare nella seconda settimana degli Slam. Dopo un'ottima prima settimana (contro avversari per la verità tutt'altro che irresistibili), i primi scricchiolii si sono manifestati contro Melzer. Poi una buonissima prestazione contro Soderling (modalità vendetta) aveva illuso i più su un'imminente finale da sogno contro Nadal. Sbagliato: Djokovic non era dello stesso avviso. Contro il serbo ha giocato bene soltanto a tratti e di fatto solo con la seconda di servizio. Nonostante ciò, è arrivato a un punto dalla finale, trovandosi di fronte un Nole stellare. Tanto basta per capire di che razza di marziano si sta parlando. Però l'atteggiamento sui matchpoint a favore è stato francamente incomprensibile. Tanto più che cominciano a diventare parecchi i match persi con dopo aver avuto palle per chiudere: Safin, Gasquet, Nadal, Berdych, Baghdatis e ora Djokovic (a proposito, vi ricordate se anche con Hewitt in Davis ebbe matchpoin a favore?). Stefano Semeraro, de la Stampa, l'ha definito con una provocazione “il perdente più vincente della storia”. Vero? Falso? Decidetelo voi. Di sicuro è il tennista più bello da veder giocare: che Dio ce lo conservi a lungo!

Youzhny: 8
Il suo torneo s'è concluso nei quarti di finale, quando ha messo a segno l'ultimo punto contro Wawrinka. Con Nadal, nonostante le bellicose dichiarazioni della vigilia (“I like to be a bad person”), il primo a non crederci era proprio lui. Lo vedevi già dalla posizione assunta sulla seconda palla di Rafa, quella in teoria più attaccabile: due metri dietro la linea di fondo. Possibilità di vittoria, zero. Ha avuto un tabellone da sogno, ma è stato bravo ad approfittarne, sconfiggendo avversari comunque insidiosi come Isner e il già citato Wawrinka. L'exploit gli è valso il ritorno tra i top ten (9): nuove mirabolanti racchettate in testa ci attendono...

Venus Williams: 8
La vera finale, l'ha giocata lei. E il paradosso è che l'ha persa male, proprio perché l'ha giocata bene, arrivando contro la Clisters ad un soffio dalla vittoria. Poi, uno sciagurato tie-break nel secondo set e tutto è andato a carte quarantotto. Peccato, perché avevamo rivisto dopo tanto, troppo tempo una Venus nuovamente all'altezza della situazione. Ottima contro la nostra Schiavone, eccellente in semifinale contro Kim. Peccato per quel fatal passaggio a vuoto che le è costato il match. Ma alla fine credo abbia vinto la giocatrice più forte.

Wozniacki: 5
Aveva gigioneggiato ad inizio torneo, perdendo tre giochi nei primi tre turni. Se l'era cavata bene anche con la brutta copia della Sharapova (voto: 4 ½ ), rinviando dalla parte opposta della rete tutto il rinviabile. Altro che Wozniacki: Wall-Zniancki! Contro la Cibulkova le prime avvisaglie dell'imminente sorpresa, ma aveva dato la colpa al vento. Fino alla sacrosanta lezione ricevuta ricevuta in semifinale dalla Zvonareva. Domanda: possibile che la seconda giocatrice del mondo (?!?) non tiri mai un vincente, neanche per sbaglio. E non è che non lo tira perché non ne è capace. Proprio non ci pensa nemmeno. La sua palla viaggia indisturbata mezzo metro sopra il livello della rete. Vince tornei, quindi ha ragione lei: ma possiamo almeno dire che è una delle giocatrici più noiose del circuito?

Soderling: 6=
Ha fatto i quarti di finale, quindi un buon risultato sicuramente. Ma il suo livello di gioco a New York è stato un po' deludente. Subito cinque set al primo turno contro il qualificato austriaco Haider-Maurer, poi due turni lisci e di nuovo qualche affanno contro il non-specialista Montanes. Contro Federer poi, trasmetteva quasi l'impressione di trovarsi lì per caso. D'accordo, lo svizzero ha giocato la sua migliore partita del torneo, ma da lui era lecito attendersi qualcosina in più. Di certo la serata ventosa non l'aiutato al servizio, con quel lancio di palla altissimo che si ritrova (solo 2 aces). Però nel terzo set è proprio mancato di carattere, quando è andato avanti 5-3 e ha finito per perdere 5-7. Vuoi vedere che alla fine, con quelle aperture da Albatros, la sua superficie preferita è proprio la terra battuta?

Schiavone: 8
Fantastica. Ha giocato un torneo straordinario. Ha avuto la sfortuna di ritrovarsi nel quarto sbagliato di tabellone. Fosse stata nella parte alta, forse staremmo ora celebrando un'altra impresa. Che non deve necessariamente significare vittoria a tutti i costi. Ma di sicuro avrebbe avuto più chances contro Wozniacki e Zvonareva (per non parlare di Cibulkova e Kanepi), che non contro Venus e Clijsters (zero vittorie e 20 sconfitte contro le due giocatrici...). Pazienza, ha giocato comunque alla grande, facendo letteralmente innamorare il pubblico newyorkese: come dargli torto?

Wawrinka: 7
Era stato il migliore della prima settimana, quando era riuscito nell'impresa di far fuori quello da molti giudicato il grande favorito del torneo, Andy Murray. In seguito, è arrivata anche la bella vittoria contro Querrey (5), prima di alzare bandiera bianca, sfinito, di fronte a Youzhny. Si tratta comunque del suo migliore risultato in uno Slam. Bravo.

Verdasco: 7 ½
Alzi la mano chi dopo il primo soffertissimo primo turno con Fognini se lo sarebbe immaginato ai quarti di finale. E, soprattutto, chi lo avrebbe mai creduto capace di un'epica rimonta, come quella realizzata negli ottavi contro il (presunto) maratoneta Ferrer. E invece Fernando ha sfoderato una grinta insospettabile, modello Melbourne 2009, e ha fatto quel che ha potuto (poco) anche al turno successivo contro Nadal. Bentornato.

Ripropongo le pagelle per i principali protagonisti eliminati nel corso della prima settimana:

Murray: 4
Mister Zeru Tituli ha colpito ancora. Gli inviati italiani lo avevano dato, in maggioranza, finalista contro Federer, ma non avevano fatto i conti con la proverbiale apatia da Slam dello scozzese. Che
al momento, vale la pena ricordarlo, vanta il mio stesso numero di Slam (battuta). Contro Wawrinka avrebbe potuto rimediare un sacrosanto 3-0 se lo svizzerotto non se la fosse fatta sotto sul 5-2 del primo set. Ad un certo punto, tra l'altro, il match sembrava la riedizione dell'immortale sfida tra Fantozzi e Filini. Chi si teneva la coscia, chi il ginocchio, chi la schiena: un trionfo. C'è stato uno scambio in cui Wawrinka ha tirato un vincente da quattro metri dietro la linea di fondo, con la mano sinistra a tenersi la gamba. È stato in quella circostanza che l'umiliometro di Murray ha raggiunto vette inarrivabili per chiunque. In conferenza stampa gli è stato chiesto “cosa si deve fare per andare avanti in uno Slam?”. La risposta è stata d'un realismo quasi disarmante: “Non saprei. Ancora non ne ho vinto uno”. Applausi. Finalmente.

Roddick: 4
L'anno scorso ci pensò Isner a farlo fuori 7-6 al quinto in un match di terzo turno. Quest'anno, dopo la stepitosa primavera americana sul cemento, si pensava potesse essere l'annata buona. Invece prima arrivava Lu a Wimbledon; poi la leggera forma di mononucleosi che di certo bene non gli ha fatto; infine, qui a New York, un tabellone da incubo. Per andare avanti avrebbe dovuto superare un tappone dolomitico mica da ridere: s'è staccato dal gruppo alla prima collinetta. Troppo forte anche Tipsarevic per questo Roddick. In passato abbiamo elogiato Larry Stefanki per il gran lavoro fatto sul rovescio dell'americano. Peccato che nel frattempo il dritto non faccia più male e anche il servizio ha perso in continuità. Risultato: a casa. Temo diventi sempre più difficile disporre di altre opportunità.

Berdych: 4 ½
Mezzo punto in più rispetto alle altre delusioni del torneo, perché è stato veramente sfigato. Al primo turno è andato a pizzicare proprio Llodra (7), primo delle non teste di serie e presentatosi in formissima qui a New York (è stato fatto fuori solo da un malore improvviso contro Robredo). Bravo il francese, ma lui non ha fatto niente per cercare di ribaltare il destino del match. Gioco piatto e arido come il deserto del Sahara, non una variazione: niente di niente. Risultato: il torneo se lo vedrà comodamente dal divano di casa. La maledizione di Mirka ha colpito ancora.

Enzo Cherici

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Tratto da: On This Day in Tennis History di Randy Walker